Uscito nel 2006, "Perfect
World" di
Felice Clemente
(cui ha fatto seguito una versione live uscita nel corso di quest'anno) costituisce
la terza prova da solista, questa volta optando per una formazione quasi inedita,
un quartetto di assoluto rilievo.
Quella del sassofonista è una scelta internazionale e di peso, con la
presenza di artisti del calibro di Hutchinson alla batteria (collaborazioni
con Joshua Redman,
Dianne Reeves e
Dee Dee Bridgewater),
Grisset (batterista di Tom Harrell), oltre all'amico e compagno di diverse
avventure musicali, Valerio Della Fonte, con il quale divide alcuni dei 9
temi allestiti per questo album, oltre a due interessanti riletture di Piazzolla
e Tracanna.
Del cd volentieri si ascoltano lo spirito della profonda conoscenza della
tradizione e dei linguaggi ad essa legati, le accurate espressioni moderne ed il
grande senso melodico.
Dotato di grande impulso naturale, che si estrinseca splendidamente nell'uso
del soprano che ne pone in luce con ampiezza le capacità, Felice sembra spesso intenzionato
a trasformare la comunicazione musicale in una sorta di intimo segreto, segnato
da un vigore espressivo ben supportato e controllato da una perizia e da un'eleganza
tutt'altro che comuni.
Numerosi sono i momenti improvvisativi in cui è intuibile una raziocinante
inventiva alla ricerca di equilibrio e volontà comunicativa; lo spessore creativo
appare opportunamente privo di angolature e spigolosità intellettualistiche, vivace
secondo l'intenzione di proporre spontanea tonicità, peraltro elegantemente disposta
in brani quali "African Sea" e, soprattutto,
"Oblivion", magnifico evergreeen di Astor Piazzolla.
Stimolante è il dialogo con i comprimari: da leader esperto gestisce l'attenzione
del complesso organizzativo del gruppo, ed il risultato non può che giovarsi del
grande interplay dei quattro. Una prova convincente, dunque, piacevole all'ascolto
e di intelligente disposizione estetica.
A vantaggio dei lettori riportiamo alcune considerazioni di
Felice Clemente
sui brani del proprio album:
"Perfect world: E' un auspicio
per un mondo migliore e la musica è il tramite o uno dei tramiti attraverso cui
realizzarlo. Il brano rappresenta la somma di sensazioni, sentimenti contrastanti
che convivono in noi e ci fanno sentire la gioia e il disagio di vivere: gioia e
dolore, la felicità e l'infelicità, sacrificio e appagamento. Non c'è un momento,
una scintilla che ha avviato la composizione, è cresciuta poco alla volta, vivendo
i momenti si e quelli no. Scrivevo ed ascoltavo quasi ci fosse qualcuno vicino che
mi guidava a rappresentare nelle note il mio mondo ideale.
Deep night: E' una notte insonne. Di quelle che
ti tormentano senza un motivo preciso. E' l'ansia della vita, dell'incertezza, dell'irrequietezza.
Mi affaccio alla finestra, pioviggina e c'è un velo di nebbia che ricopre tutto.
Le luci dei lampioni si stemperano in quella bruma. Ed ho immaginato New York le
sue atmosfere struggenti, città simbolo e mito per tutti gli amanti della malinconia
e di come sia stata rappresentata dal jazz di Miles Davis di Dexter Gordon.
Dragon fly: era il 2001
e a quel tempo mangiavo pane e
Sonny Rollins,
conditi con Dexter Gordon e Joe Henderson. Ho consumato i loro dischi.
Volevo scrivere qualcosa che avesse la loro forza d'urto, la loro capacità espressiva
e di comunicare. Ma nello stesso tempo volevo trovare la loro leggerezza e facilità
di fraseggio. Mi è venuta in mente una libellula: leggera, elegante, ma anche forte,
capace di resistere anche ai venti più intensi e di percorrere centinaia di chilometri.
Quando ho finito di scrivere il brano (lavoro lungo e passato attraverso ripensamenti,
dubbi, revisioni maniacali) ho scoperto che aveva poco a che fare con i miei idoli,
ma era mio e ne ho fatto il mio porta fortuna.
African sea: questo brano racchiude in se tutto
l'amore che ho per l'Africa nera di pelle e bianca di sorrisi con tutte le sue contraddizioni,
la sua straordinaria capacità di calamitare chiunque abbia la voglia di sentire
il suo richiamo, per lo straordinario patrimonio musicale che ci ha donato e per
la sua estrema elasticità a contaminarsi e a contaminare culturalmente, per l'energia
e la solarità. C'è inoltre l'amore che ho per il mare, tanto da pensare che in un'altra
vita fossi stato un pesce o qualcosa d'altro marino.
My secret desire: questo brano è nato
inseguito ad uno straordinario desiderio di vivere la mia vita accanto ad una donna
che ho conosciuto, ma con la quale sarebbe stato impossibile realizzarlo. Sai quando
incontri la persona che hai sempre immaginato nei tuoi più reconditi sogni e desideri,
la donna che avresti visto al tuo fianco, ma che capisci invece che la storia sia
impossibile. A volte la vita è anche questo!"
Franco Giustino e Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/07/2007
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