Facile
immaginare che l'aggettivo atteso per questo cd sia «delizioso. Lo è,
effettivamente. Musiche di Gorni Kramer, l'uomo di Rivarolo Mantovano
che riuscì a suonare il jazz con la fisarmonica, impresa ardua ai suoi
tempi e abitudine fin troppo diffusa ai tempi nostri. Musiche assemblate
in forma di sette «suite», dove convivono con cadenze, citazioni,
divagazioni, interludi, preludi, cioè con assoli e parti improvvisate
dei solisti coinvolti: oltre allo stesso Coscia, ci sono Gianluigi
Trovesi (sax, clarinetti), Dino Piana (trombone), Andrea
Dulbecco (vibrafono), Paolo Manzolini (chitarra). La grazia e
la misura, oltre alla fluidità delle variazioni», non mancano. E quando
interviene l'Orchestra da camera di Nembro Enea Salmeggia diretta
da Carlo Boccadoro la discrezione è garantita e l'atmosfera
jazzistica non turbata. Bene: tutto al servizio di un amarcord. Il
progetto è quello di un amarcord. Nostalgie in un immaginario teatrino
tipo Studio uno dove, a un certo punto, va in onda una medley di motivi
di Gorni Kramer. Il jazz, la musica delle rivoluzioni e delle
trasformazioni, vive di ricordi. O no?
m.ga. - il manifesto
In questo
caso possiamo sicuramente parlare di esperimento riuscitissimo,
d’eleganza più unica che rara. Gianni Coscia, assieme a Dino
Piana e a Andrea Dulbecco, oltre all’Orchestra da Camera
di Nembro Enea Selvaggia diretta da Carlo Boccadoro, ci
regala un disco assolutamente delizioso che omaggia Gorni Kramer con uno
stile, una felicità di esecuzione, di incastro sonoro, che non si può
non definire sublime. Jazzy levigatissimo, pop da camera, echi da
"colonna sonora classico-italiana", improvvise fughe in avanti "free",
riferimenti alla canzone italiana d’ancient regime, fanno di questo
album un autentico, fuori d’ogni moda o ricalco, riuscitissimo esempio
di buon gusto musicale e di sopraffina inventiva.
P.B. -
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