Alfamusic - AFPCD121
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Fabio Di Biagio
Mr. Xanthous
1. Esperienze
2. Metamorfosi
Mr. Xanthous
4. Cristallo
5. Contrappunti
6. Friends
7. Piattabanda
8. La via del colle
Fabio Di Biagio - compositions,
keyboards, programming, samples
Esharef Mhagag Ali' - vocals
Antonio De Luise - bass
Stefano Marazzi
- drums
Andrea La Malfa - percussions
Antonio Tosques
- guitar
Special Guests:
Amit Chatterjee - guitar, guitar sinth,
vocals
Randy Bernsen - guitar
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ALFAMUSIC
Music Label & Publishing
Via G. Turner, 27 - 00169 Rome (Italy)
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La passione per Joe Zawinul ha determinato le
scelte musicali e di vita di Fabio Di Biagio, letteralmente fulminato "sulla
via di Damasco" dall'ascolto di "Mysterious traveller", uno dei dischi più
celebrati dei "Weather Report", tanto da decidere di suonare le tastiere e di seguire
la rotta del grande musicista austriaco dopo l'ascolto di questo cd. In "Mr.Xanthous"
si appalesa l'ammirazione e la devozione del leader del progetto per il maestro
dichiarato con una proposta che può vantare fra i suoi modelli anche il "Syndicate",
gruppo decisamente meno sperimentale del "bollettino meteorologico", più orientato
sul versante "world music", su un suono ecumenico che abbraccia diverse esperienze.
Come si sa, ancora, il pianista viennese ha sempre inserito nelle sue
formazioni artisti della più varia provenienza, dal Sudamerica all'Africa, all'Asia.
Di Biagio "lo copia" ospitando qui, accanto ai suoi fedeli accompagnatori italiani,
un personalissimo cantante africano, Esharef Mhagog Ali e due chitarristi:
l'indiano Amit Chatterjee (anche vocalist) e l'americano Randy Bernsen.
A dominare la scena sono, però, le tastiere del leader che introducono i vari brani
presentando il tema, quasi sempre senza altri strumenti ritmici a sostegno, per
"aprire le danze", poi, con l'intervento delle percussioni e l'inserimento successivo
degli altri compagni di avventura.
Si ascolta, in generale, una musica con venature pop, etniche e moderatamente
funk, caratterizzata da melodie semplici e cantabili. Nelle note di copertina Di
Biagio scrive che si tratta di composizioni risalenti agli anni ottanta, ripensate
in un'ottica diversa, trent'anni dopo. Più che un'operazione "nostalgia" ci troviamo,
invece, di fronte ad un tentativo di costruire una musica dalle molte contaminazioni,
muovendo da un repertorio finito in un cassetto, ma che conserva una sua modernità
di impianto.
Il punto di forza dell'intero disco risiede, sicuramente, nella voce potente
ed estremamente evocativa del cantante nordafricano, capace di trasportare il sound
complessivo del gruppo verso atmosfere dal sapore mediterraneo o in mondi lontani
con una forte impronta popolare, etno-folk. Non si può dubitare, infine, sulla sincerità
delle intenzioni del musicista romano, ma l'esito complessivo del disco desta alcune
perplessità. E' l'opera di un seguace fedelissimo di Zawinul che predilige melodie
semplici e cantabili. L'insieme è certamente gradevole, ben armonizzato, ma, all'ascolto,
scivola via senza lasciare molte tracce.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/03/2010
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