Ci sono possibilità diverse di leggere il libro nel quale Michelle Bobko,
racconta la storia del suo uomo, e quella del loro amore. In un luogo come questo
dove si cerca di raccontare la musica, converrà forse lasciare sullo sfondo la storia
in sé e focalizzare l' attenzione sul jazzman
Flores
così some lo racconta la sensibilità della sua compagna. Non perché la vicenda narrata
non meriti attenzione ma per una sorta di pudore. Sentimenti tanto difficili e complessi
non possono essere spiegati né riassunti, vanno lasciati alla elaborazione e alla
valutazione del lettore. Al silenzio interiore che occorre per addentrarvisi. Non
possono essere filtrati. Il libro è comunque buono, poetico, a tratti raffinato.
Torniamo quindi al musicista
Flores.
Dalla narrazione emerge un professionista metodico, attento, severo con sé stesso
e con gli altri. Misurato, equilibrato, quasi pacato. Inquieto, ovviamente, come
deve essere un artista ed un suonatore di jazz in particolare, ma rigoroso. Un amante
di Debussy, il cui suono degenera in spirali angosciose, urla di dolore, solo quando
la malattia torna ad aggredirlo.
La musica è presente in ogni pagina del libro. Passione fatica, sofferenza
e liberazione, ricerca della perfezione e dell'ordine razionale che la malattia
negava. Un mezzo per riscattarsi ed un fine da raggiungere. Era tutto questo per
Flores.
Ed un modo, importantissimo, per comunicare con Michelle.
Questo tema, questa traccia che la musica lascia in ogni pagina, si direbbe
quasi in ogni riga, rende il libro particolarmente affascinante, al di là della
storia che narra. Non è solo la vicenda di
Flores
ad essere raccontata. E' anche la storia di un grande amore per quel mondo infinito
ed inquietante che le note raccontano. In questo senso "Angela …" è un libro
che toccherà il cuore degli appassionati. Parla un linguaggio al quale tutti noi
che in qualsiasi maniera, musicisti o semplici ascoltatori, professionisti o dilettanti,
siamo sensibili ed aperti.
C'è anche un cd allegato al libro, nel quale Michelle canta "live"
alcuni brani di Luca, oltre che di Beirach e Jobim accompagnata da un buon ensemble
di musicisti toscani. Un disco interessante e ben eseguito, pur senza toccare le
punte di emotività della pagina scritta.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/10/2007
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