Ed. Compagnia Nuove Indie 2006 La Frontiera – Distribuito da Rai Trade
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Alessandro Gwis
Alessandro Gwis
1. Alborada (A. Gwis)
2. Marzo Summer Spleen (A. Gwis - L. Pirozzi)
3. Which Was It? (A. Gwis)
4. Showers (A. Gwis - A. Sciommeri)
5. Agosto Noir (A. Gwis)
6. Finestre (A. Gwis - L. Pirozzi - A. Sciommeri)
7. Stazioni (A. Gwis - L. Pirozzi - A. Sciommeri)
8. Alfabeto dell’Angelo (A. Gwis)
9. Crisalide (A. Gwis)
10. Cuentos de Payasos (A. Gwis)
11. Counterpoints (A. Gwis - A. Sciommeri)
12. John Cage Clocks (A. Gwis - L. Pirozzi - A. Sciommeri)
13. Ajedrez (A. Gwis)
14. Which Dreamed it? (A. Gwis)
Alessandro Gwis - pianoforte, sintetizzatore, samplers, live electronics Luca Pirozzi - contrabbasso, basso elettrico Armando Sciommeri - batteria, percussioni
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Un disco imprevedibile. Un lavoro ampiamente meditato che giunge nel mezzo
di una maturità artistica ben consolidata. Alessandro Gwis, dopo aver costruito
la sua esperienza come sideman, intraprende un percorso musicale che è la sintesi
di quanto assimilato e conchiuso nella sua natura.
Il lavoro è prodotto da un'etichetta giovane, ma sempre più attenta a
delle sonorità calde, forti e ricche di colori diversi:CNI
– Compagnia Nuove Indye e distribuito da La Frontiera.
Il connubio con il contrabbassista Luca Pirozzi, attento esploratore
di tutte le sonorità dello strumento, e con il batterista Armando Sciommeri,
capace di creare architetture ritmiche imprevedibili, è particolarmente intenso.
Energia. A tratti malinconica, a tratti stimolatrice di attività coreutiche, ma
Energia è ciò che trasmette all'ascolto. Ogni brano è ostinatamente dotato di vita
propria, di calore e di humus polimorfo.
Tutti i quattordici brani sono firmati da Gwis ed evocano i trascorsi
dello stesso: dagli echi delle sonorità europee a quelle tinte più appassionate
dei tanghi e quelle melanconiche delle milonghe, per passare alle provocazioni di
Satie.
Le fughe di Alborada
aprono alle tracce elettroniche di
Marzo Summer Spleen, un
saggio di alcune variazioni permeate di sobbalzi uditivi.
Which was it?
libera tutta l'abilità tecnica di Gwis
che incontra con particolare affiatamento e morbidezza, la sezione ritmica.
A questo brano fa eco l'intensità espressiva di
Showers con le sue scansioni
e le sfaccettature dell'Europa. Una colonna sonora di un film muto che materializza
movimenti e saggi corporei.
Si danza e si ondeggia tra i ritmi e le costruzioni culturali geografiche:
Agosto Noir è sensuale
e ruvida al contempo come la musica latina riesce ad esserlo.
Le sensazioni e le emozioni di Alessandro Gwis si materializzano,
con tratti acidi ed impervi in
Finestre e nei chiaroscuri di
Stazioni, dove il contrabbasso
di Luca Pirozzi avvolge con ferma dolcezza il piano.
L'Alfabeto dell'Angelo
è sicuramente policromo così come lo è la composizione che si ritaglia ampio spazio
in melodie classiche per poi inasprirsi con elettrificazioni assolutamente calzanti.
Di registro differente è
Crisalide che consente
di ascoltare lo schiudersi del bozzolo attraverso le stoccate elettroniche e le
manovre rispettose del contrabbasso.
Cuentos de Paysos
si colora di sudamerica, seppur con passaggi danzanti europei. Gli orizzonti artistici
di Gwis sono molteplici e non danno tregua all'ascoltare. Così in
Counterpoints e dalle improvvisazioni
nate in studio di John Cage clocks,
che studia le sonorità orientali e le elabora con levità stilistica. Il ritmo sale
con Ajedrez che mostra,
ancora una volta, di quanta abilità sia dotato il leader.
La breve, brevissima
Which I dreamed It ha i profumi delle sonorità campionate tipiche della
new age.
Un lavoro che elabora sogni e ne alimenta altri. Un prodotto ricco di
sapori forti, di confine. Gwis ha ben fagocitato il suo passato tra il groove di
Telesforo e le armonie latine degli Aires Tango creandone nuove libere
da inutili leziosità.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/06/2006
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