|
Kimiya - Pino Mazzarano - Peppe Fortunato
Il Viaggio
Terre Sommerse (2017)
1. Il viaggio
2. Oriental Express
3. A Thousand Years
4. Your Land
5. Infant Eyes
6. Nena
7. Wilde
8. Ida Lupino
9. Out Of Control
Pino Mazzarano - chitarre Peppe Fortunato - tastiere Javier Girotto - sassofoni Marco Siniscalco - basso Mimmo Campanale - batteria Sonia Addario - voce Massimo Stano - sound engineer
L'alchimia è (rectius: dovrebbe) essere l'anima della musica;
forse è la musica stessa. Bene hanno fatto Mazzarano e Fortunato a sottolineare
il loro connubio con la radice siriaca della, per noi, medievalizzata parola. Un
lavoro ben meditato e altrettanto bene costruito sul nutrito bagaglio di esperienze
di entrambi i leader che, per completare il cerchio, si avvalgono di un drappello
di eccellenti musicisti nazionali, ognuno latore di bei doni.
Nove brani che declinano il verbo di Mazzarano e Fortunato, impegnati come coautori
in cinque di essi. A partire dalla song eponima, con una linea melodica gentile
e poetica, dove tiene banco un forbito assolo di Siniscalco. Anche "Orient Express"
reca il doppio sigillo: armoniosa, con le tastiere di Fortunato a disegnare
ariosi movimenti nei quali si inserisce il tema, stoccato con pungente intelligenza
da Girotto, prima di lasciare spazio alla chitarra elettrica di Mazzarano, deciso
nel suo argomentare passaggi tra jazz e rock. Anche "Your Land" descrive
brillantemente la melodia, lasciando risuonare tutti gli effluvi mediterranei accentati
da Girotto. Con "Nena" l'atmosfera si piega all'accorta selezione di note
dettate da Mazzarano con sapiente misura. "Wilde" gioca con ritmi soul-acid
jazz imbastiti dalle tastiere di Fortunato e resi argutamente aspri dalle corde
di Mazzarano. A far da corolla arrivano quattro episodi attinti da un repertorio
d'ampio respiro: "A Thousand Years" di Sting ricostruita su cardini che sanno
di asiatico; "Infant Eyes" di Wayne Shorter che qui trova novello slancio
nella migliore tradizione hard-rock; la sempre meravigliosa "Ida Lupino"
di Carla Bley,
il cui tema giocato a tre voci ne rimarca l'essenza poetica e, per chiudere, vanno
in scena i Rolling Stones con la sempiterna "Out Of Control", qui immersa
in un limpido romanticismo che ne dilata tempi e ritmi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.323 volte
Data pubblicazione: 19/08/2018
|
|