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Luca Alex Flores – Bruno Marini
Riddles
Splasc(H) Records Digitally remastered
1. Calligraphy 4:12
2. Conformity 3:56
3. Complicity 4:06
4. Quiet 4:07
5. Echoes 2:50
6. Riddle 4:43
7. Whirlpool 2:56
8. Toys 4:10
Inverse Intermission
(Bonus Tracks previously unreleased)
9. Part 1 5:03
10. Part 2 7:25
11. Part 3 2:06
12. Part 4 4:31
13. Part 5 5:29
14. Part 6 1:04
Luca Flores
- piano
Bruno Marini - sax baritono e clarinetto basso
E' stato un caso scoprire questo incredibile cd, ciò grazie ad un recente scambio
di e-mails tra chi scrive e Renato Bertossi, responsabile delle vendite della Splasc(H)
Records. Argomento del nostro scambio di messaggi era il pianista
Luca Flores,
morto suicida nel 1995, la cui tragica vicenda
ha raggiunto anche il grande pubblico dopo la pubblicazione del libro di
Walter Veltroni
"Il Disco
del Mondo: vita breve di Luca Flores, musicista", e con il film "Piano,
solo" di Riccardo Milani, usciti nel 2007.
Il disco originariamente venne inciso su vinile nel 1986,
un anno prima di "Dreams" e purtroppo ormai è anch'esso introvabile, ma fortunatamente
è stato rimasterizzato in digitale dalla Splasc(H) Records e con l'aggiunta di ben
sei tracks di materiale inedito!
Si tratta di un disco in duo dove Flores improvvisa al pianoforte con Bruno Marini
al sax baritono e clarinetto basso. In pratica si ascoltano due dei quattro elementi
presenti nel successivo album "Dreams".
"Riddles" è un disco straordinario: bastano poche note per essere risucchiati nella
dimensione dell'improvvisazione pura. Ogni traccia crea istantaneamente uno scenario
diverso. Niente elementi strutturali convenzionali, niente temi precostituiti. Solo
l'immensa capacità di questi grandi artisti di dialogare fra di loro, creando colori
e situazioni anche molto diverse, ma tutte di grandissimo impatto emotivo e di perfetto
equilibrio.
Come scrive Paolo
Birro nelle liner notes, non si conosce il modo in cui questo lavoro
sia stato concepito. Ma sembra essersi trattato di libere improvvisazioni a partire
da un "incipit" che può essere stato una suggestione di intervalli, o una figura
ritmica, o il colore di un modo o il suono di un accordo. Vengono accuratamente
evitate cellule melodiche o progressioni armoniche precostituite. Non esiste il
ruolo di solista ed accompagnatore. I due musicisti procedono per linee parallele
(con rari momenti di sospensione di una delle due), caratterizzate da un'incredibile
fluidità, in situazioni in continua evoluzione e grande coerenza interna. Dopo aver
ascoltato questo disco, non permane dentro di noi il ricordo di un tema o di una
figura ricorrente, bensì l'incanto di suoni, in una gamma di sensazioni difficili
da descrivere.
Sempre Birro descrive Luca come un pianista "limpido e sapiente", dotato di una
purezza di sentimenti veramente unica e la cui creatività trova espressione attraverso
la disciplina della sua preparazione. Ma la riuscita di questo duo è dovuta in egual
misura anche alla grande intelligenza di Bruno Marini, capace di interloquire
con Flores attraverso la propria voce con il proprio fraseggio molto personale.
Paolo Birro
ci narra di aver potuto ascoltare dal vivo questo duo in un locale di Verona, circa
diciassette anni fa, durante la settimana in cui fu poi effettuata questa registrazione,
in un contesto fra i peggiori immaginabili per una performance di jazz di questo
genere: presenza di pubblico casuale, rumoroso e distratto, pianoforte verticale
pessimo (anzi "quasi indecoroso", per usare le sue parole), ma la performance fu
invece di eccezionale intensità e bellezza. Troppe volte, dice Birro, non rimangono
tracce né testimonianze dei momenti magici del jazz suonato dal vivo. Invece, ascoltando
questo disco registrato pochi giorni dopo, Birro si rese conto che documentava molto
bene quel concerto, facendogli riprovare le medesime forti emozioni.
"Riddles" è un disco dal quale emergono tutte le qualità musicali di
Luca Flores,
la sua enorme capacità improvvisativa e la sua visione del jazz che era incredibilmente
proiettata in avanti. Da queste tracce comprendiamo anche quanto sia stato riduttivo
e penalizzante il modo in cui l'artista ci è stato riproposto in questi ultimi anni.
Grazie a queste registrazioni abbiamo oggi fortunatamente la possibilità di riascoltarlo,
di conoscerlo meglio e di poterlo ricordare in tutta la sua grandezza.
Rossella Del Grande per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/01/2011
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