Salute a voi, bassisti e non!
Oggi vorrei sottoporvi del materiale decisamente ‘scottante', qualcosa
di realmente impegnativo sul piano tecnico, che mi possa dare occasione di aprire
un capitolo sulla polifonia applicata al basso elettrico. Si tratta di una mia trascrizione
della Giga di Johann Sebastian Bach (1685-1750),
quarto movimento della suite BWV 997, una squisita danza in tempo ternario.
Con la parola suite si suole intendere
una raccolta di danze (di andamento vario ma tutte nella medesima tonalità) che
venivano eseguite nel periodo barocco presso le corti dei nobili del tempo, questi
ultimi erano dei mecenati e da essi dipendeva il sostentamento economico dei musicisti
dell'epoca. Quattro sono le suite di Bach per liuto entrate a far parte del repertorio
chitarristico odierno.
Il fascino della scrittura Bachiana non ha lasciato indifferenti alcuni
grandi bassisti come Jaco (si ascolti la Chromatic fantasy [arrangiamento
per solo basso], quarta traccia dello splendido album "Word
of mouth", WB 1981) ed anche Jeff
Berlin (da non perdere il brano Bach, tratto da "Pump
it!", PASSPORT 1987; arrangiamento
jazz-rock del preludio II in Do minore tratto dal Clavicembalo Ben Temperato,
laddove il bassista si produce in un eccellente assolo, sia sul piano tecnico
che della coerenza stilistica).
Suonare la musica di Bach sul basso elettrico (come su qualsiasi altro
strumento) è sempre una grande sfida, lo consiglio a tutti i musicisti; richiede
un grande sforzo di concentrazione ed occorre molto tempo prima di raggiungere una
sonorità ed un fraseggio soddisfacente, la polifonia infatti non concede tregua
ed ogni percorso melodico deve essere opportunamente decantato, al tempo stesso
si deve fare attenzione all'equilibrio timbrico complessivo…
Tornando alla Giga, il brano è a due voci nella tonalità di Re
minore (originale per liuto in Do minore), questa tonalità consente a pieno l'utilizzo
del registro medio-alto dello strumento.
Nel brano si possono distinguere due periodi musicali: il primo, di sedici
battute, si conclude sull'accordo della Dominante (La maggiore); il secondo, di
durata doppia rispetto al primo, molto insidioso tecnicamente, attraverso un incessante
susseguirsi di modulazioni riconduce all'accordo iniziale, non senza aver messo
a dura prova le dita di mano destra e sinistra. In questa sede vi sottopongo la
prima parte.
Nella scelta della diteggiatura che propongo e che non necessariamente
deve essere ritenuta la migliore, ho preferito dare importanza maggiore al principio
della migliore resa sonora del passaggio melodico, a volte anche a scapito
di una più comoda agilità esecutiva; inoltre va sottolineato che l'abituale tocco
appoggiato del bassista (quando pizzichiamo una corda il dito della mano destra
si appoggia naturalmente sulla corda superiore) non è indicato per i brani polifonici,
nei quali invece dovrà essere utilizzato il tocco pizzicato di indice e medio (a
volte anche anulare) e si dovrà fare uso del pollice per le note gravi.
Il brano va letto un'ottava sopra, come indicato all'inizio. Consiglio
di leggerlo molto lentamente al fine di acquisire padronanza dei vari passaggi,
evitate di sovraffaticare le articolazioni.
Buona fortuna.
Partitura:
Pagina 1
Files Audio: Parte 1 (MP3 800KB)
Inserisci un commento
©
2003, 2004 Jazzitalia.net - Leopoldo Sebastiani - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
COMMENTI | Inserito il 6/8/2014 alle 18.24.56 da "scaccagliamassimo" Commento: http://fandalism.com/maxscaccaglia
qui al link alcune riprese dirette con iPad dei primi movimenti della suite per Cello n.1 di Bach
normale tecnica mano destra...
graditi commenti e suggerimenti
ciao max | |
Questa pagina è stata visitata 25.775 volte
Data pubblicazione: 04/09/2004
|
|