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Claudio Fasoli Emerald Quartet
Reflections
Blue Serge 2010 Bls 035 Distribuzione Egea
1. Caigo
2. Stucky
3. Fenice
4. Fortuny
5. Widman
6. Pauly
7. Fog
8. Gibigianna
9. Grunwald
10. Hermada
11. Des Bains
Claudio Fasoli
- sax soprano
Mario Zara
- pianoforte
Yuri Goloubev
- contrabbasso
Marco Zanoli
- batteria
Su alcuni musicisti si può mettere anche la mano sul braciere ardente, perché il
loro lavoro garantisce ottima musica.
Claudio Fasoli è da annoverarsi tra questa schiera di pochi
eletti e "Reflections" è il segno tangibile per eleganza, classe e ricerca di suoni
sempre nuovi che il blasonato musicista veneto è riuscito ad inanellare. Undici
i brani, tutti siglati da Fasoli, che risentono della bella influenza delle
sue frequentazioni scandinave. Il quartetto è l'Emerald, oramai consolidato e ben
rodato, con Mario
Zara al pianoforte,
Yuri Goloubev
al contrabbasso e
Marco Zanoli alla batteria, perfetta traslitterazione del pensiero
compositivo ed emozionale del leader, che imbraccia soprano e tenore. Un suono moderno,
dal forte impatto emotivo, a volte acido come in Stucky, dalla struttura
in continua tensione o Fortuny, che regge sul pianoforte di Zara, qui caracollante
e dissonante, intorno al quale si attorcigliano magistralmente le corde del vibrante
contrabbasso di Goloubev che liberano l'impasto squillante del sax soprano di
Fasoli. I meandri della musica contemporanea sono ben esplorati in quasi tutti
i brani e contribuiscono a costruire il senso del disco, ma spolverano la vetta
in Widman, innervata su di una nota ripetuta del pianoforte intorno alla
quale è costruito un brano onirico tirato dalle sovrapposizioni del soprano e del
contrabbasso, con i tamburi e piatti di Zanoli abili nel rendere ancor più ipnotico
l'episodio musicale.
Claudio Fasoli non disdegna le ballads, seppur dal
piccante profumo moderno, come Fenice, zeppa di variazioni timbriche marchiate
dal pianismo pregno di classicismo di
Mario Zara
e dalle ampie tessiture di
Yuri Goloubev.
Ed anche Grunwald, con una lunga intro solipsistica di Zara, attento a far
suonare le pause ed i silenzi per sprigionare la calda energia del brano che rimpalla
il sibilante soprano del leader. Una varietà di forme e stili che conduce anche
verso anfratti più rocciosi come quelli abitati da Hermada, nel dialogo teso
ed intenso tra il lucido fraseggio di Fasoli e le precise scansioni ritmiche
di Zanoli. E tornano ad assumere colori ipnotici nella sovrapposizione dei suoni
apparentemente liberi e ben scanditi che si ascoltano in Fog. Gioca con il
mainstream più moderno e vivificato da interessanti scelte metriche in Pauly
e che assume una frizzante cantabilità in Gibigianna, dove è in proscenio
la stoccante batteria di Zanoli.
Claudio Fasoli sorprende ancora per il suo innato camaleontismo,
per il suo personale gusto per la nota giusta, per gli arpeggi ampi, sempre in evoluzione
come il suo pensiero compositivo che in "Reflections" stimola l'attività mnestica
con l'occhio lungo verso il futuro del jazz.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/05/2011
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