Splasc(h) ripubblica "Love for sale" il disco
che Luca
Flores incise nel 1991. Una decisione
commercialmente giusta in un momento in cui si torna a parlare dello sventurato
pianista toscano, a distanza di qualche anno dal commosso omaggio che gli rese
Walter
Veltroni. Su
Flores
è appena uscito un film, interpretato da Kim Rossi Stuart ed è anche stato
pubblicato un libro scritto a quattro mani
da Francesca de Carolis e Michelle Bobko la cantante che di
Luca
fu compagna e che appare proprio in due brani di "Love for sale". La riedizione
di questo bel disco è anche tuttavia l'occasione per riaprire il discorso sul musicista,
al di là di quella che fu la sua tragica vicenda umana. E' un opera che si può ascoltare
senza cercare, come nel solitario "For Those I Never Knew", inciso pochi
mesi prima della fine, i segni della tragedia incombente.
Flores
aveva trentaquattro anni nel 1991. Veniva da
una lunga e proficua gavetta, da anni di lavoro con musicisti come
Tiziana
Ghiglioni e
Chet Baker,
da studi musicali impegnativi ed importanti. Era artista polivalente. La copertina
del disco è un suo dipinto dai toni accesi e sognanti. Il libretto reca una sua
suggestiva, purtroppo profetica, poesia: unico indizio del fosco futuro. Il
Flores
di quei giorni era anche affascinato dalla possibilità di utilizzare diversi linguaggi
musicali. Love for Sale è un disco nel quale quasi ogni pezzo presenta organici
strumentali differenti e paesaggi sonori diversi. Personaggio di spicco della seduta
fu indubbiamente David Murray. Il grande tenorista, lasciò il suo marchio
graffiante su almeno tre dei quattro brani in cui suonò. Due standard (Love
for sale e In the sentimental mood)
ed il suo "Your blues", che chiude l' album.
Merito del pianista fu indubbiamente quello di lasciare scorrere liberamente il
torrente lavico tracciato dal sax, nel quale risuonava la voce di tutti i grandi
improvvisatori del passato: Coleman Hawkins e Ben Webster in primis.
Nella canzone di Ellington (al piano elettrico)e nel blues finale
Flores
seguì Murray come un segugio, volando alle sue altezze: riempiendo, con le
sue improvvisazioni, scabre ed essenziali, gli spazi lasciati aperti dal sax. Altro
omaggio alla tradizione fu il monkiano "Ask Me Now":
un Monk leggero e fluttuante, cantato dalla tromba di
Fabio Morgera.
Poi pezzi jazzistici improntati, come detto, alla ricerca di nuove soluzioni timbriche,
anche se sempre intensamente melodici. Condotti dal leader con fuoco pacato, eleganza
inquieta, appassionata misura.
Flores
usò spesso anche l' elettronica in quelle sedute. Bello in "Waltz
for a sad day 2" il suo dialogo con il flauto di
Stilo
e la chitarra elettrica di Riccardo Bianchi.
In due brani particolari, entrambi dedicati a
Chet Baker,
Flores
volle lasciare un suo segno del tutto personale. In "Angelo
(Paradiso- Limbo)", una canzone di Tenco cantata dalla Bobko
(proveniente dalla lirica), fece affiorare echi lontani di Monteverdi, sul tappeto
di notturne sonorità elettroniche. In "It a Uno (Inferno)"
quindici musicisti (con tre voci femminili) dettero vita ad una pagina tempestosa,
quasi sinfonica.
Tutto il disco è comunque da ascoltare. Per la ricchezza del leader e
la solidità dei suoi partners.
Flores
andava cercando un suo linguaggio, lo inseguiva con passione ed intensità. Non era
un genio, come molti hanno affermato sull'onda di emozioni vere ma altre da quelle
musicali. Il suo orribile destino ci ha privato comunque di un musicista che avrebbe
potuto lasciare tracce importanti.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
Recensione del libro "Angela, Angelo mio, io non sapevo"
04/05/2008 | 1 marzo 1984: ricordo di Chet Baker al Naima Club di Forlì: "La sua voce sottile, delicata, sofferta, a volte infantile, mi è rimasta dentro il cuore per molto tempo, così come mi si sono rimaste impresse nella memoria le rughe del suo viso, profonde ed antiche, come se solcate da fiumi impetuosi di dolore, ma che nello stesso tempo mi sembravano rifugi, anse, porti, dove la sua anima poteva trovare pace e tranquillità. La pace del genio, la pace del mito, al riparo delle tragedie che incombevano sulla sua vita." (Michele Minisci) |
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Data pubblicazione: 21/10/2007
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