Arriva sempre il momento, nella carriera di un musicista, in cui preme la necessità
di raccogliere tutto il proprio bagaglio musicale e andare alla ricerca di qualcosa
di diverso, di innovativo. In questo senso si dirige
Sergio Di Natale
nella produzione del terzo lavoro discografico a proprio nome. Assieme alla All
Star Swing Orchestra, big band composta da alcuni tra i migliori musicisti del
panorama campano, propone delle energiche riletture di evergreens della storia
del jazz, da lui stesso arrangiati.
Diverse influenze musicali vengono alla mente ascoltando
queste riproposizioni: le orchestrazioni di Gil Evans e Duke Ellington, le evoluzioni
free del repertorio jazzistico afroamericano, così come l' andamento "aperto" delle
scale blues e gli arrangiamenti tipici del Dixieland e dello Swing. Lo studio dei
particolari sonori ed una limpida armonizzazione, carica di poliritmie e controtempi,
rendono queste orchestrazioni particolarmente vivaci, dalle quali prende forma un
sound rotondo e vigoroso, davvero accattivante nelle modulazioni espressive più
personali e, talora, più irrequiete.
Ai margini di questa scelta estetica vengono a plasmarsi le continue e virtuosistiche
soluzioni esecutive dei solisti, delle quali piace ricordare il vulcanico cromatismo
di
Jerry Popolo,
Giulio Martino e Vincenzo Saetta nella versione jazz-fusion di
"On Green Dolphin Street" e le fluenti e flessuose forme sonore di
Annibale Guarino tra le tinte samba di "St.Thomas". Venature latineggianti
anche nell'evergreen "It don't mean a thing" dove la vigorosa orchestrazione
coinvolge a tratti anche più della melodia.
"What's New" è il brano più soft dell'album, nel quale
Jerry Popolo
al sax alto definisce la parte melodica con andamento dinamico e ben equilibrato
nelle angolature cromatiche, attento nella rielaborazione di movimenti armonici
che escludano modelli prefissati e troppo spesso abusati.
Unico brano scritto da Di Natale è "Bluesserge" in cui l'orchestra
esegue un classico giro di scala blues, caratterizzato dal vivace background
disegnato dal basso di
Pippo Matino
e dalla consueta energia dei fiati. "In A Mellow Tone" viene riletta secondo
un tipico e fluidifico modus swing che a tratti ricorda, benché difforme nella strumentazione,
i chiaroscurali arrangiamenti del jazz manouche.
La session è interessante e densa di virtuosismi, tanto nei complessi
contrappunti quanto nelle rapide evoluzioni solistiche; in tal senso non sorprende
che siano quasi assenti temi quieti o rilassati. La poliedricità delle scelte sonore
e l'ottima qualità esecutiva di questo ensemble dalle importanti capacità
tecniche fa sì che la performance non risulti mai banale o dèjà écouté.
Da encomiare il considerevole lavoro di
Sergio Di Natale
nella riscrittura degli originali e nell'ideazione dei piacevoli arrangiamenti.
Interessante ed estremamente condivisibile la scelta di dar nuove coloriture a standards
indimenticabili, fatto che – purtroppo - sempre più raramente ed inspiegabilmente
accade nel mondo delle blue notes.
Fabrizio Ciccarelli e Andrea Valiante per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.460 volte
Data pubblicazione: 02/05/2010
|
|