Una selezione serve a far conoscere meglio, ed in breve tempo, quanto
di nuovo vi è in un determinato spaccato musicale, quanto sia stato prodotto da
una etichetta discografica, nonchè a promuovere gli stessi artisti, ovviamente.
La World Connection,
prolifica, quanto attenta label olandese, distribuita in Italia dalla policroma
Egea, si è oramai attestata
quale etichetta World Music tanto di classe quanto priva di barriere musicali. Il
suo roster di artisti abbraccia il mondo ed i suoi suoni con un unico grande legame:
la voce. La voce da cui ogni suono ha inizio, come recita lo slogan della stessa
casa produttrice.
La collection n. 2
rappresenta il variopinto mondo e la sua intensità espressiva. Una sorta
di giro del mondo in 10 brani, tutti diversi. Brani che rappresentano popoli e culture,
storie e tradizioni. Dall'haitiana Emeline Michel, definita la Joni Mitchell
di Haiti, solo per un'assonanza nel cognome, a mio avviso. E ciò in quanto il timbro
ed il registro vocale della bella cantante creola sono del tutto personali e sfuggono
a paragoni forzati. Si approda, poi, al cantautore angolano Waldemar Bastos,
scoperto dal genio di David Byrne, e che ha collaborato con Chico Buarque de Hollanda.
L'afro peruviana Eva Ayllon, ribattezzata la "Regina del Landò",
rimarca con le sue note, il fascino della musica andina corroborata dalla sensualità
tradizionale del cajòn.
Dalla danzante musica peruviana si giunge alla tristezza del fado interpretato
da Mariza, nuova e acclamata regina della tradizione portoghese. Alla voce
dell'Africa di Mikidache segue il sound dell'Isola di Capoverde ben interpretato
da Tete Alhinho che lascia profumare di salsa cubana (anche in ragione della
sua permanenza nell'isola) le note della sua
Dia c'Tchuva Bem.
L'alternarsi di ritmi, suoni e colori, caratterizza il lavoro. Non poteva
mancare, perciò, una vacazione argentina con il tango interpretato dalla nuova voce
di Buenos Aires, Sandra Luna. Quasi di rigore torna a celebrarsi lo spirito
portoghese con un tributo alla grande Amalia Rodrigues ben interpretato dalla giovanissima
(classe 1982) Joanna Amendoeira, la cui
limpida e calda voce esegue Trago
fados nos sentidos. Le note gipsy dell'ermetico Saban Bajramovic,
già compositore per Emil Kusturica, conferiscono maggiore profondità storica al
lavoro.
Si chiude con i passi verbali della voce di Yanka Rupinka, interprete
e raffinata conoscitrice della tradizione popolare bulgara, già vincitrice di un
Grammy Award.
Tutto a rammentarci quanto la tradizione, ovunque e comunque, non debba
essere mai dimenticata.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/06/2006
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