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Tonolo - Goldstein - Birro - Ciancaglini
Farfalle

1. Farfalla (G. Goldstein)
2. Barchesse (P. Birro)
3. Tha Phoenicians (G. Goldstein)
4. Nivasio (P. Tonolo)
5. Panetelas (P. Tonolo)
6. Perugia (G. Goldstein)
7. Arco (P. Tonolo)

Pietro Tonolo -
sax
Gil Goldstein -
fisarmonica
Paolo Birro -
piano
Pietro Ciancaglini -
contrabbasso


EGEA Records
Via della Stella, 14
06123 Perugia
Tel: 075-5716337
Fax: 075-5717985
E-mail: info@egearecords.it
www.egearecords.it

«Legato alla melodia collettiva e a certe versificazioni rupestri, "Farfalle" si pone quasi come la lettura di un racconto sfogliato sotto gli alberi di un meriggio primaverile. Disco quietamente misurato e quotidiano insomma. Prova ne siano le attraenti allegorie di Birro in Barchesse o gli umori brillanti di Perugia, composta da Gil Goldstein (ultimo braccio destro di Gil Evans), fisrmonicista “montaliano” e in perfetta antitesi con l’introspettivo tratto semantico di Tonolo, il quale s’aggroviglia fitto nel tango di Panetelas o si disarma nel bell'epilogo di Arco».
Gianmichele Taormina

Crederci o meno non è obbligatorio e neppure così importante, nonostante la semantica si presenti con regolarità nel discorso musicale, quasi fosse un suo valore aggiunto. La semantica è un concetto filosofico che segue i tempi e i movimenti causati dal cambiamento - evolutivo o involutivo, dinamico o immobile - della società in cui viviamo. Per questo mentre alcuni credono che il suono sia un'entità chiusa in sé stessa (una vecchia e asettica speranza di alcune avanguardie del Novecento), altri considerano il descrittivismo come una fra le espressioni più pure dell'astrattismo musicale.
Altri ancora sono dediti, invece, a quella "musique d'ameublement" (oggi trasformatasi forse in new-age o ambient) che Satie avrebbe voluto imporre al pubblico, anticipando i gusti della fine del XX secolo, spesso nascosto in un suono anonimo e votato al sensazionalismo "in vitreo". Pietro Tonolo penso sia uno fra i pochi jazzisti in grado di perpetuare una ricerca che sappia ancora dare corpo e significato alle note. Un artista che si chiede, come faceva Max Weber: "Che cos’è la musica?". Difficile rispondere, anche se il suo essere descrittivo, accennatamente impressionista ma mai stravagante o fuggevole, legato al lato figurativo ma non semplicemente "divulgativo" delle note (capace di viverle, fotografandole) ci offre alcuni piccoli indizi su come poter considerate questa produzione.

L'impianto formale del disco è fatto di concretezza e aleatorietà (non consideriamo il termine musicalmente ma solo idealmente) dando il senso di una completezza e di un rigore che, però, non vogliono essere del tutto rifiniti o severi. In "
Farfalla", se di semantica vogliamo parlare, si immagina o l'immagine è un qualcosa di diverso, proiettato in noi? Esiste emozionalmente, negli "svolazzi" dei sax e in quella fisarmonica che Gil Goldstein governa con piglio puntillista, da artigiano di un suono da sagra popolare vista dalla finestrella della propria anima. Eppure non è così semplice: c'è un tango (Panetelas) e temi che tradiscono un'etnicità (The Phoenicians) colta con vigore e con la necessità di dare il via ad un gioco "dispettoso" di richiami, di passaggi dove l'improvvisazione è il naturale prolungamento della melodia.

Attraverso equilibri e timbrica il sassofonista indaga il suo mondo fatto di tenere ambiguità, di canzoni senza parole (ma la linea del cantabile è solida), di racconti senza pagine (basta la fantasia), di poesie fatte di accenti e mescolanze liriche. Lo spazio è un concetto determinante - l'ennesimo - perché induce a pensare ad una sorta di "marginalità", di inquietante lontananza, di una ricerca irrequieta. Questi sette brani scivolano l'uno nell'altro, le note che li compongono vivono di "spazialità", dei contrasti di questa entità fortemente mediterranea che considera il tempo con saggezza, come fanno gli assoli di Tonolo a volte "abbandonati" sull'interagire di piano, fisarmonica e contrabbasso che variano, riprendono, si riappropriano della magia dei temi. Pietro elabora, in tutti i suoi molteplici aspetti, la materia: lo fa tradendo sempre un interesse particolare nei confronti dei conflitti strutturali, delle chiose armoniche, delle sfumature. Il fascino del contrappunto, la levità dei rapidi passaggi d'impronta quasi cameristica (in
Arco), la pungente chiazzatura del tenore che fraseggia con un chiarore spregiudicato rinunciando a qual si voglia esercizio di stile trasformano "Papillion" in un piccolo capolavoro. E' una questione di piani sonori mutanti; di sintesi, azione e trasformazione in un continuo divenire, dove il senso della misura e della proporzione riveste un ruolo prioritario di "spinta".

Un lavoro, quindi, che non manifesta l’idea del folclore da bazar sottocasa, che non appiccica il jazz alla tradizione, che non svolge un compitino per compiacere. Un'opera, piuttosto, che utilizzando "processi di conversione" (i dati di partenza servono per superare il convenzionalismo sonoro) va alla deriva con coraggio, verso aperture dinamiche pronte ad accogliere un nuovo concetto di modernità che non sia sola espressione di un agire muscoloso e virtuosistico ma anche e soprattutto di interazione emozionale e umana. Ecco perché Paolo Birro, al piano, e Pietro Ciancaglini al contrabbasso, sono i conduttori di un ritmo di "spostamento" e non solo i protagonisti di un semplice accompagnamento. .
Davide Ielmini - Giugno
2002  






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Stepping on stars - Joe Locke Rosario Giuliani Dado Moroni (Egea Records-Umbria Jazz)
Spot nuova uscita discografica 2011 "STEPPING ON STARS" J.LOCKE-R.GIULIANI-D.MORONI(EGEA RECORDS-UMBRIAJAZZ) www.egeamusic.comRegistarto dur...
inserito il 24/12/2010  da EgeaRecordsMusic - visualizzazioni: 6309


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Data pubblicazione: 16/11/2002

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