KOINE' records, KNE 005
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Elisabetta Antonini
Un minuto dopo
1. Cerco il mare
2. Le solite cose
3. Out of the rolling ocean
4. Un minuto dopo
5. Tomo y recuerdo
6. Leo rising
7. Lungo la strada
8. Certi angoli segreti
9. La ballata dell’alfiere
10. Sola
11. Alice in wonderland
Elisabetta Antonini - voice
Gabriele Coen
- clarinet, saxophones
Alessandro Gwis - piano
Paul Mccandless - oboe
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Quello di Elisabetta Antonini è nome nuovo nel non ricco panorama
del canto jazz nostrano. Siamo in presenza di una musicista e di una proposta musicale
di grande valore e sicuro interesse. L' augurio è che una musica raffinata e seducente
quale è quella della Antonini, possa trovare uno spazio congruo. Talento, passione,
studio, coerenza e rigore, sono elementi importanti che, però, sempre trovano adeguato
riscontro: v'è che, fortuna vuole, si materializzano in "Un minuto dopo".
E'
Maria Pia De Vito
(sua maestra e mentore) a presentarci, nelle note di copertina, con giusto orgoglio
e grande equilibrio, la musica e le qualità di Elisabetta Antonini. Le caratteristiche
peculiari della sua musica, in evidenza in diversi momenti, sono non scontate e
pochissimo diffuse e mi sembra vadano ricercate soprattutto in un assiduo, profondo,
quasi "cocciuto", lavorio di "arrangiamento", costruzione e levigatura dei brani,
tutti caratterizzati da un equilibrio timbrico e dinamico raffinatissimo. Anche
se il soprano di McCandless fornisce un contributo sostanzioso, è la scelta
dell'insieme timbrico piano, clarinetto, sax soprano, voce a caratterizzare la musica.
Altri tratti peculiari di "Un minuto dopo" si possono scorgere nello stretto
rapporto tra scrittura e improvvisazione, nella integrazione profonda tra parti
cantate e parti strumentali.
Diverse le scelte vincenti: un ambito timbrico-dinamico cameristico, "liederistico"
si potrebbe quasi dire; di fatto un album in trio voce, pianoforte, soprano e/o
clarinetto, anche se i musicisti sono quattro i due fiati non sono mai armonizzati.
Vincente la scelta dei musicisti dalla sensibilità affine e tutti con una grande
capacità di ascolto; così anche la scelta di cantare in italiano brani di propria
composizione (quattro in tutto) o temi scritti da
Enrico Rava
cui è stato, da Marina Tiezzi (di fatto il quinto componente del gruppo),
adattato un testo.
E Antonini-Tiezzi firmano "Cerco il mare", forse il brano più riuscito
e fresco del disco, giustamente posto in apertura d'album. Si trovano altri brani
scritti dalla Antonimi, solo vocalizzati e pertanto senza un testo; brani che risultano
essere forse un po' più deboli, o di impatto meno originale degli altri.
Il più grande limite del disco - comunque interessante, maturo ed equilibrato
- è proprio il timore di rischiare troppo proponendo solo brani autografi e la necessità
di dimostrare le proprie doti di musicista-cantante ora con lo scat, ora
confrontandosi con una tradizione un po' consunta e riproponendo l'ennesima versione
di "Alice in Wonderland", godibilissima per il lavoro sulla timbrica nella
parte finale ma "inutile", da un punto di vista melodico e letterario se
eseguita così.
Al primo ascolto del primo brano è tornato alla memoria il nome di
Steve Lacy,
il disco "Rushes" in trio con Rzewsky e la Aeby e il disco su testi di poeti
italiani. Là testi di grandi poeti russi e italiani musicati da Lacy, qui la presenza
di due autrici affini dotate di talento, sensibilità e gusto non comuni. Viene da
chiedere: a quando una prova tutta a quattro mani?
A parte queste ultime annotazioni un disco ed una musicista da ascoltare
ripetutamente.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/10/2009
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