Ed. Auand – Jazz engine 2004
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Giancarlo Tossani Synapser
Beauty Is a Rare Thing
1.
Faites votre remix – (Tossani) 4:22 2. Audioglobe (Tossani) 3:38 3. Souvenirs from the future (Tossani) 3:23 4. Fluxlux (Tossani) 8:32 5. Give me a face, give me a voice (Tossani) 6:49 6. Musicarebus (Tossani) 6:01 7.
Beauty is a rare thing 5:31 8. Early food musics 7:01 9. Mejor vida corporation 5:58
Giancarlo Tossani - piano Tito Mangialajo Rantzer - double bass Achille Succi - alto sax, bass clarinet
Cristiano Calcagnile - drums |
Auand Records di Marco Valente
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Pensiero-azione o reazione. Questo è il progetto di Giancarlo Tossani, lineare ma la contempo elaborato, alla stregua della sinapsi che evoca il nome.
Un buon jazz, intenso con alcune linee bop forti, come nel brano di apertura "Faites votre remix". Ma non siamo difronte ad un "repechage" della tradizione jazzistica, vi è dell'altro: la sperimentazione dei suoni, in alcuni tratti improvvisativi e distonici (Souvenirs from the future), in altri misteriosi e suadenti (Audioglobe).
Il sax di Achille Succi è sempre fuori dalle righe e piacevolmente aspro, opportunamente sorretto dalla puntuale sezione ritmica formata da
Calcagnile alla batteria e Mangialajo Rantzer al contrabbasso. Le sue improvvisazioni acide e crude in "Fluflux" rendono il brano a tratti piacevolmente ansioso. Sarebbe ottimo per una colonna sonora di un film "psyco", anche per i suoi cambi d'armonia.
La fusione dei suoni, sempre ben ricercati, si evidenzia maggiormente nel brano "Give me a face, give me a voice", dove
Tossani si associa nella composizione, niente meno che a J.S. Bach! Le sonorità sono più da musica contemporanea che da jazz. Anche lo stridore, esasperatamente voluto, dell'archetto sulle corde del contrabbasso, riconduce a certe vibrazioni musicali contemporanee.
"Musicarebus" prosegue la ricerca delle sperimentazioni e delle fusioni di suoni, riconducendosi alle tematiche care all'avanguardia jazz.
"Beauty is a rare thing" è l'unica traccia non firmata da Tossani. Il brano è del leggendario Ornette Coleman: da tale scelta si può ben comprendere la ricerca del leader, la cui ottima tecnica pianistica trascina sempre, ma senza invadere l'intero lavoro.
Il brano di chiusura, "Mejor vida corporation" è dotato di piena cantabilità ed evidenzia il tecnicismo poliedrico del pianista cremonese esaltando l'interplay del quartetto.
L'intero lavoro è caratterizzato da un'armonica sensibilità del quartetto, lì dove ognuno contribuisce al raggiungimento del progetto "cellulare" di
Giancarlo Tossani.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia