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Biréli Lagrène
Gipsy Trio
Dreyfus Jazz
1. Lullaby of Birdland 02:58
2. New York City 02:33
3. Le Soir 04:10
4. Limehouse Blues 03:45
5. Poinciana 03:06
6. Schon Rosemarin Night and Day 04:20
7. Sir Fd 02:12
8. Something 04:55
9. Made in France 02:20
10. Singin in the Rain 03:27
11. Tiger Rag 02:48
13. Micro 02:11
14. Be My Love 03:26
Biréli Lagrène - chitarra
Hono Winterstein - chitarra
Diego Imbert - contrabbasso
Distributed by
Egea Distribution
A cento anni dalla nascita di Django Reinhardt - l'ex
bambino prodigio, chitarrista e compositore, dal tocco inconfondibile - Biréli
Lagrène, gli rende omaggio mediante un disco godibilissimo, con una scaletta
ben disegnata che alterna standards, originals ed un solo pezzo di Reinhardt, scelto
tra quelli meno eseguiti. Una sensazione di freschezza, che spinge a dissetarsi
alla fonte di una sorgente che dispensa un'acqua squisita, ci prende ogni volta
che la musica si espande dal lettore CD. E ad ogni ascolto notiamo, o ci soffermiamo
su qualche cosa che prima ci era sfuggito, il virtuosismo di Lagrène, l'accompagnamento
di Winterstein, la cavata di Imbert.
"Lullaby of Birdland", uno standard da molti rivisitato,
brilla per l'improvvisazione pirotecnica di Lagrène. "New York City" è caratterizzata
da un veloce ostinato che può portare alla transe. In "Limehouse blues"
affascina l'assolo di contrabbasso con l'archetto di Imbert. La morbida "Poinciana"
diventa ancora più delicata per un solo con gli armonici: le note accarezzate ci
fanno ancor più assaporare la linea melodica del tema. Simpatico l'accostamento,
nell'unica medley, di un brano tradizionale, del repertorio del compositore austriaco
Fritz Kreisler, "Schon Rosmarin", alla fine della cui breve esposizione il
trio attacca una velocissima "Night & Day".
Per celebrare i 15 anni dell'etichetta, Lagrène ha composto e
dedicato al fondatore,
Francis Dreyfus,
la delicata "Sir F.D.". Una swingante "Something" precede un valzer
originale, sempre di Lagrène, pieno di ardore. Gioiosissima, con un inizio di tema
fischiettato all'unisono con la chitarra, è "Singin' in the rain", dal film
omonimo, che si conclude addirittura con la melodia finale cantata. Velocissima,
"Tiger Rag" ricorda il periodo dell'early jazz, rivisto attraverso l'esperienza
di un jazzista moderno. Si passa ad una ballad "Change Partners", prima di
rendere omaggio a Django con la veloce "Micro". Ed eccoci al finale, semi
operistico, affidato alla voce del tenore Roberto Alagna, nato in Francia
da genitori emigrati dalla Sicilia. E' una semplice canzone pop, forse volutamente
strappalacrime, ma riesce ad evitare quella nefasta sensazione di sdolcinatezza
che a volte si verifica ascoltando simili brani.
Winterstein è un solido accompagnatore ritmico e rende
ancora più spericolato il solismo irrequieto di Lagrène, il quale si lascia trasportare
dalla propria mente, eseguendo improvvisazioni ad ogni ascolto stupefacenti.
Imbert, infine, grazie al tocco, all'attenzione ai particolari e ad un ottimo
drivin', si conferma uno dei contrabbassisti francesi più richiesti negli ultimi
anni, forte di numerose e più varie partecipazioni in qualità di musicista di studio.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/06/2010
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