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Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet
Il Viaggio di Sindbad
Alfamusic 2012
1. Ouverture della Memoria (G. Soscia/G. Iodice) 3, 35
2. al Israa Ila al Salaam (G. Iodice) 9, 08
3. Arabesque (G. Soscia) 7, 31
4. Terre del S'oud (G. Iodice) 10, 02
5. Intro Bloodshed (G. Soscia) 4, 45
6. Bloodshed (G. Soscia) 10, 23
7. la grande Madre (G. Iodice) 8, 57
8. Intro Somer Live (G. Iodice) 4, 32
9. Somer (R. Khoshaba) 3, 55
10. il Viaggio di Sindbad (G. Iodice) 6, 47
Giuliana Soscia - Accordion, Compositions
Pino Jodice - Piano, Compositions, Arrangements
Aldo Vigorito
- Double Bass
Giuseppe La
Pusata - Drums
Special Guest:
Raed Khoshaba - Oud
ALFAMUSIC
Music Label & Publishing
Via G. Turner, 27 - 00169 Rome (Italy)
Tel:(+39) 06 263067 Fax:(+39) 06 23269109
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info@alfamusic.com
web: www.alfamusic.com
"Il viaggio di Sindbad" è un vero e proprio incontro fra il Mediterraneo
e il Medioriente, condotto in porto da musicisti sicuramente di larghe vedute. Il
jazz, in buona sostanza, si configura come l'idioma scelto per miscelare le diverse
influenze in una soluzione che custodisca le fragranze degli ambienti esplorati.
I protagonisti non sono nuovi a questo tipo di contaminazione, per usare un termine
di moda. In precedenza avevano compiuto analogo trattamento con il ballo argentino
per mezzo del gruppo Italian Tango Quartet. Qui, invece, si ascolta una musica fortemente
ritmata con echi di terre lontane e però così vicine. L'idea di fondo, infatti,
è che ci siano radici comuni fra questi mondi distanti geograficamente, ma alimentati
da un composto sotterraneo di simile fattura.
Giuliana Soscia solitamente espone il tema e poi ci lavora sopra, mentre
Pino Iodice
si fa notare per un pianismo decisamente percussivo. In un certo modo offre un ausilio
alla base ritmica, già rigogliosa e ribollente di suo. I ruoli fra i due strumenti
armonici non sono, però, definiti una volta per tutte. C'è spazio per un fecondo
scambio di compiti all'interno delle varie tracce. Quando entra in gioco l'oud di
Khosaba, specialista irakeno, escono fuori più vivacemente gli aromi e i colori
delle terre arabe, ma è uno spostamento a oriente programmato e omologato da un
concetto portante ben delineato. Si opera come quintetto, non come individualità
a sé stanti.
Giuseppe La Pusata suona la batteria con un approccio corporeo per un
sound complessivo di impronta etno-folk che ha caratteristiche di fisicità ben marcate.
Aldo Vigorito
non si mette molto in evidenza, se non in pochi squarci in cui detta il motivo,
ma è determinante il suo apporto con il contrabbasso nella creazione di uno sfondo
mosso ed equilibrato.
I brani migliori sono "Intro Somer Live" con la successiva "Somer".
Nella prima parte il pianoforte di
Pino Iodice
procede in solitudine, libero senza arrivare all'atonale; assume, poi, accenti virtuosistici
in un profluvio di note con rimandi al ragtime, per svelare, infine, a chiare lettere
il tema del pezzo seguente. Sul motivo appena espresso dalla tastiera, in "Somer",
si apre un festival di variazioni e abbellimenti in cui tutti ci mettono del loro,
per arrivare periodicamente a ripetere come un'ossessione la stessa frase, una specie
di approdo da cui si parte per poter, infine, ritornare.
Ci si può lasciar guidare in questa sorta di itinerario dell'immaginazione da
Soscia-Iodice e dai loro partners. Si scopriranno aromi e suoni di un universo sempre
più prossimo al nostro e ci si tufferà in una musica dalle tante declinazioni, multi-direzionata,
indubbiamente, eseguita da jazzisti (e non solo) di pregio.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/04/2013
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