Via Veneto Jazz - 2005 |
Daniele Scannapieco
Never more
1.
It Could Happen to Me (D. Deidda) 2. Never More (D. Scannapieco) 3. God Will Provide (S. Bonafede) 4. After the Rain (J. COltrane) 5.
Nose Off (E. Moroni) 6. Few Words (D. Scannapieco) 7. Just an Old Song for Miss Kay (E. Moroni) 8. Fast Mood (D. Scannapieco) 9. Autumn in New York (V. Duke) 10.
...is good... (D. Scannapieco)
Daniele Scannapieco - tenor sax Fabrizio Bosso - trumpet Dado Moroni - piano Ira Coleman - double bass Gregory Hutchinson - drums
Orchestra d'archi
B.I.M. Strings Ensamble Marcello
Sirignano, Antonio Cordici, Roberto Milana,
Antonella Franceschini, Federico Vozzella, Patrizia
Pangrazi - violini Teresa Ceccato, Silvia Andracchio - viole Giuseppe Milè - cello
Arrangiamenti: Marcello
Sirignano |
Via
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Non me ne vogliano contrabbassisti e batteristi italiani ma, quando la ritmica è costituita da americani...si sente. Il modo in cui "viaggia" l'intero
mood di un brano, quanto questo contiene dosi massicce di swing, si caratterizza di una fluidità particolare, un andamento che fornisce all'insieme un amalgama molto più corposo. In questi casi, musicisti della levatura di Fabrizio Bosso, Daniele Scannapieco e Dado Moroni, non possono che trarne vantaggio riuscendo ad
arrivare laddove forse non sapevano ancora di potervi giungere. E questo non dal punto di vista "muscolare", come ci si potrebbe aspettare dai tre
artisti appena citati, bensì per quel che riguarda il timing del
fraseggio stesso, eccellente, rilassato ma al tempo stesso grintoso, con un suono molto meno "nervoso" del solito ma con una dose di pacatezza che agevola la fluidità menzionata, con la sicurezza di giungere on time
anche quando il tempo è up. Tutto ciò è evidente sin dal primo brano, It Could happen to me,
un tributo al bop, in cui sax e tromba "sguazzano" con disinvoltura
sciorinando tutta la loro forza espressiva.
Si cambia totalmente "registro" nelle delicate ballad Never More
e Few Words dove
Scannapieco, qui unico fiato, si poggia su un letto d'archi suadente ben
arrangiati da Marcello Sirignano.
Rimarchevole il solo di Ira Coleman sulla prima e di Scannapieco
sulla seconda.
L'energia di un pianista come Dado Moroni
si intravede su God will provide
mentre emerge in pieno su Fast Mood...sarà
rimasto ben saldo il piano o si sarà mosso di qualche centimetro...?
Tutto ciò che porta la firma di Coltrane oramai assume una sorta
di ruolo "spirituale" dovuto ad un imprinting sonoro caratterizzato da
un'atmosfera sospesa, tipicamente modale, ritmicamente non definita ma comunque
intensa. Tratto da Impressions del 1961,
After the Rain, viene qui
riproposto in modo piuttosto similare all'originale.
Torna la tromba di Fabrizio Bosso
su Noose Off dove il
contrabbasso, attraverso alcune pertinenti citazioni a-là-Brown,
introduce il giro di soli con la tromba in particolare evidenza.
Just an old song for Miss Kay,
firmata da Moroni,
riporta la memoria a quelle ballad d'un tempo, eseguite in fumosi jazz club,
manca solo il rumore di piatti e bicchieri in sottofondo...
L'album si chiude con Autumn in New York
eseguita da sax e piano preludio al saluto finale,
...is good..., in cui
ci si "libera" un po' in improvvisazioni più "sporche" con tanto di four finali.
Considerevole prova del tenor-sassofonista salernitano (ndr. nato a
Campagna) che forse avrebbe potuto osare un po' di più inserendo qualche altra
sua composizione.