Via Veneto (VVJ050) |
Girotto –
Di Bonaventura
Recordando Gardel
1. Por Una Cabeza (Gardel - La Pera) - 6:31 2. Dedicado a Carlos Gardel (Girotto) - 8:43 3. Medellin 1935 (Girotto) 4. Preghiera (Di Bonaventura) - 5:22 5. Lejana Tierra Mia (Gardel - La Pera) - 6:43 6. Volver (Gardel - La Pera) - 4:59 7. El Morocho (Girotto) - 3:53 8. Sus Ojos se cerraron (Gardel - La Pera) - 7:13 9. L'amico di Cordoba (Girotto - Servillo) - 4:19 10. Così Lontano. Così Vicino (Di Bonaventura) - 5:07 11. Con Me (Di Bonaventura) - 4:47
Javier Girotto - sax soprano e baritono Daniele Di Bonaventura - bandoneon
Peppe Servillo - voce
Orchestra d'archi Roma Sinfonietta, dir. Fausto Anzelmo
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A distanza di tre anni da Recordando Piazzolla, progetto tematico di Javier Girotto sempre attento nella ricerca delle tradizioni musicali del suo Paese d'origine, l'etichetta romana pubblica "Recordando Gardel", un tributo ancor più significativo alle radici della musica argentina.
Gardel è sicuramente stato il più grande interprete del tango, avendolo vissuto anche come stile di vita.
Il "ricordo" del grande cantante-attore scomparso prematuramente nel 1935, è lucidamente struggente, aspramente retrò. Anche gli arrangiamenti di Daniele Di Bonaventura sono degni dei più malinconici film del muto, così come i brani originali che sembrano dipinti in bianco e nero.
Il suono del bandoneon di
Di Bonaventura spezza la forza lirica degli archi dell'orchestra
Roma Sinfonietta e si amalgama con i sax di
Girotto che alterna, con medesima abilità, il soprano al baritono.
Il lavoro si apre con la storica "Por una cabeza" di Gardel, seguita da "Dedicado a Carlos Gardel", a firma di
Girotto, impregnata di una malinconia mai passiva, così come la "Preghiera" del tenace
Di Bonaventura, dal suono evocatore di teatri astrali.
Di forte impatto ritmico "Medellin 1935", nel ricordo della tragica scomparsa dell'interprete argentino, con il soprano di
Girotto che cattura l'attenzione per le sue veloci scalate armoniche.
Lejana tierra mia prima,
e Volver dopo, fanno sentire l'Argentina più vera ed il baritono di
Girotto ben si accosta alle lineari geometrie disegnate dagli archi sapientemente diretti da Fausto Anzelmo.
El Morocho, così veniva soprannominato dagli argentini Gardel, è vigorosa, ritmata, ballabile e cantabile con un bridge swing che ricorda, però,
qualcosa di già sentito...
La mestizia ritorna nella languida Sus Djos se cerraron. Di tutt'altra fattura, invece, L'amico di Cordoba, composto da
Girotto e dal versatile Peppe Servillo, oramai aduso a collaborare con il sassofonista argentino, la cui voce, sempre riconoscibile, l'arrangiamento ed il soprano di
Girotto ne fanno un brano latino a largo spettro, fondendo anche sonorità cilene e peruviane.
Il lavoro si chiude con due brani del valente bandeonista marchigiano: Così lontano…così vicino e Con me, entrambi improntati sulla coralità ben eseguita dalla Roma Sinfonietta nella quale si intromettono i due leader spegnendo le tinte, in alcuni accenni, leziose dell'orchestra.
E' un lavoro più che godibile, intenso, a tratti romantico. I due solisti si trovano con sfacciata facilità tessendo un'intima conversazione dai colori emotivi cangianti.
La ricerca storica-stilistica effettuata conferma quanto
Girotto sia uno studioso, attento ed acuto, della tradizione argentina.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia