Ed: Bhm Productions- 2004 Distribuito da Egea
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Joe Zawinul & The Zawinul Syndicate
Vienna Nights/ Live At Joe Zawinul's Birdland
1. Y'elena
2. Two Lines
3. Do You Want Some Tea, Grandpa?
4. Chabiba
5. Blue Sound/Note 3
6. Rooftops of Vienna
7. Louange
8. East 12th Street Band
1. Café Andalusia 2. Borges Buenos
Aires 3. Tower of Silence 4. Intro to a Mighty Theme
5. Come Sunday 6. Three Postcards 7. Badia
8. Boogie Woogie Waltz
Joe Zawinul - keyboards, vocoder Linley Marthe - bass Sabine Kabongo - vocals, percussion Amit Chatterjee - guitar, vocals on CD1#5,8; CD2#1,2 Manolo Badrena - percussion, vocals on on CD1#5,8; CD2#1,2 Nathaniel Townsley - drums on CD1#5,6,8; CD2#1,2 Alegre Correa - guitar on CD1#1-7; CD2#3-8 Karim Ziad - drums, percussion on CD1#1-4,6,7; CD2#4-8 Aziz Sahmaoui - vocals, percussion on CD1#1-4,6,7; CD2#3-8 Arto Tuncboyaciyan - percussion, vocals on CD1#1-4,6,7; CD2#3-8 Scott Henderson - guitar on CD1#2,6; CD2#7,8
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Frizzanti ed ancestrali sono i temi che si liberano in questo lavoro dell'ex
leader dei Weather Report. Zawinul ci ha abituati a dei live liberi
da schemi ed interpretazioni (Live in Paris, per esempio) e costruisce musica
ed arte, le lacera e le elabora.
In questo doppio lavoro, però, si ascolta ben poco del jazz rock che ha
reso celebre l'ultra settantenne musicista austriaco. I sedici brani sono una sorta
di catarsi, scuotono gli animi – anche quelli più ruvidi – per inanellare armonie
tribali, costrutti quasi ancestrali guidati sapientemente dalle tastiere del leader
e sorretti dalle diversamente colorate voci di Sabine Kabongo, Manolo
Barena,
Scott Henderson, Arto Tuncboyaciyan che alternano momenti
diversi, fisicamente differenti, ma carichi di emozionanti desideri.
L'impegno c'è e si vede. Ma pecca l'originalità compositiva e, per certi
versi, esecutiva. A tanta forza interiore non corrisponde un adeguato passo ritmico
ed armonico. I brani si susseguono con ampio respiro, ma anche con una certa stanchezza.
Luci ed ombre sono fugate dall'apporto della chitarra di
Scott
Henderson che lampeggia su alcuni brani con il suo inimitabile suono.
Le escursioni di Zawinul sono più vicine all'etno – oramai una sua ragione
di vita – che ad altra musica. La tribalità delle percussioni, in alcuni casi, ravviva
le soluzioni eccessivamente semplicistiche e più danzabili (tra tutte:
Badia e
Boogie woogie waltz).
Zawinul, però, sembra aver accantonato completamente le sue lunghe e meravigliose
esperienze del passato.
E' un lavoro fisico, muscolare. Anche se il leader non sembra appassionarsi
più di tanto nelle esecuzioni ma, forse, più nella direzione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/04/2006
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