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André Mehmari
Veredas
Egea (2013)
1. Um anjo nasce
2. Veredas
3. Os amore dificeis
4. O espelho
5. Toada
6. Cine Paradiso
7. Di menor
8. Acontece
9. Pra dizer adeus
10. Luz negra
11. Eternamente
12. Felicidade
André Mehmari - piano, voce, fisarmonica,
basso elettrico, violino, flauto, clarinetto, batteria, percussioni, sinth, rabeca,
mandolino, organo, celesta
Hamilton De Holanda - mandolino
Teco Cardoso - sax baritono (5)
Neymar Dias - contrabbasso (1, 3)
Sérgio Reze - batteria (4, da 9 a 12)
Mônica Salmaso - voce (4)
Ná Ozzetti - voce (da 9 a 12)
Rita Altério - liriche (11)
EGEA Records & Distribution
C.so Mazzini, 12
12037 SALUZZO (CN)
Tel. +39 0175 217323
Fax: + 39 0175 475154
E-mail: info@egearecords.it
www.egearecords.it
Un momento di stupore, positivo è ovvio, lo desta leggere quanti strumenti suoni
Mehmari: un elenco sterminato, sicuramente poco consueto, soprattutto per il fatto
che passa dai legni alle corde, dalle tastiere sintetizzate a quelle tradizionali,
oltre a strumenti classici, e anche la rebeca una sorta di violino brasiliano parecchio
utilizzato nel forró.
Con il senno di oggi, si può dire che il musicista brasiliano sia giovane: trentasette
anni passati a suonare grazie alla madre che lo ha condotto per mano verso la musica.
E così, con trascorsi anche nella musica classica, Mehmari ordisce un disco che
attraversa stili e forme, li piega a suo piacimento con un freschezza inaudita.
Le sue composizioni echeggiano di tutte le influenze subite, senza alcuna banalità:
fusion nel vero senso della parola e fuori da ogni contesto storico. Non v'è traccia
di bossa nova ammiccante, e questo è un bene, largo spazio all'improvvisazione jazzistica,
come nel percorso pianistico del brano patronimico, che è il vessillo sonoro dell'intero
album: cambi di tempo, di ritmo, di strutture armoniche, melodia sempre in evidenza.
Cinque composizioni, belle, a suo nome e, poi, largo a Guinga, Cartola (e migliore
interpretazione di Acontee non poteva esserci, perché bagnata di un pianismo
lucido e morbido), Edu Lobo, Nelson Cavaquinho. Poi, un altro tocco di Mehmari
compositore con Eternamente, accompagnato dalle parole e dalla voce della
Salmaso, che di tradizione popolare brasiliana se ne intende.
Ed è questo il fil rouge di Veredas: Mehmari coniuga il jazz con la ancestrale tradizione del Brasile,
ammantandola di classicismi velati e immergendola nel suono più contemporaneo con
tappeti sonori anche sintetizzati, ma mai invasivi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/08/2013
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