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Marcotulli, Danielsson, Erskine
Trio M/E/D
Abeat (2015)
1. Mars
2. This is not
3. Pannonica
4. For Jupiter
5. Nightfall
6. Bulgaria
7. Autumn Rose
Rita Marcotulli - pianoforte Palle
Danielsson - contrabbasso
Peter Erskine - batteria
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Il live rende meglio. Sembra pensarla così il trio M/E/D, che aveva già immortalato
la sua sapienza jazzistica nel 2006, concedendo
ai posteri uno splendido cd (allegato ai giornali La Repubblica e L'Espresso) registrato
in presa diretta presso la Casa del Jazz di Roma. Qui la scena è più recente e si
sposta a Genova, nell'ambito della kermesse Gezzmataz. E la sostanza non cambia,
perché la triade spicca per lucentezza esecutiva, per aromi che si incrociano e
per interplay telepatico.
L'overture ("Mars") è affidata all'assolo
gustoso, dalle corde larghe e ben distribuite, dal retrogusto mediorientale, ficcante
e sciamanico di Palle Danielsson che già mette in guardia sui contenuti,
che attingono dal bagaglio di ognuno dei tre musicisti. Il tocco di
Rita Marcotulli
è ebbro di classicismo, note calibrate e stoppate con acribia, evocatrici di una
solidità storica. "This is not" reca il sigillo della pianista umbra che cesella,
nota dopo nota, un linguaggio dalla struttura architettonica apparentata con la
suite (in due tempi): muovendosi tra la canzone melodica italiana, modern mainstream
ricco di sinuose trappole e accenti europei, cambi ritmici delegati alla macchina
di Peter Erskine che manovra
i piatti e il rullante con fine brillantezza inventiva. "Pannonica"
fa coppia con "Nightfall" nel novero delle apocrife. La prima fa parte dell'universo
di Thelonious Monk con le sue spezzature ritmico-armoniche perfettamente
sottolineate, con garbo, dalla Marcotulli. La seconda è di
Charlie Haden, e la dedica interpretativa sta nelle corde del contrabbasso
di Danielsson che costruisce gorghi sonori densi e vibranti prima di lasciare ai
suoi sodali il campo per descrivere le nostalgiche note della ballad. Anche lo slow For Jupiter è del bassista svedese, smossa dal perfetto e naturale swing
di Erskine. "Bulgaria", prima e "Autumn Rose" sono siglate dal
batterista statunitense, che si prende la scena nell'assolo d'apertura accarezzando
i tamburi con il giusto vigore, disegnando armonie ritmiche che sprizzano la stessa
vigorosa gioia che fuoriesce dalla composizione, la cui esecuzione esalta la velocità
della Marcotulli nel percorrere la tastiera.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 04/05/2016
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