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Stefania Tallini
Etoile
1 Minor Tango 4:31
2 Improtrio 1:02
3 Etoile 6:23
4 Rebus 5:42
5 Improduo 1:59
6 Improlatin 2:25
7 Pour Les Infants 4:27
8 Improblues 3:12
9 Iris (For Van Gogh) 5:04
10 Sweet Sea 4:51
11 Improsticks 0:56
12 December Waltz 4:53
13 Improethno 1:23
14 Loin D'ici 5:40
15 Tarante 2001 4:51
16 Voci Lontane 3:21
Stefania Tallini
piano
Filiberto Palermini
alto & soprano sax
Gianluca Renzi
bass
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RECENSIONE
PUBBLICATA sul sito web "ALL ABOUT JAZZ" (marzo 2002)
Un lavoro dalle
sonorità decisamente europee, questo primo CD della pianista
Stefania
Tallini, registrato nel marzo 2001 e da poco pubblicato dall'etichetta
tedesca YVP Music.
Sin dal primo ascolto vi si notano una particolare cura nella scrittura e
nell'arrangiamento, un grande affiatamento tra i musicisti (nessuno dei quali
riveste un ruolo da comprimario) ed atmosfere di stampo cameristico nelle quali
si trovano senza difficoltà momenti lasciati all'improvvisazione ed a
situazioni particolarmente ritmiche (nonostante l'organico ridotto). Il tutto
in una condizione di perfetto equilibrio.
Per l'intera durata del disco, l'ascolto è tenuto desto dall'estrema varietà
dei brani, legati tra loro dalle numerose "Impro" (Ethno/Blues/Latin …) che la
Tallini ha concepito, da sola o con i suoi compagni, per dare unità all'intero
lavoro come in una sorta di suite.
Le composizioni passano dalla
coinvolgente "Minor Tango" (con cui la Tallini ha
vinto la sezione "B" del premio Barga Jazz 2001) alle atmosfere notturne
di "Etoile", dalle dimensioni evocative di "Pour les enfants" al ritmo di
"Taranté 2001". Ma anche gli altri brani risultano determinanti per la riuscita
di un lavoro in cui si apprezzano Filiberto Palermini per la bella voce
del suo sax e per la notevole intensità emotiva che caratterizza le sue
escursioni solistiche, Gianluca Renzi per la versatilità del suo
approccio allo strumento, che si cimenti nel pizzicato o con l'archetto e
Stefania
Tallini per la compostezza del suo pianismo e per aver trovato un
linguaggio proprio pur lasciando intravedere la lezione dei grandi dello
strumento.
Un lavoro che risulta particolarmente coinvolgente, piacevolissimo anche ad ascolti
ripetuti e che testimonia l'ottimo livello dei giovani musicisti italiani.
(F.V.)
Valutazione: * * * * ½
RECENSIONE
PUBBLICATA SU "Jazzit" (Agosto-Settembre 2002)
Esordio discografico convincente per il trio di
Stefania
Tallini, che si rivela qui raffinata compositrice oltre che pianista
versatile e di grane sensibilità. La rigorosa costruzione formale dei brani e il
sapiente gioco delle parti tradiscono una chiara ascendenza classica, senza però
offuscare la vocazione al dialogo e al racconto di una musica che, grazie alla
duttilità delle sue voci e alla loro profonda interazione, appare in continuo
divenire. Così nei temi ampi ed evocativi di "Etoile" e "Pour les
enfants" le idee sembrano precisarsi nota dopo nota, senza mai assumere una
connotazione definitiva; mentre in "Minor Tango" la solidità formale del tema
fugato, il sapore etnico e la mobilità del linguaggio armonico si sposano senza
forzature. Convergenza stilistica che riflette l'approccio trasversale alla
composizione della Tallini, in un perfetto equilibrio fra scrittura e improvvisazione.
(F.P.)
RECENSIONE PUBBLICATA SULLA RIVISTA TEDESCA "jazzpodium" (Agosto 2002)
La pianista Stefania
Tallini presenta con il suo Trio senza batteria – con Filiberto Palermini
ai
sax e Gianluca Renzi al contrabbasso –
il suo primo CD. In 16 pezzi, solitamente abbastanza brevi, realizza la sua visione
musicale in un equilibrio di musica da camera ed empatia dialogica. Le
composizioni della Tallini godono di qualità di canto e raffinatezza armonica.
La sua classe pianistica rende onore ai suoi maestri.
La giovane romana
dispone - con un'eleganza sottile e ricca di sfumature - di logica, intuizione,
disposizione al rischio, tanto talento improvvisativo e una qualità di tocco
limpida.
Tutto ciò
nell'ambito di un'espressione presente nella tradizione musicale originaria del
suo paese e in linea con una solida tradizione classica. Il trio si giova di
una collaborazione coltivata per tre anni e si muove su arrangiamenti ideati
accuratamente, timbri che variano amabilmente e una sensibilità marcata per
l'ardito tramato insieme.
RECENSIONE PUBBLICATA SULLA RIVISTA INGLESE "THE
WIRE" (Ottobre 2002)
The young
italian pianist works with an unsual combination of alto and soprano saxs
(Filiberto Palermini) and bass (Gianluca Renzi), in a programme of lyrical
originals for German label YVP Music. The opening
"Minor Tango"
is selfconsciously baroque, a reverberant acoustic adding to the classical feel.
But the title track is a gorgeous and skilfully sustained melodic fantasy,
whileon the witty "Improsticks" Tallini delves into the piano, agitating the strings
with ballpoint pens. Maybe she could loosen up and use more space in her comping,
but her attractive compositions show great inventiveness and – exept on biros
– her playng sings. (A.H.)
RECENSIONE PUBBLICATA SU "JAZZ
MAGAZINE" (Marzo 2003) Promettente esordio della giovane
pianista romana Stefania Tallini, pubblicato dalla tedesca YVP.
Tallini – diplomata presso i conservatori di "S. Cecilia" (1990) e di Frosinone
(2001), vincitrice di una grande quantità di premi – evidenzia subito un
pregevole equilibrio tra parti improvvisate e una scrittura dai tratti
raffinati, quasi cool. Pregevole lo speciale interplay instaurato con i partner:
il trentatreenne sassofonista Filiberto Palermini e il
contrabbassista Gianluca Renzi, classe 1975. Un drumless trio,
quindi. Il repertorio, tutto originale, consta di 16 brani, alcuni firmati dalla
leader, altri in collaborazione con Palermini e Renzi (autore solitario diella
conclusiva "Voci lontane "). Una realtà, sebbene perfezionabile.
(E.P.)
RECENSIONE PUBBLICATA SU
"JAZZCONVENTION"
(2003) La narrazione e l'attenzione
all'aspetto evocativo sono le linee più evidenti del cd di esordio del trio di
Stefania Tallini che, in Etoile, presenta dieci composizioni fresche e
delicate: una atmosfera la cui tensione è quella di offrire un commento
musicale alle immagini della nostra mente: nel susseguirsi dei brani si può
cogliere l'ispirazione e l'ascolto attento delle musiche delle colonne sonore,
la voglia di associare la musica alle immagini. Brani ben scritti, ben
arrangiati come Etoile, Sweet sea, Iris e Loin
d'ici dimostrano le capacità di scrittura e l'abilità nel leggere le
suggestioni e le potenzialità di una formazione atipica, la serena
consapevolezza da parte dei tre di recitare il proprio ruolo in questo
contesto riuscendo a dare sempre il giusto contributo alla musica: spesso
pianoforte e sassofono si accompagnano riprendendo i temi e creando la base
armonica per l'improvvisazione dell'altro. Soprattutto in questi brani, in cui
la Tallini inserisce diversi momenti introspettivi, rendono bene l'idea della
musica descrittiva di cui si diceva prima: possiamo citare Iris,
dall'introduzione sostenuta che si placa alla partenza degli assoli, costruiti
su di una sequenza in crescendo, che richiama i turbamenti e la rassegnata
calma dei quadri di Van Gogh cui è dedicata; o la sospensione intensa che si
crea al termine dell'assolo di pianoforte in Sweet sea; o, ancora, la vena
malinconica su cui si apre e si sviluppa Voci lontane, il brano
conclusivo di Etoile. Un discorso a parte meritano l'iniziale Minor
tango e Tarante' 2001, tese a reinterpretare stili musicali secondo
una ottica particolare, l'incalzante Rebus, gli stessi episodi più
"sfrenati" di Iris, che mettono in mostra l'aspetto più energico sia della
scrittura che del suono del trio che si disimpegna comunque bene, anche se è
in brani come Etoile, dove si può apprezzare meglio il suono e il
lavoro dei tre musicisti, sia come interpreti - sono in grado di cogliere al
meglio gli accenti del tema e di approfondirli nell'assolo e nel passarsi con
garbo il testimone - sia, nel caso della Tallini, come autrice di un pezzo
davvero molto bello. Da rilevare anche la contrapposizione ai brani veri e
propri di una serie di frammenti, più o meno brevi, ognuno dedicato ad un
differente genere ad una differente atmosfera, denominati "Impro..." che
colgono l'aspetto più libero del trio, libero appunto di fornire una
interpretazione di tipi canonici, senza l'assillo della forma: da una parte
questi episodi costituiscono un legame, un cambio di scena, per proseguire
nella metafora cinematografica, la preparazione al brano successivo -
splendido l'aggancio tra Improtrio e Etoile - allo stesso tempo propongono le
sperimentazioni, la costruzione dei suoni che negli altri brani vengono messe
in secondo piano o date per acquisite. Per quanto sta ai suoni e alle
capacità interpretative il trio supera in modo brillante e personale le
difficoltà imposte dalla sua stessa composizione, alternando spunti classici a
momenti jazz: l'utilizzo di una formazione senza batteria, in cui spesso
Gianluca Renzi suona il contrabbasso con l'archetto e accompagnandosi con la
voce negli assolo e Filiberto Palermini che, con i sax alto e soprano, si
avvicina spesso ai suoni dell'oboe e del clarinetto, fanno emergere sonorità
che richiamano quelle di un ensemble da camera; inoltre lo stile sobrio di
Stefania Tallini e la sua attenzione nei confronti della pagina scritta e del
risultato sonoro da conseguire tracciano in modo leggero e non enfatico la
linea del lavoro. Va apprezzata anche l'attenzione a non strafare e la
capacità di sintesi che rende ancora più gradevole il risultato finale del cd.
Ciò detto non mancano gli spazi nei quali i musicisti sono chiamati a proporre
assoli e rispondono senza indugi alla chiamata: già la prima traccia, Minor
tango, vede i tre presentarsi, si potrebbe dire, con tre assoli essenziali,
lineari e ben realizzati; ma questo accade in tutto il resto del cd in cui i
tre, come già detto, presentano delle parti soliste di buona levatura e,
soprattutto, nelle quali riescono a svolgere il proprio compito con l'occhio
attento alla riuscita di insieme. Fabio Ciminiera
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COMMENTI | Inserito il 11/9/2010 alle 19.38.01 da "arturodilello" Commento: ti consiglio di continuare con la musica classica, io sono un critico d'arte, lavoro per il timesonteroudswisscompany, ma il jazz lo lascerei a chi lo sente veramente, e non per apparire. | |
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Data pubblicazione: 16/02/2003
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