Quattro chiacchiere con...Mauro De Federicis agosto 2013 di Alceste Ayroldi
"Inside Time" è l'ultimo impegno discografico del chitarrista
Mauro De Federicis, pubblicato per l'Alfa Music (distribuzione Egea), che
vede al suo fianco il contrabbassista Gabriele Pesaresi, il batterista
Fabio Colella e l'aggiunta di
Max Ionata
al sassofono. Un disco che ricorda a tutti l'importanza del passato ben intriso
di quell'italiana freschezza espositiva.
Mauro, diamo subito qualche indicazione
anagrafica: dove sei nato, dove vivi ora, quanti anni hai?
Sono teramano, precisamente di Roseto degli Abruzzi, dove vivo attualmente! Di solito
non si chiede l'età ad una signora, vale anche al maschile? ….marzo 1967!
Il jazz è stato la tua prima scelta
musicale?
Vengo da studi classici, di chitarra, composizione, strumentazione per banda e mi
ritengo fortunato ad aver avuto bravissimi insegnanti. I dischi di jazz sono arrivati
dopo, e sono stati dei gran maestri, impagabili, per il jazz appunto!
Un gran numero di collaborazioni
e d'ogni genere, anche nella musica classica e quella leggera. Pensi che per un
jazzista sia importante affrontare più repertori?
Non so se sia importante affrontare musiche di diverso tipo, a me piace laddove
ci sono stimoli, laddove trovo un brano, un musicista oppure una situazione che
mi da emozioni.
Quale delle tante collaborazioni ti ha lasciato un segno
più indelebile e perché?
Con Milva ho girato il mondo suonando la musica di Astor! Con lei e non solo ho
avuto la fortuna di suonare nei più importanti teatri del mondo, quali il Palau
de la Musica Catalana di Barcellona, La
Carnegie Hall
di N.Y., l'Operhouse di Vienna, la Horchard Hall di Tokyo, il Petruzzelli di Bari,
il Piccolo di Milano, agli Arcimboldi sempre a Milano, il Concertgebouw di Amsterdam
e via dicendo.... Con l'Italian Big Band abbiamo lavorato per due anni a Rai Radio2,
in una trasmissione che si chiamava "Stasera a via Asiago 10", e di lì passavano
personaggi di ogni tipo! Poi anche Bob Mintzer,
Dee Dee Bridgewater.
Hai collaborato con Giorgio Albertazzi…
Già, una serie di spettacoli con il gruppo Tangoseis, con letture di vario
tipo di poeti argentini e non solo, su musiche di Piazzolla. Albertazzi è straordinario!
Ricordo della tua discografia l'episodio Speakin4': un'esperienza
tramontata del tutto?
Beh spero di no, per adesso ognuno di noi ha preso diverse strade, ma spero che
un giorno si torni a "creare" insieme. Sai, con quella formazione abbiamo realizzato
ben sei dischi, ma non tutti a nome del gruppo. Mi hanno dato davvero tanto, musicalmente
e umanamente, e spero di aver dato il mio piccolo contributo anche io a loro.
Con "Inside Time" sei ritornato al quartetto dopo "Puzzle
Of Memories" con un ensemble più corposo: è questa la tua formazione ideale?
Io amo il trio (chitarra, contrabbasso e batteria), un terreno non facile per un
chitarrista, secondo me, ci sono tanti spazi per pensare, poi mi diverto anche a
scrivere per formazioni più numerose, come appunto "Puzzle of Memories",
per trio elettrico più tromba, sax e trombone, oppure Canzoni and...more, per quartetto
jazz (trio più sax), orchestra d'archi e due corni, musica per banda! Mi fermo qui....
E anche con un jazz più bop oriented. La tradizione è per
te molto importante, giusto?
La tradizione è fondamentale, qualsiasi cosa si affronta nella vita (è il mio modesto
parere personale). E' chiaro che vivo la musica di oggi pensando al passato e strizzando
l'occhio al futuro, con tutte le incognite che ci possono essere!
Ad eccezione di un paio di brani, "Inside Time" è firmato
di tuo pugno (anzi: da Marino De Federicis!). Quali sono le tue fonti d'ispirazione
quando componi?
Già, il mio nome anagrafico è Marino, ma pochi lo sanno! L'ispirazione avviene dovunque,
comunque, dal nulla. Poi ci lavoro su, e se l'idea è forte, basta solo codificarla.
Ad esempio, l'idea di "Beach Vision", un brano contenuto in "Inside Time",
l'ho registrata al telefonino in spiaggia, di mattina presto, e con la voce! Ma
può anche non arrivare nulla, mi succede spesso di non scrivere per lunghi periodi,
e vivo la cosa molto serenamente!
I tuoi brani mettono in mostra una vena melodica: frutto
del tuo passato musicale o una vena tutta "italiana"?
Sai, la melodia mi offre la possibilità di sviluppare "il solo" al meglio, è una
sorta di ispirazione ispirata (perdonatemi la ripetizione)! Poi c'è melodia e melodia:
se pensi a Brahms ti sembrerà di essere lontano da Monk, tanto per fare un esempio.
Non vorrei peccare di blasfemia, ma io non ne sono così sicuro!
Rispetto ai precedenti album hai sconvolto la formazione:
cosa è successo? Hai sempre bisogno di nuovi stimoli? E quanto influiscono i tuoi
compagni di viaggio sulla tua interpretazione?
La formula è la stessa degli Speakin'4, con persone diverse, a parte Gabriele
Pesaresi al contrabbasso con il quale collaboro da anni, poi c'è Fabio Colella
alla batteria e
Max Ionata
ai sassofoni. Il musicista al tuo fianco non ti accompagna, ma si mette a disposizione
in un gioco di dare e ricevere che diventa sempre più interessante nel tempo. E'
quello che viene chiamato "interplay".
Perché hai voluto l'innesto di una guest e, in particolare,
di Max Ionata?
In effetti è la prima volta di una guest in un disco a mio nome! Max è un amico
di vecchia data, davvero una bella persona, e mi è sempre piaciuto il suo modo di
concepire e fare musica, lo sento molto vicino al mio: è veramente un grande!
La tua tecnica chitarristica è tale da sentirsi il leader
anche se, in diversi momenti, la voce solista è un'altra.
Io cerco di pensare solo ed esclusivamente alla musica; se poi in quel momento il
ruolo del mio strumento è di gregario ma nell'economia del brano funziona, ben venga.
Qual è il tuo musicista di riferimento?
Ce ne sono tanti, due su tutti: Andrés Segovia e
Jim Hall.
Hai alle spalle tour in tutto il mondo: è più facile suonare
all'estero che in Italia?
In questo momento credo che ci sia un po' più spazio all'estero, più attenzione
verso la musica e l'arte in generale, e soprattutto più opportunità per i "semi-sconosciuti"
come me...
A chi senti di dover dire "grazie"?
Beh, la lista sarebbe davvero lunga! Sicuramente a tutte le persone che mi hanno
permesso di fare questo bellissimo lavoro, faticoso, ma pur sempre "nuovo ogni volta"!
In questo momento mi sento di ringraziare il mio discografico Fabrizio Salvatore
della AlfaMusic di Roma, che ha creduto in questo nuovo progetto e i miei compagni
di viaggio!
Che musica ascolti e qual è, al momento, il disco di cui
non potresti fare a meno?
"Macino" qualsiasi tipo di musica, se mi piace, non ho barriere stilistiche, mai
avute, e questo da sempre!
Hai qualche hobbies al di fuori della musica?
Il buon vino accompagnato o meglio, abbinato a un buon piatto fa godere le mie papille
gustative!
Svolgi anche attività didattica?
Insegno Lettura ritmica e melodica, percezione musicale (il vecchio Teoria e Solfeggio)
e chitarra jazz e musica d'insieme presso il Conservatorio di Musica "G.B. Pergolesi"
di Fermo.
Cosa è scritto nell'agenda di Mauro De Federicis?
Un serie di concerti promozionali quest'inverno e poi tanta musica! Vorrei chiudere
questa piacevolissima chiacchierata con una frase mia riportata anche sul disco
" Vivi questo tempo dentro il tuo tempo"! Grazie Alceste e buona musica a tutti!