Splasch(H) Records
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Nat Trio
Nat Trio
1. N1
2. La Jalousie
3. Thank’s for Food
4. Leila
5. Bosimaya
6. Variazione 8
7. A1
8. Ipnosi
9. Il giardino incantato
10. Svolazzando
11. Fellini
12. Song for my Father
13. T1
Elisabetta Lacorte - Basso elettrico Marcella Carboni - Arpa Simone Dionigi Pala - sassofono (tenore e soprano)
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Sorprendente è l'esordio del Nat Trio!
Perché sorprendente? Innanzitutto per la formazione: Marcella Carboni
all'arpa, Elisabetta Lacorte al basso elettrico e Simone Luigi Pala
al sax. Un organico insolito, strumenti così musicalmente distanti tra loro,
che danno luogo ad una grande molteplicità d'espressioni in un mood spesso lirico,
a volte veemente, che sembra districarsi abilmente e con grande originalità sia
in repertori classici, riprendendo l'highlight di H. Silver
Song for My Father, sia
attingendo ad autori contemporanei come
Fresu,
Tonolo e Cipelli, che firmano tre dei 13 brani del disco, artefici dei restanti
nove brani i Nat Trio stessi.
Per ben comprendere la prova dei tre, illuminanti sono le parole di
Paolo Fresu
il quale scrive nelle liner notes del booklet: "l'arpa non suona gli accordi
politonali del jazz come invece sa fare benissimo Marcella Carboni che presta
il suo ingombrante strumento alla sfida di un progetto, quello del trio con sassofono
e basso elettrico, intenso e colorato". E' difficile aggiungere qualcosa a quanto
detto dalla sensibile e colta voce del trombettista.
Il disco tutto è, in effetti, un progetto condotto all'insegna della ricerca
del suono puro, libero da qualsiasi forma di legame musicale (se non di riflesso),
stimolando in tal modo un'intensa sollecitazione emotiva in chi ascolta. Tutto è
perfettamente organizzato, la scrittura così come l'improvvisazione, allo stesso
modo l'esecuzione. La band conferma ad ogni brano di avere molto da dire, dimostrando
una maturità dove ognuno dei tre musicisti si concede totalmente in un progetto
universale e vigorosamente partecipe, evidenziando grandi voci strumentali, fraseggi
morbidamente tortuosi, quasi eterei, che rendono questo album vibrante di musica
moderna, fresca e vitale. Ritengo inutile ogni commento sui singoli musicisti o
sui brani; si consideri, se lo si vuole, l'acquisto del disco come un investimento!
Pulizia del suono, il buon gusto nella scelta delle architetture musicali,
il garbo con cui le stesse vengono proposte, spesso in un'atmosfera lirica e notturna.
La track 6 Variazione 8,
di Roberto Cipelli, è probabilmente la più significativa in questo senso: bella
prova nei soli in uno spazio sonoro quasi indefinito, che tende a sollecitare l'emozione
pura, con vera eleganza nel sussurro delle note, che ricorda le produzioni ECM.
Ottimo il lavoro svolto dai Nat Trio. Come poteva essere altrimenti
per un gruppo nato - come nelle migliori tradizioni jazz - sui marciapiedi, stavolta
di Nuoro!
Franco Giustino per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/08/2006
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