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Abeat, 2004 |
MAG trio
Pensieri Circolari
1. Dettagli Minimali (G. Calvi) - 5:17
2.
Once Upon A Long Ago (P. McCartney) - 6:15
3.
Esterno Notte (G. Calvi) - 4:56
4.
Hudson (G. Calvi) - 7:21
5.
Catene D'Acqua (G. Calvi) - 6:21
6. Countdown (J. Coltrane) -8:05
7.
C'Era Una Volta In America (E. Morricone) - 4:46
8.
Funkallero (B. Evans) - 3:40
9.
Pensieri Circolari (G. Calvi) - 5:51
10. Message in a bottle (The Police) - 5:28
11.
Grandi Speranze (M. Tacchi) - 4:47
Angelo Corvino -
batteria
Michele Tacchi –
basso elettrico
Gianfranco Calvi -
piano
Javier Girotto –
sax soprano (1, 2, 4, 6, 9, 11)
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Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Interessante esordio questo del M A G trio, che con Pensieri circolari evidenzia già una ben spiccata personalità. Pensieri circolari è un lavoro difficilmente catalogabile: la matrice è senza dubbio jazzistica, ma la registrazione denota anche il tentativo di esplorare quella terra di confine inventata dal jazz tipicamente di marca europea, che non disdegna affatto una ricerca melodica lontana dalle ritmiche afro-americane e vicina, piuttosto, alla nobile tradizione della musica per il cinema, che ha tra i suoi migliori esponenti proprio dei musicisti italiani.
Uno dei più noti e apprezzati è di certo Ennio Morricone, di cui il M A G trio
propone una versione di C'era una volta in America, ma sicuramente non è solo a questo brano che si deve il riconoscimento della scelta stilistica che caratterizza Pensieri circolari come un'impressione costante.
Molti brani di Pensieri circolari (non soltanto Esterno notte in cui è il titolo stesso a evocare suggestioni cinematografiche) hanno in comune atmosfere rarefatte e sospese, intrise di malinconia e romanticismo, che fanno pendere l'attenzione dell'ascoltatore più sull'aspetto emotivo che su quello tecnico, pur essendo quest'ultimo, a un ascolto mirato, non privo di interesse. Certamente molto dipende dalla vena compositiva molto lirica del pianista
Gianfranco Calvi, autore della gran parte di Pensieri circolari; ma anche
i brani della tradizione jazzistica, Countdown di Coltrane e Funkallero di Bill Evans, vengono maliziosamente assorbiti nel mood di Pensieri circolari. In particolare è nell'arrangiamento di Countdown, suonato in tempi più lenti rispetto alla versione originale di Coltrane per farne emergere in modo nitido il tema melodico, che la personalità del M A G trio è evidente. In realtà già la composizione semi-acustica del trio pianistico (Michele Tacchi
suona il basso elettrico) può evidenziare la volontà di proporre un jazz raffinatamente "popolare", ma ancor di più quest'aspetto si deduce dalla partecipazione a sei dei dodici brani di Pensieri circolari di Javier Girotto, uno dei sassofonisti in circolazione in Italia che meglio riesce ad appropriarsi e a "personalizzare", con la sua energia e un gusto melodico tipicamente latino, repertori anche molto diversi tra loro. Non soltanto il pathos del suo sax soprano riesce a sintonizzarsi perfettamente e a rendere pienamente la malinconia delle composizioni fino a farle a tratti struggenti, ma riesce a mantenere il proprio stile sia nel confronto con Coltrane in Countdown, sia in Once upon a long ago di Paul McCartney, dove le incursioni del sax sono tutte da inventare.
La lettura in chiave jazzistica di celebri canzoni della tradizione rock, pratica quanto mai di moda oggi (Mehldau docet), non si ferma alla sola Once upon a long ago, ma si applica anche a Message in a bottle dei Police, che in partenza sarebbe potuta sembrare un'impresa proibitiva. Invece, proprio la versione della canzone dei Police rappresenta uno dei momenti migliori di Pensieri circolari, tanto da poter entrare legittimamente a far parte di un repertorio di new standard, espressione con cui Herbie Hancock definì la propria rilettura jazzistica di classici del rock e affini in un album nel 1996.
Dario Gentili per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/01/2005
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