Imbarazzante. E' quasi imbarazzante dover parlare
di un album che dovrebbe solo suonare e non essere raccontato. Parlare, anzi commentare
la storia del Jazz è sempre imbarazzante. In questo caso l'ingrato compito è tale
sia per il gruppo esecutore che per i Musicisti a cui il tributo è diretto. Nel
primo caso ci si imbatte nella assoluta completezza di un artista che è anche la
storia del jazz italiano (e non solo):
Lino Patruno,
alla cui indiscutibile versatilità artistica fa eco la sua onniscienza in campo
musicale – in generale – e jazzistico, in particolare. L'embarassè è acuito
dal fatto che qui si tributano Joe Venuti ed Eddie Lang, al secolo
Salvatore Massaro. Entrambi hanno dato vita alle piccole formazioni di "jazz da
camera", precorrendo i tempi di quelle di Goodman ed entrambi hanno (il presente
è un atto dovuto allorquando si parla di Grandi) origini italiane. Giuseppe "Joe"
Venuti siculo e Salvatore Massaro "Eddie Lang", molisano. Dire che sono tra i massimi
esponenti del Dixieland è pleonastico, così come dire che sono delle icone del jazz
"bianco".
Lino Patruno
ha filologicamente ricostruito un passaggio fondamentale nella storia del jazz,
sia per l'uso del violino – qui suonato con bravura e dedizione dal trapanese
Mauro Carpi,
seguace di Joe Venuti – e sia per l'uso ritmico della chitarra del "più
importante chitarrista dello stile di Chicago", come Joachim Ernst Berendt lo
ha definito. Strumento che qui trova rinnovato vigore chicagoano nelle mani di
Lino Patruno.
Sedici brani accuratamente scelti a dimostrare quanto il passato – se tale si possa
definire – sia importante. I giochi ludici dei mascheramenti di
Wild Cat e Stringin' the
Blues, il feeling – presente ovunque in questo lavoro – che smuove ancor
più la trascinante I've found a new baby, ritmicamente sostenuta dal calibrato saxofono
basso ben suonato da Giancarlo Colangelo.
Un combo senza tempo il Blue Four,
arricchito dalla presenza di Giorgio Cuscito al pianoforte e dalla brillantezza
della voce di Clive Riche.
The Magic Sound of Joe Venuti & Eddie Lang è un lavoro che tiene desta
la memoria e la tradizione. Per chi l'ha dimenticata o, cosa ancor più grave, per
chi la misconosce.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 3.027 volte
Data pubblicazione: 28/12/2008
|
|