Tre Lune Record 2009 www.trelunerecords.it
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Marco Testoni & Hang Camera
Impatiens
1. Where is my Rescue?
2. Wild Rose
3. Oblivia's Oak
4. Impatiens
5. Chestnut B Circle
6. The Jumping Clown (radio edit)
7. Norrsken
8. Rubra
9. Emma Steg
10. Cravan
11. The Clown
Marco Testoni - Caisa Drum, Tenor
Steel Drum, Cajon, Balafon, Batteria, Shaker, Tastiere
Max Di Loreto - Ake Bono Hang Drum, Bansuri Flute
Sergio Chiesura - Pygmy Hang Drum, Steel Drum, Sansula, Batajon
Mats Hedberg - Chitarre
Guido Benigni - Voce
Featuring:
Billy Cobham (Batteria), Nicola Alesini (Clarinetto
popolare), Paolo Modugno (Daff, Kartala), Michele Ascolese (Chitarra
acustica), Nello Angelucci (Chitarra flamenco), Marco De Angelis (Stick
Bass), Alessandro Gwis (Piano), Giovanni Imparato (Percussioni)
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Un disco molto particolare, ispirato ad una filosofia
naturalistica oggi molto in voga come quella dei "Fiori di Bach". Un filosofia
ricca, anche per chi non la apprezza da un punto di vista scientifico, di spunti
e soffi poetici. Il concetto "di memoria dell'acqua", ad esempio. O, approfondendo,
la rivendicazione di un unità inscindibile fra animo umano e natura. Non è questa
certo la sede per discutere la validità di queste teorie. Da un punto di vista musicale
il disco coglie il suo bersaglio, perchè crea una corrente di suono pura e incantata,
senza strappi, senza conflitti, in perfetto accordo con la filosofia che lo intride.
Per far questo il gruppo di Marco Testoni usa tanto metallofoni di nuova
concezione come l'Hang (che da il nome al gruppo) o i Caisa Drum quanto strumenti
tradizionali come il balafon, il clarinetto come lo steel drum, lo stick bass come
la chitarra flamenco.
Nel primo brano appare anche Billy Cobham, ad aggiungere al
bouquet un po' fragile del disco anche qualche più forte sentore afro-americano.
Ne risulta un'atmosfera sospesa, proprio come la teoria dei fiori di Bach (cui è
dedicato tutto il ricchissimo booklet), fra la sognante malinconia di un mondo perfetto
mai conosciuto ed una cauta modernità. Un vasto lago sonoro in cui si specchiano
imprecisi elementi di quieti paesaggi e nubi leggere, portate da brezze lievi.
Lavori come questo sono destinati a dividere gli appassionati. Molti ne
apprezzeranno la morbida ricerca timbrica, l‘andamento onirico, la fragranza ritmica.
Altri, fra cui chi scrive, ne criticheranno una certa minimalistica evanescenza,
tipica peraltro dei tempi che in cui viviamo. Ma la sincerità degli intenti è fuori
discussione. Basti rilevare in proposito il delicato e misurato uso dell' elettronica
e la totale mancanza di facili effettacci, molto frequenti in progetti di
questo genere.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
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Data pubblicazione: 08/12/2009
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