Alfamusic - 2006
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Boops Sisters
Bibbidi Bobbidi Boop
1. Bibbidi-bobbidi-boo
2. It's the girl
3. Alleluja tutti jazzisti
4. Tea for two
5. Belleville rendez-vous
6. If i had a million dollar
7. Fare thee well Annabelle
8. Chattanoga choo choo
9. 42nd street
10. I'm gonna sit right down and write myself a letter
11. Alleluja tutti jazzisti
12. Heebie Jeebies
Boop Sisters:
Alessya Piermarini, Francesca Biagi.
Giò Giò Rapattoni
Silvia Manco - piano Alessandro Russo - chitarra Guido Giacobini - basso Carlo Battisti - batteria
Special guests:
Red Pellini, Mauro Carpi, Renzo Arbore,
Michael Supnick,
Carlo Ficini, Luca Velotti,
Davide Vaccari, Fabrizio Zampa, Lino Patruno,
Margherita "Little Maggie" De Risi, Fabrizio Frosi
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ALFAMUSIC
Music Label & Publishing
Via G. Turner, 27 - 00169 Rome (Italy)
Tel:(+39) 06 263067 Fax:(+39) 06 23269109
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All' inizio degli anni '30 furoreggiò negli USA un trio vocale, le
Boswell Sisters: tre sorelle bianche di New Orleans provenienti da studi di
musica accademica prima e successivamente passate dal vaudeville per poi approdare
allo swing. Alle loro piacevoli e garbate armonizzazioni vocali, profumate di jazz,
prestarono il loro talento swing personaggi come
Benny Goodman, Joe Venuti, i fratelli Dorsey. Il trio
si sciolse molto presto, quando era all' apice del successo, dopo numerose incisioni
ed apparizioni sui set di Hollywood, a causa del matrimonio di due delle tre cantanti.
Il suo posto fu preso da altre formazioni consimili, prime fra tutte le Andrew
Sisters che restarono in scena fino agli anni 50. Furono molto popolari durante
la guerra. Chi ha visto il bellissimo "Flags of our fathers " di Clint
Eastwood, ricorderà le tre vocalist che animano alcune manifestazioni a favore
della sottoscrizione del prestito di guerra. Probabilmente il grande regista, nostro
compagno di fede jazzistica, voleva proprio citare le Andrews.
Quel repertorio, quell' atmosfera sonora, l'ambiente e la leggenda dell'America
degli anni '30 sono al centro della ricerca artistica delle Boop Sisters,
tre cantanti italiane (Alessya
Piermarini, Francesca Biagi e Giò Giò Rapattoni) alla
loro seconda esperienza discografica.
Chi pensa (sono in tanti e anche molto qualificati) che la vicenda del
jazz sia culminata negli anni dello swing e che il bop e gli stili successivi sono
l'inizio della fine ("una morte lunga e dolcissima" dice
Pupi
Avati) sarà probabilmente entusiasta di questo cd, nel quale intervengono
anche illustri "passatisti" come
Arbore e
Patruno.
Swing morbido e raffinato, sempre leggibile, divertente, che evoca, volutamente,
l'atmosfera delle sale da ballo di quegli anni che sono per molti mitici ed irripetibili.
Chi, vede la musica afro-americana come una vicenda artistica più lunga
e complessa che va dal blues arcaico al free jazz, e sente il fascino della tormentata
ricerca che ha contraddistinto questa arte dalla fine degli anni '40 in poi, apprezzerà
ugualmente la freschezza di questa incisione. La bravura tecnica delle interpreti
e dei loro accompagnatori. La fragranza delle armonizzazioni vocali, la ricostruzione
di certe atmosfere (la Parigi di Djiango in Belleville
rendez vous, ad esempio), la voglia delle tre musiciste di riscoprire
un filone un po' dimenticato. Speriamo comunque che questa freschezza e questo talento
non rimangano solo al servizio di una celebrazione di una presunta "età dell'oro",
di operazioni nostalgiche.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
15/06/2006 | 16 giugno 2005: un anno fa la scomparsa di
Henghel Gualdi lasciava un grande vuoto oggi ancora più forte. Jazzitalia
lo ricorda attraverso le testimonianze di: Nando Giardina della Doctor Dixie Jazz Band,
Renzo Arbore, Pupi Avati, Lele Barbieri, Luigi Barion,
Gianni Basso, Franco Cerri, Teo Ciavarella, Felice Del Gaudio,
Gianni Giudici, Annibale Modoni, Marcello Rosa, Jimmy Villotti... |
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Data pubblicazione: 23/06/2007
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