|
Francesco Cataldo
Spaces
Alfamusic (2013)
1. Our jazz (prologue)
2. Algerian waltz
3. Siracusa
4. Ortigia
5. Sunrise in Rome
6. Spaces
7. Vito(intro) raccontami
8. Why
9. Your silence
10. Tourist in my town
11. Perugia
12. A Phrygian day
13. The Rain and Us (epilogue)
David Binney - sax Salvatore Bonafede - piano Scott Colley - doublebass Clarence Penn - drums Erik Friedlander - cello Francesco Cataldo - electric & acoustic guitar, compositions
ALFAMUSIC
Music Label & Publishing
Via G. Turner, 27 - 00169 Rome (Italy)
Tel:(+39) 06 263067 Fax:(+39) 06 23269109
email:
info@alfamusic.com
web: www.alfamusic.com
Francesco Cataldo si concede la compagnia di quattro ottimi musicisti per incidere
il secondo disco a suo nome. Per completare l'opera sceglie New York come sede della
registrazione. Insomma decide di fare le cose in grande, senza lasciare nulla al
caso e prepara una serie di motivi di connotazione melodica piuttosto marcata e
poi si affida alle qualità fuori discussione dei partners. E' un vero supergruppo,
infatti, quello che si muove alle sue spalle. Gli arrangiamenti del band leader
non permettono, però, una grande libertà ai solisti. L'aspetto improvvisativo è
incasellato in una griglia compositiva piuttosto stretta. I musicisti seguono, allora,
un copione da rispettare anche nei minimi particolari e ricoprono ruoli differenti
all'interno di un quintetto dove i compiti sono ben distribuiti in partenza. Ovviamente
le zone in cui apportare contributi personali sono previste, ma tutto è all'interno
di contorni definiti.
Dave Binney e Francesco Cataldo sono i portatori sani dell'idea melodica.
I due espongono il tema all'unisono, solitamente all'inizio dei brani. Il chitarrista
predilige un timbro lievemente distorto della chitarra elettrica e i suoni allungati.
In questo modo può duettare con il sax, assumendo la funzione di secondo strumento
a fiato. Il sassofonista americano è diligente nel porgere il motivo e, quando la
briglia è più sciolta, si lancia in interventi quietamente energici, nel senso che
non esce fuori dalle righe, pur facendo emergere la tensione espressiva.
Salvatore
Bonafede ricama arpeggi e commenti armonici appropriati in modo discreto,
da pianista di valore con la modestia di non voler strafare e di ergersi a protagonista
in tutti i frangenti.
Scott Colley e Clarence Penn sono accompagnatori richiestissimi sulla
piazza. Hanno collaborato con tutto il gotha del jazz moderno contemporaneo. Con
queste credenziali a loro favore, non stupisce il fatto che costruiscano un telaio
ritmico solido e mobile, leggero e penetrante, non fermandosi mai a ripetere lo
stesso passaggio. Bassista e batterista offrono un consistente saggio delle loro
capacità di seguire un tracciato, tirando avanti sapientemente con movimenti ampi
o circoscritti, in avanti o all'indietro, trovando regolarmente i punti di raccordo
con il gruppo.
In un solo titolo compare il bravo violoncellista Erik Friedlander ed è uno
dei migliori per il carattere malinconico e assorto.
Balza evidente all'orecchio un'unità di intenti di fondo, fra i cinque sodali, con
l'intento preciso di occupare gli spazi aperti selezionati con una musica delicata
e corposa, lieve ma non effimera.
Cataldo è più a suo agio come leader che non come chitarrista. Deve confrontarsi
con autentici maestri del jazz attuale e paga qualcosa all'esperienza e all'abilità
dei compagni di viaggio. Pur tuttavia nell'unico brano in acustico, "Your silence",
in solitudine, sa farsi valere con accenti di discendenza methenyana e un modo di
porgere la melodia alquanto efficace.
"Spaces" per la cura meticolosa dei dettagli e l'appartenenza dichiarata e manifesta
all'italian style, a conti fatti, è un buon esempio di jazz italico da esportazione.
Gianni Montano per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 962 volte
Data pubblicazione: 15/08/2013
|
|