Sogni. E di sogni si tratta. Stefania
Tallini, pianista, compositrice e arrangiatrice giunge al suo terzo lavoro discografico da leader liberando tutta la sua maturità compositiva ed esecutiva. Il quintetto che l'accompagna in questa avventura è omogeneo ma, al contempo, imprevedibile: Nicola Angelucci alla batteria, Gianluca Renzi al basso, Andy Gravish alla tromba e Javier Girotto ai sax.
La valenza tecnica del quintetto emerge sin dalle prime battute. Sin dal breve brano prolusivo "Opening" si accendono le luci sullo scenario immaginario creato dalla Tallini. Un viaggio, un racconto dalla poetica narrativa forte, scuotente. E' l'evoluzione di
New Life, precedente lavoro della pianista, come ricorda la stessa nelle linee del booklet. Ed è un'evoluzione non solo per l'introduzione a pieno titolo dei fiati, ma anche per lo stacco compositivo che qui diventa orchestrale, si completa di giochi armonici fatti di sottili rigature ma anche di poderose scosse alle strutture consuete.
Dreams è una ballad che scorre sulle note del piano, mai invasivo, che dialoga con ogni singolo strumento. Il quintetto si passa le note ed ognuno le arricchisce di nuovi temi, di nuove sensazioni.
Selinunte, dedicata ai resti dei meravigliosi templi greci che insistono nell'area sicula, è caratterizzata dal solo di Renzi che cesella sia ritmicamente e sia melodicamente un brano dal profumo di primavera. La Tallini lega ogni singolo strumento acuendo la liricità dell'ensemble dettando i tempi sia di
Gravish che di Girotto.
Cantabile è "Per un attimo ancora", una cantabilità poetica, le note della tromba che si alternano al soprano di Girotto sembrano declamare versi.
Gravish si arrampica sulle scale modali sempre vestite di nuovo così come Girotto che si produce in un solo senza mai riprendere fiato.
Il suono denso del sax solo che si alterna al piano apre alle magie di Without
You. Un tema sviluppato con particolare attenzione alle sfumature armoniche ed ai sussulti ritmici. Ogni strumento da il suo contributo, sempre pregevole, con la
Tallini che fa confluire il traffico strumentale in una unica voce.
La ricerca di suoni e misture di colori della compositrice laziale si amplia in "Viaggio in Sicilia". Accenni a ritmiche latine che la puntualità di Angelucci stigmatizza con garbo ed attenzione ai chorus.
La storia infinita, ispirata all'omonimo film icona degli anni '80, ci lascia ascoltare un solo-improvvisazione della
Tallini trascinante, giustamente aggressivo contrappuntato dal soprano di Girotto che alza la voce veementemente ed incalzato dalla solidissima sessione ritmica.
Un sussurro è New House, dal sapore orientale e dai colori vespertini. Con il suono lacrimevole del piano che incalza la notte e le note del
mohoseno disegnate da Girotto.
L'equilibrio tra atmosfere tese alla ricerca ed il ricordo della tradizione identifica A kiss lì dove il solo di
Gravish ricorda quanto di meglio ascoltato negli anni '50 –'60.
Dopo "opening" che apre, Ending chiude il lavoro. Il ruggire di Girotto si sente nell'inizio
gardeliano che si apre ad un fraseggio percussivo e angolare dalla ritmica complessa e dai contrappunti raffinati.
Un lavoro nuovo, fresco, ad ampio respiro. Il piano della
Tallini ha un approccio armonico che s'incastona in un diadema di suoni sempre immuni da leziosità. I dialoghi che si susseguono sono sobriamente ambigui, tessono un'intima conversazione dai colori emotivi cangianti ma sempre con estrema coerenza descrittiva.
La forza armonica, compositiva ed orchestrale della
Tallini fa venire in mente l'istinto creativo della "Signora" della musica del
'900: Carla Bley.
Suoni e colori da assaporare in ogni momento.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia