Nuevo Tango Ensamble
Special guest Javier Girotto
Alexanderplatz jazz club, Roma 23/3/2004
di Francesco Lombardo
Javier Girotto,
sax soprano e baritono
Gianni Iorio, bandoneon
Pasquale Stafano, pianoforte
Torindo Colangione, contrabbasso
Non ci possiamo fare niente.
I destini si intrecciano in modi imprevedibili ed insospettati.
Come in un esperimento letterario di Calvino, il Castello dei destini incrociati, provare a seguire le trame che scaturiscono dall'accostamento di immagini (e, aggiungiamo, di eventi) produce suggestioni narrative, storie d'una bellezza avventurosa e misteriosa.
Stasera a Roma, all'Alexanderplatz, si intrecciano le storie musicali dei Nuevo Tango Ensamble, giovane formazione di jazzisti pugliesi, e del sassofono di Javier Girotto, poliedrico sassofonista di Cordoba che non smette di emozionarci con la sua grande personalità musicale: è difficile, ascoltando l'incanto che ne scaturisce, resistere alla tentazione di "annodare" alcune curiose coincidenze…
Il coinvolgimento emotivo
della musica di Piazzolla questa sera si materializza in una selezione tra le
sue più celebri composizioni, da Oblivion
a
Verano porteno, da
Adios nonino
a
Libertango: arrangiamenti nuovi, che sfidano il delicato equilibrio tra la libertà espressiva dell'improvvisazione e la coerenza dell'architettura compositiva originale.
Il pubblico è sedotto dall'intensità del bandoneon di Iorio ed è letteralmente rapito dal soprano multiforme di
Girotto, di cui, in questo contesto, spicca il potenziale lirico.
Stafano al pianoforte timoneggia il quartetto con grande sensibilità: "ascolta" e "dice" con molta attenzione e spontaneità alimentando l'interplay e dilatando, insieme al basso di
Colangione, il tessuto armonico per suggerire nuovi spazi all'estro creativo di
Girotto.
Abbiamo avuto il piacere di parlare, dopo il concerto, con Pasquale Stafano, giovane pianista e artefice del progetto Nuevo Tango Ensamble.
F.L.: Pasquale, pensavo a certe suggestive coincidenze…In una autobiografia di Rava di recente pubblicazione leggevo che, probabilmente quando Girotto aveva appena un anno, nel festival della sua Cordoba transitava la formazione free con Steve Lacy al soprano e Rava, che poi di lì a poco avrebbe diviso la serata in un locale di Buenos Aires (un certo "Gotan") col tango nuevo del leggendario quintetto di Astor Piazzolla… circa trentacinque anni più tardi, in Italia, Girotto partecipa al progetto di Rava
"Full of life" e dedica un lavoro in duo con Di Bonaventura proprio ad Enrico Rava. Ora l'entusiasmo di giovani musicisti Pugliesi (come i nonni di Astor Piazzolla!) orienta le sue energie sull'universo della musica di Piazzola ed incontra, ancora in un jazz club romano, il sassofonista di Cordoba… destini incrociati.
P.S.: In effetti ci sono tante coincidenze e ne aggiungerei un'altra che ho scoperto poco fa e cioè che Javier ha origini pugliesi...
F.L.:
Come nasce il Nuevo Tango Ensamble?
P.S.: Da una idea mia e di
Gianni Iorio che... per la solita teoria dei "destini incrociati" abbiamo acquistato uno spartito di Piazzolla ed abbiamo deciso di proporci per dei concerti: pianoforte e fisarmonica. Poi sempre per caso un mio amico mi regala
Live in Wien di Astor Piazzolla, ed è quel disco che ha segnato la svolta: abbiamo amato subito questo genere così affascinante; presto abbiamo deciso di allargare la formazione ad un quintetto (piano, fisarmonica, violino, violoncello e contrabbasso) con cui abbiamo fatto il disco "Astor's mood" (ndr: molto ben
recensito da Amadeus) ed ora eccoci qui a presentare una "novità" esecutiva!
F.L.: Cosa vi lega così alla musica di Piazzolla?
P.S.: Noi amiamo moltissimo la musica di Piazzolla. Trascrivo direttamente da cd i suoi brani; suonare un freddo spartito è una cosa, suonare una tua trascrizione di un brano significa arrivare quasi alle radici del pensiero dell'autore e, credimi, la buona esecuzione ne risente tantissimo! Nel trascrivere mi rendo conto dell'immensità cultural-musicale di questo artista, che non disdegnava affatto alcuna contaminazione basando le sue composizioni sull'identità popolare del tango argentino ma sfruttando la competenza profonda che derivava dalla musica classica.
F.L.: E la partecipazione di Girotto questa sera?
P.S.: Con Javier il nostro progetto è nato (manco a dirlo!) per caso; pensa che alcuni dei brani di Piazzolla li ha suonati quasi per la prima volta e credo che anche lui se ne sia innamorato.
Abbiamo optato per una formazione un po' diversa da quella "classica" rappresentata dal nostro quintetto con violino, bandoneon, piano, contrabbasso e chitarra, preferendo un trio base con piano, bandoneon e contrabbasso per far emergere la fantasia, l'estemporaneità e la creatività del sassofono di Javier. I brani sono attinenti a ciò che ha scritto Piazzolla ma ho aggiunto delle strutture armoniche in più per poterci improvvisare e l'interplay che si è creato questa sera è stato, almeno per noi che suonavamo, spettacolare!
F.L.: L'arrangiamento molto originale di Libertango ha entusiasmato il pubblico… e non direi solo per la notorietà del pezzo.
P.S.:
Libertango
ormai la suonano tutti... anche le bande di paese! L'idea di quell'arrangiamento mi è venuta quando ho ascoltato per la prima volta Javier dal vivo a Polignano. Suonava con
Di Bonaventura e un'orchestra d'archi: sono rimasto stupefatto dall'energia pazzesca, dal
senso ritmico esasperato nonchè dal suono stupendo del suo sax e un paio di mesi
più tardi, quando ho saputo che dovevamo suonare con lui, quasi per magia, ho
scritto l'arrangiamento che è suonato con il baritono; inizia con una cadenza ed
ha un background ritmico costante ed incisivo...anche l'arrangiamento (ndr:
naturalmente!) nasce da una casualità, da una reminiscenza....mah!
F.L.: Improvvisazione, nuevo tango, jazz… da musicista, come vivi questa alchimia?
P.S.: Per quanto mi riguarda, ho lasciato la musica classica subito dopo il diploma di pianoforte e mi sono dedicato al jazz perchè è una forma di libertà, suonare "componendo all'istante" rappresenta il riflesso del tuo stato d'animo in quel preciso momento, che magari due minuti più tardi può essere (anzi lo sarà senzaltro!) diverso.
Suonare la musica di Piazzolla in questo modo non è proprio una novità perchè Piazzolla stesso amava improvvisare (i suoi assoli nei concerti non sono mai uguali); così come
Pablo Ziegler, il suo pianista, e Oracio Malvicino, il chitarrista, improvvisavano… perchè il
Nuevo Tango progettato da Piazzolla era aperto ad ogni forma musicale. Per esempio
Fugata, un brano che abbiamo eseguito anche noi questa sera,
inizia con una fuga a 4 parti in stile bachiano, poi diventa un tango ostinato e
travolgente; poi sempre a ritmo di tango c'è una improvvisazione di pianoforte e
quindi io ho inserito, per stasera, il solo di sax.
F.L.: Il jazz ed il tango nel loro attrarsi fatalmente, nella loro attitudine ad accogliere altre esperienze musicali, nel loro scaturire da una cultura della "contaminazione", sembrano poter testimoniare un atteggiamento comune, un'idea di musica…
P.S.: Tutta la musica è piena di contaminazioni guai se non fosse così... prova ad immaginare... io non ci riesco. Un brano musicale è un "contenitore" di pensieri, poesia, cultura, stati d'animo… ed in quanto tale non può non avere delle contaminazioni proprio per la sua natura.
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Data pubblicazione: 03/07/2004
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