"Send in the clowns" è un disco dominato dallo swing e dal blues e caratterizzato
dalla voce particolarissima e inconfondibile di Stefania Rava, che conferisce
un'identità unica alle selezioni di brani decisamente "impegnativi" nelle loro versioni
originali e resi qui più leggeri.
Si parte con "Our day will come", forse
il pezzo più orecchiabile della collezione, che annuncia il ritmo spedito di tutto
il cd. "Send in the clowns", che da il nome all'album, è scandita dai tocchi
delicati della batteria e dai soffi leggeri e brevi del trombone e movimentata,
in seguito, dall'intervento più deciso di pianoforte e tromba.
L'interpretazione e l'arrangiamento di "Summertime" sono, probabilmente,
l'esperimento meno riuscito di questo album. La prima strofa è eseguita in maniera
più "standard", rifacendosi in parte alla versione di Ella Fitzgerald. Poi il tempo
si velocizza, si cambia scala ed il brano viene completamente stravolto, a tratti
suona atonale e l'assolo di Filippini al piano sembra slegato dal resto dell'ensemble.
"When sunny get blue" vede in primo piano Di Leonardo alla batteria,
che procede a ritmo rapido e animato. L'attacco di "Jubelee" si differenzia
dagli altri: è
Claudio Filippini a salire di scala in scala con gli accordi del
piano; Stefania accenna uno scat e poi inizia a raccontare il suo "giubilo";
è ancora il turno di piano e batteria che intervengono energici e poi la Rava torna
ai suoi fonemi prima di riprendere il testo del brano. "A time for love"
sembra seguire una linea interpretativa strettamente legata al brano precedente.
Più rapido e giocoso, invece, "I've got just about everything" in cui voce
e pianoforte dialogano alla grande; c'è molto swing ed in alcuni passaggi Stefania
canta tanto speditamente da far sembrare il brano uno scioglilingua. In "The
one who needs you" gli acuti in falsetto della cantante mi piacciono meno ma
è splendido l'assolo di Filippini seguito da quello di Rossi.
A chiudere è "Sambandrea" una samba-jazz simpatica e ballabile,
dedicata ironicamente al calciatore Andrea Pirlo, affine – secondo il produttore
del cd Paolo Scotti – al mondo del jazz per la sua capacità di sorprendere ed improvvisare.
Laura Mancini per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/02/2010
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