Non è una compilation di quelle che vanno tanto di moda. E' ben altro. E' una ricognizione su di un genere musicale non ancora approdato a pieno titolo nel nostro Paese. E' una ricerca di nuove sonorità – contaminazioni come piace definirle ai più – che mutuano da culture e tradizioni diverse. Un intersecarsi di timbri, armonie, dialetti musicali. Le passioni, diverse sicuramente, che si amalgamano e provocano emozioni nuove ed allettanti.
E' anche l'incontro tra due culture discografiche accomunate da una particolare e indefessa attenzione a colori e profumi provenienti da ogni dove. La spagnola
Karonte distribuciones e l'italiana Egea che si conferma profonda conoscitrice ed attenta selezionatrice.
Ogni brano è pervaso da una mistica lussuria. L'eccitazione artistica ed amorosa del flamenco si fonde con la passione cerebrale del jazz.
I brani si susseguono in un alternarsi di sapori quasi carnivori. Le fughe pianistiche di Chano Dominguez, capofila di questa tradizione musicale (Solo con Verte e El Toro Y Luna), sono compensate dai passi armonici della chitarra di Carlos Pinana (brano tratto dal Cd
Mundos Flamencos e senza titolo riportato in copertina). Così ad arrivare alle tinte vermiglie di Henry Vincent (Colores del Mediterraneo) o alle cascate sonore del piano di Juan Cortes (Asako).
Il genio compositivo ed esecutivo di Pedro Ojesto, uno dei principali punti di riferimento della scena flamenco jazz che in Tarifa Estambul allinea i valori più alti della tradizione afroamericana con quella ispanica. E tale alchimia si ripete nella suadente La Brisa con l'intrigante voce di Ana Salazar, dal graffiato ribollente.
Ogni brano ha la sua vita gitana, mediterranea, sofferta ma ricca di felicità.
L'irruenza ritmica del flamenco che sposa le improvvisazioni jazzistiche, classiche o estreme.
Da ascoltare sorseggiando un calvados rigorosamente caldo.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia