Okinerò, dal greco "senza acqua", vi lascio immaginare il perché. Il gruppo, formato da quattro amici romani, esordisce con questo CD, "Charity Cafè", composto quasi per intero da brani originali, che mette in luce la vena compositiva del leader, Mario Di Marco e del chitarrista Giancarlo Evangelisti. Sono loro due che tengono le redini del gioco per tutta la durata del disco, Di Marco col suo clarino dal sound moderno, ma che non disdegna il richiamo ai grandi dello strumento degli anni trenta, e la chitarra di Evangelisti sempre presente e puntuale nell'accompagnamento e negli assolo. L'impasto sonoro rimanda spesso al funk, grazie al basso elettrico (forse anche troppo "elettrico") di Giulio Ceccacci, apprezzabile il suo instancabile
walking. Molto bella la malinconica
Straniera, dall'altalenante
melodia che passa da maggiore a minore, il tessuto armonico disegnato da basso e
chitarra forma lo sfondo perfetto per gli assolo del clarinetto. Le tre mini
suite Dodecafunk, Tre quarti latino
ed Interferenze, ci portano dentro a vari stili e tempi del jazz nell'arco di quest'ultimo
secolo. Le prime due suite, e l'introspettiva Per Silvia, sono impreziosite dalla presenza del flauto di Francesco Leonardi.
Originale la versione di Calling you, dove Di Marco si lascia andare ad alcune ottime improvvisazioni.
Okinerò con Charity Cafè, un buon esordio che potrebbe portare a sviluppi interessanti… ascoltare per credere.
Fabio Pibiri per Jazzitalia