Jazzitalia - Luca Flores: Love for sale
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Splasc(h)
Luca Flores
Love for sale


1. Love For Sale
2. Waltz For a Sad Day
3. in a Sentimental Mood
4. Toy Town
5. Angela (Paradiso-Limbo)
6. It a uno (Inferno)
7. Waltz For a Sad Day 2
8. Ask Me Now
9. Sophia
10. Your Blue

Luca Flores - piano, tastiere

Special Guests:

David Murray - sax tenore
Nicola Stilo - flauto
Riccardo Dal Fra - Basso
Giulio Capiozzo - batteria

Inoltre:

Fulvio Sisti - Sax alto
Ilaria Kramer - tromba
Raffaello Pareti - basso
Stefano D'anna - sax alto
Franco Nesti - Basso
Alessandro Fabbri - batteria
Michelle Bobko - Voce
Fabio Morgera - tromba
Barbara Casini, Tiziana Simona - Voce
Nicola Vernuccio - Basso
Stefano Rapicavoli, Valerio Abei, Andrea Melani, Walter Paoli - batteria
Riccardo Bianchi - chitarra





Splasc(h) ripubblica "Love for sale" il disco che Luca Flores incise nel 1991. Una decisione commercialmente giusta in un momento in cui si torna a parlare dello sventurato pianista toscano, a distanza di qualche anno dal commosso omaggio che gli rese Walter Veltroni. Su Flores è appena uscito un film, interpretato da Kim Rossi Stuart ed è anche stato pubblicato un libro scritto a quattro mani da Francesca de Carolis e Michelle Bobko la cantante che di Luca fu compagna e che appare proprio in due brani di "Love for sale". La riedizione di questo bel disco è anche tuttavia l'occasione per riaprire il discorso sul musicista, al di là di quella che fu la sua tragica vicenda umana. E' un opera che si può ascoltare senza cercare, come nel solitario "For Those I Never Knew", inciso pochi mesi prima della fine, i segni della tragedia incombente.

Flores aveva trentaquattro anni nel 1991. Veniva da una lunga e proficua gavetta, da anni di lavoro con musicisti come Tiziana Ghiglioni e Chet Baker, da studi musicali impegnativi ed importanti. Era artista polivalente. La copertina del disco è un suo dipinto dai toni accesi e sognanti. Il libretto reca una sua suggestiva, purtroppo profetica, poesia: unico indizio del fosco futuro. Il Flores di quei giorni era anche affascinato dalla possibilità di utilizzare diversi linguaggi musicali. Love for Sale è un disco nel quale quasi ogni pezzo presenta organici strumentali differenti e paesaggi sonori diversi. Personaggio di spicco della seduta fu indubbiamente David Murray. Il grande tenorista, lasciò il suo marchio graffiante su almeno tre dei quattro brani in cui suonò. Due standard (Love for sale e In the sentimental mood) ed il suo "Your blues", che chiude l' album. Merito del pianista fu indubbiamente quello di lasciare scorrere liberamente il torrente lavico tracciato dal sax, nel quale risuonava la voce di tutti i grandi improvvisatori del passato: Coleman Hawkins e Ben Webster in primis.

Nella canzone di Ellington (al piano elettrico)e nel blues finale Flores seguì Murray come un segugio, volando alle sue altezze: riempiendo, con le sue improvvisazioni, scabre ed essenziali, gli spazi lasciati aperti dal sax. Altro omaggio alla tradizione fu il monkiano "Ask Me Now": un Monk leggero e fluttuante, cantato dalla tromba di Fabio Morgera. Poi pezzi jazzistici improntati, come detto, alla ricerca di nuove soluzioni timbriche, anche se sempre intensamente melodici. Condotti dal leader con fuoco pacato, eleganza inquieta, appassionata misura. Flores usò spesso anche l' elettronica in quelle sedute. Bello in "Waltz for a sad day 2" il suo dialogo con il flauto di Stilo e la chitarra elettrica di Riccardo Bianchi.

In due brani particolari, entrambi dedicati a Chet Baker, Flores volle lasciare un suo segno del tutto personale. In "Angelo (Paradiso- Limbo)", una canzone di Tenco cantata dalla Bobko (proveniente dalla lirica), fece affiorare echi lontani di Monteverdi, sul tappeto di notturne sonorità elettroniche. In "It a Uno (Inferno)" quindici musicisti (con tre voci femminili) dettero vita ad una pagina tempestosa, quasi sinfonica.

Tutto il disco è comunque da ascoltare. Per la ricchezza del leader e la solidità dei suoi partners. Flores andava cercando un suo linguaggio, lo inseguiva con passione ed intensità. Non era un genio, come molti hanno affermato sull'onda di emozioni vere ma altre da quelle musicali. Il suo orribile destino ci ha privato comunque di un musicista che avrebbe potuto lasciare tracce importanti.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia

Recensione del libro "Angela, Angelo mio, io non sapevo"







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inserito il 04/06/2010  da HandEyeFamilyMusic - visualizzazioni: 7996


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Data pubblicazione: 21/10/2007

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