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Quasi uno sberleffo alla geografia, agli ostacoli
che lo spazio cerca di frapporre fra le persone, il quartetto Gaia Cuatro
è costituito da due giapponesi e due argentini che si incontrano sul terreno comune
di un jazz leggero, fresco e coinvolgente, ben connotato sotto l'aspetto ritmico
e melodico. In realtà, come si apprende dalle note di copertina firmate dal nostro
Paolo Fresu,
il luogo di incontro fra i quattro è Parigi, città da sempre prediletta dagli argentini
per i loro esili, volontari o forzati.
Il punto di partenza sono le composizioni dei due sudamericani, ancora
una volta un connubio fertile fra tango e jazz, come siamo abituati sin dalla grande
intesa fra Astor Piazzolla e Gary Burton; anche la violinista interviene
in veste di compositrice in un paio di brani, con penna felice e buoni esiti. La
prova migliore, come strumentista, la dà il pianista, con un tocco sicuro, armonizzazioni
puntuali, senso del colore. Aska Kaneko a tratti si fa prendere la mano dal
proprio virtuosismo classico, e ciò appesantisce leggermente i risultati musicali.
Ma l'esito d'insieme è comunque davvero gradevole, e dimostra ancora una volta come
il jazz sia il luogo ideale per uno scambio di idee musicali e di emozioni anche
fra persone diversissime che hanno in comune solo questo idioma libero e creativo.
Fra i brani più riusciti, citerei La Chusma,
e gli struggenti Contra e
Despues.
Enzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/09/2008
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