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Stefano Bagnoli - We Kids Quintet
We Kids Quintet
Abeat (2020=
1. Epigrafe
2. Stucked in the meanwhile
3. Work 3
4. Growing together
5. Nuvole
6. Distance
7. Work 1
8. Caesar, to my grandpa
9. Work 2
10. Salieri
11. Smoke n grapez
Stefano Bagnoli - Batteria Giuseppe Vitale - Pianoforte Stefano Zambon - Contrabbasso Matteo Cutello - Tromba Giovanni Cutello - Sax
Stefano Bagnoli
è uno dei più richiesti batteristi italiani, partner abituale di
Paolo Fresu
nel Devil quartet, collaboratore di
Franco Cerri
e di Franco
Ambrosetti, fra i molti altri.
Da qualche anno "Brushman", lo specialista delle spazzole, come viene soprannominato,
ha creato la formazione "We Kids trio " in cui intende sostenere le nuove leve del
jazz italiano. Dopo aver arruolato Francesco Patti e Giuseppe Cucchiara per la prima
versione del gruppo all'inizio del decennio scorso, successivamente ha modificato
l'organico sostituendo i due strumentisti con Giuseppe Vitale e Stefano Zambon,
con cui ha inciso due dischi. Su consiglio di Mario Caccia, patron della Abeat,
il trio si è allargato, poi, a quintetto inserendo due enfants prodige del jazz
siciliano, i fratelli Cutello, già vincitori del premio
Massimo Urbani
nel 2015, quando erano ancora minorenni. Nell'album Bagnoli ha lasciato ampio spazio
ai suoi musicisti, anche a livello compositivo. Solo due brani sono del bandleader,
infatti, gli altri nove sono a firma degli altri "Kids". La musica del cd possiede,
comunque, uno stile omogeneo, ben preciso. Siamo nell'ambito di un jazz moderno
che poggia su una base piuttosto varia, movimentata da un drummin' fantasioso, capace
di spostare gli accenti ritmici dei motivi, per rendere accidentata l'evoluzione
dei pezzi. Le melodie sono sobrie, stringenti, sviluppate sovente da unisoni essenziali
dei fiati, da cui prendono le mosse assoli e contrappunti che vanno ad incastrarsi
fino a collimare, per scandagliare a fondo le potenzialità dei temi esposti. Avendo
a disposizione due giovani leoni come i fratelli Cutello, Bagnoli ha predisposto
un tappeto sonoro adatto a valorizzare e far decollare gli interventi, brillanti
per tecnica ed espressività, della front line. Matteo e Giovanni conoscono il jazz
del passato e prendono spunto da alti punti di riferimento, i grandi del bop, per
elaborare il loro discorso solistico. Il sassofonista, parkeriano convinto, mette
in fila un numero sterminato di note, rivelando uno staccato perfetto e un fraseggio
ricco di inventiva. Il trombettista, con una passione dichiarata per Clifford Brown
in particolare, dà il cambio al fratello, dimostrando un linguaggio già maturo,
pieno di groove, denso di soluzioni ingegnose, sia nelle ballads che nelle tracce
a tempo più vivace, sottolineando il rialzo termico delle sequenze con mitragliate
di suoni, adeguatamente distinti uno dall'altro. Non rimane indietro Giuseppe Vitale
(classe 1999), pianista dalle molte risorse, che trova spesso il passaggio meno
prevedibile, l'apertura inconsueta, nelle diverse situazioni in cui si trova ad
operare. Si difende da par suo Stefano Zambon, bassista non appariscente, ma solido,
provvisto, inoltre, di una forte intesa con il batterista.
Stefano Bagnoli,
quindi, da autentico pigmalione, prosegue sulla strada tracciata ad esempio da Art
Blakey, con "i Jazz Messangers", vera fucina di talenti o da
Herbie
Hancock che nei primi anni ottanta venne in Europa con un quintetto comprendente
Branford e Wynton Marsalis, non ancora noti al grande pubblico. Il disco,
cioè, mette in vetrina un gruppo di ventenni molto dotati, che continuano a studiare
e ad applicarsi per costruire e consolidare una cifra stilistica personale ed eseguire
un jazz dal profilo attuale, in ideale continuità, però, con la tradizione.
Gianni Montano per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 09/05/2021
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