In tempo di riletture jazzistiche di highlights del pop italiano, un posto
significativo occupa Ancora sogni
del Mario Piacentini Trio. Il cd è ricco di esecuzioni di notevole
spessore, non di rado intense e toccanti, segnate da un moto interiore venato di
note malinconiche, del tutto congeniali al pianismo colto e sensibile di Piacentini,
ben accompagnato da Riccardo Fioravanti e da Marco Tonin, strumentisti
di prim'ordine.
Particolarmente interessante è la riproposizione di
Tema de I Giganti,
in cui l'improvvisazione risulta fresca, stilisticamente elegante per il modo bop
col quale il trio sa esprimersi con linguaggio moderno, meditativo ed incisivo.
In tal senso, torna alla mente (senza che il paragone sia irriverente) Bill Evans
col suo fluire pianistico raffinato ed introspettivo, supportato da ritmiche storiche
(Scott Lafaro, Paul Motian, Eddie Gomez, Percy Heath, Philly Jo Jones) cui sembrano
riferirsi il bravo Fioravanti e il poliedrico Tonin non con intenzioni
imitative bensì con efficace personalizzazione dei modi di esplorarne le coloriture.
Altrettanto convincente appare il disegno armonico di
Senza fine, brano tra i
più rivisitati anche in ambito jazzistico, che qui trova forse una delle migliori
interpretazioni sia a livello formale che sul piano dell'abbandono del tema per
attimi di pura creatività e calda espressione.
Andora e
Sonatina per Maria sono
opera dello stesso pianista; più convincente la prima, originale dal lato compositivo
nell'intenzione di evocare un fluire della memoria, ricordi intimi del paesaggio
ligure che trovano luogo nel tono elegiaco e commosso della pièce in coerente linea
esecutiva con quanto proposto di onirico nell'album che, non a caso, "Ancora
sogni" sembra davvero indicarci.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzzitalia