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Luca Aquino
Aqustico vol. 2
Riverberi (2017)
1. Tag's Smile
2. Frangetta
3. Luna di ghiaccio
4. La danza delle cicogne
5. Lei
6. Cip e ciop
7. White Sky
8. Blue Vessel
9. Blue Sky
Luca Aquino - tromba, flicorno, effetti Carmine Ioanna - fisarmonica Gianpiero Franco - percussioni (5 e 9)
E poi ci sono musicisti come Luca Aquino che tagliano
a fette la musica, che prendono il jazz sul serio per quello che è: musica spontanea
che nasce da una ricerca e che deve andare avanti, non adagiarsi sugli allori del
passato. Il musicista beneventano dialoga con il passato, ma con le idee di un futuro:
inevitabile e, se questi sono gli effetti, da accogliere con il sorriso sulle labbra
e a braccia aperte. Aquino è in viaggio, se non fisicamente lo è sempre con la mente.
Nella prima esperienza si apparentava con diversi compagni di viaggio e più strumenti;
qui il gruppo si assottiglia fino a diventare, per buona parte un duo con l'immancabile
– e impareggiabile – Carmine Ioanna, fino a cooptare in due episodi le coloristiche
percussioni di Gianpiero Franco.
Aquino narra il quotidiano, le radici del folclore del Sud del
mondo con un idioma vivace e verace ("Tag's Smile"), senza mai cadere nella
trappola dell'ovvietà, anche quando la linea melodica padroneggia lo spartito con
illuminanti citazioni da bossa nova ("Frangetta"). Soffia con grazia, arrochendo
i segmenti conici dell'ottone contrappuntati dalle gustose variazioni ritmico-armoniche
di Ioanna, che dosa sapientemente il volume sonoro, esaltando la carezza compositiva
di " Luna di ghiaccio" o facendosi trasportare dalle trame romantico-rupestri
della bella "La danza delle cicogne" (composta da Carmine Ioanna): capace
di evocare la visione di un gruppo di nomadi danzanti in uno iazzo. L'altalena tra
ritmi scoppiettanti e vellutate ballate è un marchio di fabbrica per questo lavoro;
così in "Lei" c'è Charles Aznavour e la sua sempiterna – e
sempre meravigliosa – "Lei (She)". A farle da contraltare troviamo "Cip
e Ciop", ipnotica nel ritmo impresso dalla fisarmonica e sfavillante nelle note
che fuoriescono dalla tromba. Una parentesi avveniristica si conquista "White
Sky", breve e sussultante viaggio onirico, che apre le porte alla sua compagnia
"Blue Vessel", che ci ricorda che "Luca Aquino" sia anche un eccellente
fischiatore; e il suo sibilare s'infrange nel muro di accorgimenti elettronici prima
di lasciare spazio al verbo di Ioanna per un verbo dal passo sicuro e rotondo. Gli
effetti assorbenti, notturni impalpabili dell'eco dei suoni del musicista campano
di "Blue Sky" chiudono un disco polimorfo, con la testa nell'aria rarefatta
e sognante, ma con i piedi saldamente ancorati per terra.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/02/2018
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