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Fabrizio Bosso
Duke
Verve (2015)
1. I let a song go out of my heart (Ellington, Mills, Nemo, Redmond)
2. Caravan (Ellington, Tizol, Mills)
3. In a sentimental mood (Ellington, Kurtz, Mills)
4. It don't' mean a thing (If it ain't got that swing) (Ellington, Mills)
5. Medley: Black and tan fantasy (Ellington, Miley), Jeep's blues (Ellington, Hodges)
6. Solitude (DeLange, Mills, Ellington)
7. Perdido (Drake, Lengsfelder, Tizol)
Fabrizio Bosso - tromba e flicorno Julian Oliver Mazzariello - pianoforte Luca Alemanoo - contrabbasso Nicola Angelucci - batteria
E con il Paolo Silvestri Ensemble
Arrangiamento e direzione: Paolo Silvestri
Il jazz, come il teatro, ha un carattere universale, costruisce atmosfere di ampio
respiro capaci di parlare nel tempo. Sulle corde di questa filosofia,
Fabrizio Bosso
rilegge Duke Ellington (1899-1974), uno
dei più grandi compositori della storia del jazz, dalla carriera straordinariamente
lunga: sessanta anni, dal 1914 al 1974, interamente
dedicati alla musica, spaziando dal jazz, al blues, alla classica.
Fabrizio Bosso
e colleghi ne riscoprono la freschezza compositiva, le particolari atmosfere che
sapeva creare con le note, facendole risplendere come colori, tanto da parlare di
"musica espressionista". Un aspetto interessante, che nell'album dal significativo
titolo di Duke, emerge in tutta la sua potenza, amplificato anche dai suggestivi
arrangiamenti di Palo Silvestri: per ricreare quella che fu l'atmosfera dell'orchestra
di Ellington, Bosso si affida infatti alla collaborazione con l'ensemble
di Silvestri, e il risultato è un album di sette brani che sono altrettanti affreschi
di jazz, nei quali ognuno degli strumentisti trova il suo spazio, e contribuisce
alla completezza di questo viaggio nel jazz del Novecento.
Il trombettista torinese, allungando quasi sempre la durata originale dei brani,
ne fa delle coinvolgenti suite, che sembrano ammiccare alle frequentazioni di Ellington
della musica classica. Sin dalle prime note del brano d'apertura, I let a song
go out of my heart, si comprende come al semplice omaggio si voglia sostituire
qualcosa ben più corposo: all'originale ritmo cadenzato, caratterizzato da una tromba
pigra e sognante supportata dalle percussioni, Bosso affianca una cornice sonora
di carattere, dove, oltre all'elegante tromba, si distinguono per sobrietà il pianoforte
e il contrabbasso. Bosso si cimenta in una serie di virtuosismi di scala che a tratti
ricordano il jazz manouche per via di alcuni "svolazzi", accompagnato dal
sobrio pianoforte di Mazzariello. Le varie parti di questa lunga suite si distinguono
per cambiamenti di tempo, ora brioso ora più lento, passando con disinvoltura dai
tre a i due quarti. Un arrangiamento che amplifica la portata delle note di Ellington,
assecondandone il carattere "pittorico", spaziando dal blu a un caldo rosso da tramonto
urbano. Caravan aveva in origine una tromba spagnoleggiante e percussioni
latineggianti, che Bosso e Silvestri rileggono attraverso uno swing manouche
in linea con l'originale, ma tuttavia più "concreto", nel senso del riempimento
degli spazi fra gli strumenti. La maggior robustezza dei fiati, anche grazie alla
presenza del sax, dona un calore xx al brano, riportando alla luce gli anni d'oro
di Boradway.
Altrettanto affascinante, la celeberrima In A Sentimental Mood, immersa
in un'atmosfera onirica sorretta dalla tromba di Bosso affiancata dagli altri fiati,
in particolare un sornione sax tenore, che prende per mano l'ascoltatore e lo accompagna
in una stupenda passeggiata a New York in una notte di primavera; un brano romantico
e pensoso insieme, che sprizza gioia di vivere, costruito com'è attorno a quello
stato d'animo così difficile da descrivere che è l'innamoramento. E la tromba delicata
di Bosso, è la metafora di quel "perfido" languore che attanaglia chi è innamorato.
Nell'amalgama di tutti i suoi sette brani, Duke è un album dallo swing elegante,
dall'intensa forza melodica, e caratterizzato da arrangiamenti di ampio respiro
costruiti sui sax, il trombone, e la tromba, che supportano gli a solo di
Bosso. Jazz d'atmosfera, per intenditori e neofiti.
Niccolò Lucarelli per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 15/05/2016
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