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Jimmy Scott al Blue Note di Milano
Milano, 24 ottobre 2006 – primo set
Testo e fotografie di Eva Simontacchi
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Jimmy Scott nacque a Cleveland, Ohio, il 17 luglio 1925. 81 anni dopo,
Jimmy sta ancora calcando le scene e portando la sua musica a migliaia di fan in
tutto il mondo. Sposatosi la vigilia di Natale del 2003
con Jean McCarthy, è partito con sua moglie per un tour europeo con tappe
a Londra, Istanbul, Parigi, Austria, Monaco, Milano. Jimmy Scott è dotato
di un timbro vocale metallico inquietante ed inconfondibile quanto quello di
Billie Holiday, un fisico minutissimo, quasi adolescenziale. Si tratta di un
ricordo indelebile di una disfunzione ormonale piuttosto rara, la sindrome di Kellmann,
mai curata a dovere in gioventù.
Jimmy Scott è stato un artista di culto, quasi un mito, negli anni in
cui aveva potuto lavorare nella maniera a lui più congeniale: avanti e indietro
per gli States, nelle immense ballroom e nelle leggendarie sale da concerto, in
compagnia di
Lionel Hampton negli anni '40
e di Ray Charles negli anni '60. Chissà
mai perché, Jimmy Scott era poi caduto in disgrazia, dimenticato da tutti.
In questa tristissima situazione sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni
se non fosse stato riscoperto un paio d'anni fa da Lou Reed, e più avanti
da David Byrne e David Lynch.
L'hanno
riportato di peso sotto le luci della ribalta, dove il Gran Vegliardo – perfetto
"pendant" a stelle e strisce dei cubani Compay Segundo, Rubén Gonzales
e Ibrahim Ferrer – si trova tuttora perfettamente a suo agio, come abbondantemente
dimostra il suo ultimo album, "Holding Back The Years".
In questo album riprende, con invidiabile verve alla testa di un ensemble dall'inconfondibile
profumo jazzistico, alcuni evergreen del rock di tutti i tempi: "Jealous
Guy" di John Lennon, "Slave To Love"
di Brian Ferry, "Holding Back The Years" di
Mick Hucknall e "Nothing Compares 2U" di Prince.
Ray Charles descrive Jimmy in questo modo: "Quest'uomo è tutto feeling.
Ha definito cosa significhi la parola "soul" nel canto prima ancora che a qualcuno
venisse in mente di usarla."
Il suo amico e collega musicista Lou Reed dice di lui: "Ho conosciuto
Jimmy Scott attraverso il notevole songwriter Doc Pomus. Ne avevo sentito parlare
da anni. Al raduno tra gli amici, dopo la morte di Doc, Jimmy cantò. Ha la voce
di un angelo, e può veramente spezzarti il cuore. Ho ascoltato Jimmy e ho anche
cantato con lui molte volte da allora. Ecco il cantante per i cantanti, se le etichette
possono significare qualcosa. Ascoltare Jimmy è come ascoltare il canto di un cuore.
L'esperienza di vita e l'arte dell'espressione cantano attraverso Jimmy e ci rendono
suoi compagni nella sua incredibile passione. Lo adoro e non voglio mai accomiatarmi
da lui. Quando la canzone termina con l'ultima nota di Jimmy, ritorniamo nel mondo
come l'avevamo lasciato prima. Non tanto bello, non tanto appassionato. E possiamo
solo restare in attesa che Jimmy canti ancora per portarci ancora un po' più in
alto."
Lo
scomparso cantante blues e compositore Doc Pomus, amico di lunga data di
Jimmy, disse di lui: "Jimmy può raggiungerti nei tuoi sentimenti più profondi
e anche trovare dei punti che nemmeno tu pensavi di avere. Canta le note lente più
lentamente di chiunque altro ed ha un modo di effettuare il bending sulle note che
è veramente portentoso. E' come se stesse cercando di scoprire quanto sia in grado
di controllare e tentare una nota senza scombinare il suo orecchio assoluto.
Canta
molto indietro sul tempo, più indietro di qualsiasi altra persona io abbia mai sentito,
ed ogni volta che mi capita di pensare che sia rimasto inesorabilmente indietro,
ritorna al passo. La sua metrica è sempre impeccabile. Ha un vibrato ampio, e la
combinazione del suo timing, della sua intonazione, e del suo sound leggero e dolce
imbeve ogni canzone una qualità sognante, di fantasia d'amore. Nessuno canta come
lui o ha un sound come il suo."
La Band
The Jazz Expressions è un quartetto bop che ha fatto tour in tutto il
mondo con il leggendario Little Jimmy Scott. Con la benedizione di Jimmy
questo affiatato gruppo sta riscuotendo un meritato successo dopo l'uscita del loro
ultimo album "On The Road", una sorprendente
collezione di composizioni originali che spaziano dallo Swing al Latin al Funk.
La band è formata da: Aaron Graves (piano), Dwayne Broadnax
(batteria), Talib Kibwe (sax e flauto traverso), Hillard Greene (contrabbasso).
"Non posso esprimermi abbastanza parlando del gruppo "The Jazz Expressions".
Sarebbe difficile riuscire a trovare musicisti più dediti o più brillanti di loro.
Le loro improvvisazioni e le loro progressive unioni sono impeccabili. Per chi apprezza
la simmetria jazzistica della più alta qualità, dico che non si potrebbe trovare
di meglio." John Hoglund/Backstage
The
Jazz expressions hanno accompagnato Jimmy Scott per 15 anni, con Hilliard
(Hill) Greene in qualità di Direttore Artistico dal
1994.
Il Concerto
La back-up band di Jimmy Scott, "The Jazz Expressions", sale
sul palco e apre la serata con un accattivante brano strumentale tratto dal loro
album "On The Road". La voce del sax di Talib Kibwe è morbida e penetrante
e Aaron Graves ci concede un assaggio del suo brillante pianismo. L'intera
band è ben bilanciata e ascoltarli è un vero piacere. Dwayne Broadnax alla
batteria e Hilliard Greene al contrabbasso sono il cuore pulsante del gruppo,
e l'interplay tra tutti loro è fluido e impeccabile.
Jimmy
Scott viene poi presentato al pubblico del
Blue Note
da T.K. Blue, e lascia la sedia a rotelle per salire sul palco, dove lo accoglie
Aaron Graves. Si percepiscono il rispetto e la gentilezza con cui la band
accoglie Little Jimmy.
Jimmy Scott, elegantissimo e sorridente, dà inizio al concerto con la
prima canzone. La sua particolarissima voce si fa strada fino alle profondità più
remote della nostra anima con grande intensità. Il suo fraseggio è molto personale
e ineguagliabile. Jimmy Scott ci sta offrendo la sua esperienza e la sua
musica con generosità. Tra le varie canzoni da lui presentate durante il primo set,
spiccano "All The Way", "Embraceable
You" (G. Gershwin) e "Pennies from Heaven".
Durante la serata "The Jazz Exptressions" hanno presentato un altro brano
tratto dal loro ultimo album, "A Single Tear of Remembrance",
in cui T.K. Blue suona il flauto traverso. Il brano è una poesia e la voce
del flauto di T.K. Blue parla all'anima.
Al termine del primo set, Jimmy Scott viene circondato da fan desiderosi
di ricevere un suo autografo sulla copertina di uno dei suoi album o sul programma
della serata. Jimmy Scott sorride a tutti e accoglie ognuno con gentilezza.
E' una bella opportunità aver potuto assistere a un concerto del leggendario
Jimmy Scott. Data l'età e l'esperienza ha molto da dare e da dire, soprattutto
a livello interpretativo. Ecco un piccolo uomo, con una enorme anima in grado di
trasmettere emozioni toccanti e profonde.
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 19/11/2006
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