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Mettiamo in conto subito che non è facile scrivere musica originale. Non
è facile non subire influenze melodico-armoniche. E' sicuramente più semplice riprodurre
standard. Più difficile assicurare loro un arrangiamento esortile. Ed ancora, mettiamo
in conto che misurarsi nella formazione più canonica e letterale del jazz è sempre
un impegno notevole.
Ciò premesso, caliamoci in un'atmosfera di eccitata partecipazione e di
gran voglia di emergere, anche sgretolando e scomponendo le partiture. Tutto ciò
implementato da influenze stilistiche differenti e, come spesso accade, non delineate.
Volutamente non delineate. Al termine di questo percorso mentale possiamo comprendere
il significato dell'espressionismo latente di Private Tales.
Mario Zara,
Yuri Goloubev e
Marco Zanoli
costruiscono il loro personale percorso musicale attraversando, in modo medianico,
le armonie della musica. Ciò con dieci asciutti brani stilisticamente avvincenti,
ma non sempre bagnati d'originalità.
Due gli standards arrangiati con ispirazione:
All the things you are, cadenzata in una policroma suite con quattro
variazioni tematiche che già evidenziano la perfetta amalgama del trio. Una prova
monkiana di Zara
nella frammentazione delle strutture e dei movimenti della melodia. L'altro è
I fall in love too easily, convincente anche nell'enunciativo
solo di Goloubev.
Intensa e ben tornita "In poche parole"
di Goloubev. Una song caratterizzata da cambi ritmico-armonici e da un'ampia
gamma sonora.
Things we know, sempre del contrabbassista
moscovita, è originale e suggestiva. Un equilibrio di timbri meticolosamente strutturati.
Ancora una composizione di Goloubev: Marco's
Macros. Indubbiamente d'effetto nella sua struttura, ma è senza ombra
di dubbio una melodia già ascoltata e ben nota.
Poi Maria di
Zara.
Palpabili sono i riferimenti stilistici a
Jarrett.
Toccante The colours of your eyes
che, però, sembra frutto dell'elaborazione, destrutturazione del main theme di un
film (e canzone) di successo di qualche anno orsono e, quindi, ai confini dell'ortodossia
della musica leggera.
15 novembre è l'unico brano di
Zanoli
per un deja ecoute sicuramente ispirato.
Altri due brani di considerevole spessore chiudono – prima della già menzionata
I fall in love too easily – questo lavoro che appare prigioniero di una formula
estetizzante.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/12/2007
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