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Esce anche in e-book il libro di Alceste Ayroldi sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore delle opere musicali.

Monopoli, sabato 12 marzo - Presentazione libro Alceste Ayroldi.

Nasce Pantuk, sinergia tra Pannonica e Tuk Music.

Alceste Ayroldi pubblica un libro sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore in musica .

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Esce Pentatonic Pyromania di Mimmo Langella, un manuale per arricchire tecniche e fraseggio per chitarra in ambito Pop, Rock, Jazz e Fusion.

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            THE JAZZ RUSSELL (gruppo)
            VARAVALLO Luca (contrabbasso)
Odwalla
Isis



Splasc(h) 2011 (cd+dvd)

CD
1. Leucò Suite: a) La nube; b) La rupe; c) La chimera; d) I ciechi; e) Schiuma d'onda
2. Per Emanuela
3. Pippi

DVD
1. Il morso
2. Cerbero
3. Cristiana
4. Il cappellaio matto
5. Cumana
6. Veleno
7. Yankady
8. La bella e la bestia
9. Pippi

Massimo Barbiero - marimba, vibrafono, steel drum, gong, percussioni, composizione
Matteo Cigna - vibrafono, marimba, dounun, dum dum
Andrea Stracuzzi - tom tom, timbali, steel drum, percussioni
Alex Quagliotti - batteria, steel drum
Stefano Bertoli - batteria
Doudù Kwateh - haalam, dijembé, percussioni, voce in CD 03/04 e DVD
Doussu Tourré - dijembé, tama in CD 03/04 e DVD
Papis Davò - dijmbé, kora in CD 03/04 e DVD
Lao Kouyate - kora in CD 03/04
Nihar Metha - tabla in CD 03/04
Famoudou Don Moyé - batteria, congas, percussioni su DVD
U.t. Gandhi - batteria su DVD
Sellou Sordet, Gérard Diby, Lucien Amani, Nestor Kouame, Derwinn Green - danza su DVD


"Isis" è l'ultimo capitolo pubblicato della storia di "Odwalla", gruppo che, ormai, vanta una vicenda ultraventennale costellata da otto dischi e/ o dvd e da una lunga serie di concerti in Italia e nel mondo.

Il primo Cd è inciso in larga parte in studio e contiene la "Leucò suite", un brano di ventisette minuti, più due registrazioni live dall'open festival di Ivrea del 2009. I "dialoghi con Leucò", a cui si ispira la suite, sono un'opera fra le più importanti di Cesare Pavese, dedicata al rapporto dell'uomo con i miti, da quelli etnologici legati ai popoli primitivi, a quelli classici dell'antica Grecia. Come scrive il critico letterario Gianni Venturi "per Pavese la differenza fra dei e uomini sta nella conoscenza del destino, che rende felici e sereni i primi e nell'infelicità dei secondi che si dibattono in un destino che li condiziona da sempre". Africa e Grecia ancora una volta come motivi da cui muove la ricerca stilistica del compositore eporediese. Non è una novità: la novità sta nel come viene elaborata la riflessione su questi elementi. Il brano più corposo si articola in cinque parti e contiene una progressione tematica e di atmosfera, dall'iniziale "La nube" al finale "Schiuma d'onda". Si comincia preparando un clima, una situazione con suoni sparsi di percussioni. Inizialmente c'è un qualcosa di primordiale, di lontano dalla civiltà, dalla "modernità". Piano piano viene fuori il brandello di un tema, un suono di steel drum che suggerisce una frase e un ritmo semplice e ripetitivo. La batteria prima assente e poi sottotraccia esce piano piano allo scoperto con discrezione. Dialogano pochi strumenti, ma sono sufficienti a creare un'atmosfera più gioiosa, a suo modo. Conducono il gioco i metallofoni, mentre le percussioni hanno la funzione al momento di accompagnamento, dopo aver fornito un colore allo sfondo. Dopo uno stop, si riparte con un dialogo fra marimba e vibrafono sempre su un tempo lento. A questo punto la batteria esce in un solo prolungato, operando apparentemente in controtendenza con il motivo e le variazioni di Barbiero e Cigna, ma, in realtà, il suo percorso è speculare alla melodia e alle sue divagazioni. Nel prosieguo continuano processi in parallelo fra marimba e vibrafono e le percussioni, fino a che non si trova un accordo o meglio si arriva ad un incrocio convenuto. Allora si scopre, si svela un motivo e si va avanti con ruoli più definiti. Chi "canta" e chi "porta la croce". C'è spazio, poi, per un duetto jazzistico vero e proprio fra i due solisti con toni sommessi, ma vivi, palpitanti, che si conclude in una sorprendente ripresa dello standard "Over the rainbow", l'arcobaleno dopo il temporale?



"Per Emanuela" si apre con due kora a colloquio. Si intuisce, prima e si rende chiaro, subito dopo, un tema che viene ribadito pure dalla marimba. Si avverte, a questo punto, un'aria dal sapore orientale/mediorientale che si definisce sempre di più. Tutti ripetono le stesse frasi con coerenza. Parte un solo di Massimo Barbiero alla marimba leggero nella dinamica e lieve nel tono. "Sotto" non c'è un cambiamento sostanziale. Si va avanti con un'ostentata "pigrizia" di fondo. Si riappropriano, infine, della scena gli strumenti a corda che portano a conclusione un pezzo senza limiti temporali, che potrebbe durare sette minuti o sette giorni ininterrottamente. A piacere o ad libitum come si dice nella notazione musicale.

Il vero e proprio cavallo di battaglia "Pippi" chiude il cd. Gli ingredienti sono quelli consueti miscelati, lasciando un qualche spazio ad iniziative individuali. Anche qui largo spazio alla kora, efficaci interventi solistici di marimba e vibrafono e le batterie che dominano la scena con un drummin' potente, selvaggio e colto allo stesso modo per finire il disco con il marchio di fabbrica dell'ensemble: "the world of percussions".

Il dvd contiene la registrazione del concerto del 2010 al teatro Giacosa di Ivrea. Rispetto al cd, gli elementi "visivi" si affiancano a quelli prettamente musicali, fin quasi a dominarli. Si rimane abbagliati, infatti, dalla nutrita serie di combinazioni sceniche che costellano le immagini dell'esibizione, fino a mettere in secondo piano, ad un primo approccio, la musica. Il gruppo di danzatori di colore (ma gli uomini sono dipinti di bianco) imperversa con una fisicità prorompente in virtù di movimenti antichi nell'origine, ma attuali nella concezione. Usano il corpo con una danza che ha le radici nel "tribale", ma adattata, contaminata da altri stili contemporanei.

Il gruppo di percussionisti fa spettacolo a sé. Fiancheggiano i componenti fissi dell'ensemble due ospiti prestigiosi come U.T. Gandhi e Famoudou Don Moye. Da qui nasce un muro ritmico e non solo, spesso, solido e allo stesso tempo morbido, multiforme e multidirezionale. Rispetto al disco, le iterazioni si raddoppiano, come i cambi di strumento, di postazione fra i musicisti. Tutto si dilata, si amplia perché il concerto è, prima di tutto, un evento da celebrare con tutti i sensi, nessuno escluso. La prima traccia, "Il morso" inizia dispersivo, destrutturato apparentemente, per poi connotarsi ritmicamente e melodicamente attraverso il contributo corale di tutti e una danza selvaggia serve a dare un senso tridimensionale al motivo.

In "Cerbero" manca l'apporto dei ballerini. Sono sufficienti i musicisti a riempire il palco con varie trovate. Massimo Barbiero, tra l'altro, si produce in un bel solo alla marimba e Stefano Bertoli non è da meno alla batteria.

"Il cappellaio matto" è su tempo più mosso. Vibrafono e marimba dialogano con molto swing. E non c'è da stupirsi. Sono due jazzisti, in fin dei conti. "Dietro" o a fianco a loro c'è tanta cultura africana e non solo. Dopo una parentesi di calma "tesa", riprende il carosello di suoni, colori e agitazione di corpi, mentre viene ripetuto a iosa il motivo, sempre con qualche variazione, anche minima.

"Cumana" va diritta come una locomotiva. E' un pezzo giocato su un tempo veloce, dove tutti sono più "asciutti" che in altre occasioni. Non ci sono particolari complicazioni. La linearità del brano è supportato da una sapienza organizzativa da parte del leader e dall'apporto convinto e competente da parte della band. Il finale, però, lasciato alle sole percussioni africane è un po' prolisso e fa perdere di vista una peculiarità del cd stesso, far convivere mondi lontani scoprendo un linguaggio "cooperativo" perchè prodotto con l'aiuto di tutti. Qui lo sbilanciamento verso la madre Africa fa inclinare il pezzo verso l'etno-folk puro e semplice, senza rimodellamenti, o "sane rimasticature". Anche "Yankady", motivo tradizionale africano, non convince appieno per i rilievi espressi in precedenza per la conclusione di "Cumana".

Di ben altro spessore sono la breve e lirica "Veleno" e "La bella e la bestia", dove tutti "tirano" il carro con dolcezza e veemenza. Quando la macchina ritmica si mette in moto a pieno regime con tutti gli effettivi a battere sui loro strumenti è un gran bel sentire....

Chiude il dvd un'altra versione di "Pippi". E' un bis e tutti sono più rilassati. Suonano con energia, permettendosi qualche scarto, qualche momento sovraccarico e sovrabbondante nei confronti del percorso consueto, verso il trionfo finale.

Massimo Barbiero con "Isis" realizza uno dei dischi più maturi di "Odwalla". Il cd è splendido. Il dvd racchiude un'esibizione dal vivo. Ci mostra un gruppo che sa suonare e coinvolgere il pubblico in un vero e proprio rito o meglio in un autentico spettacolo, in cui la musica è uno dei componenti, sicuramente il più importante.

Gianni Montano per Jazzitalia







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inserito il 30/04/2008  da Lautarogang - visualizzazioni: 3127


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Data pubblicazione: 24/12/2011

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