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Luca Velottti Quartet
Moonray
LuckyVelox (2015)
1. I'll be seeing you
2. Anita
3. Gee baby ain't I good to you
4. Migalhas de amor
5. Shine
6. Nobody knows you when you're down and out
7. Moonray
8. Jitterbug waltz
9. Sidney & Louis
10. I'm in the mood for love
11. So cool
Luca Velotti - sax, clarinetto Michele Ariodante - chitarra, voce Carlo Battisti - batteria Gerardo Bartoccini - contrabbasso
A volte si parte prevenuti, se oggi non si è eccentrici, innovativi, contaminati,
si pensa di non poter essere originali. E invece esistono molti altri aspetti nella
musica che la rendono sempre (e comunque) originale: i suoni, le dinamiche, il senso
ritmico, la naturalezza espressiva, il fluido sonoro che scorre senza intoppi trasmettendo
un'intensità eloquente. Luca Velotti, noto ai più per la sua lunga
appartenenza alla band di Paolo Conte, ha da sempre approcciato la musica
jazz cosiddetta "traditional" curandone tutti gli aspetti di cui sopra e
nel suo ultimo album "Moonray" li concentra circondandosi di musicisti nostrani
a loro volta con una lunga e importante esperienza come
Michele Ariodante
alla chitarra 7 corde e voce,
Carlo Battisti
alla batteria e
Gerardo
Bartoccini al contrabbasso.
Con un repertorio che attinge da jazz, blues con inserti di choro e habanera e un'alternanza
da parte del leader di sax tenore, soprano e clarinetto l'imprinting sonoro risulta
talmente vario da non assuefare mai l'ascolto.
L'apertura è affidata a "I'll be seeing you" (1938), una ballad nella quale
l'emissione del sax tenore, controllata in modo egregio, sostiene con continuità
l'intero svolgersi del brano senza farlo mai indebolire, seguito poi dal primo dei
tre originals, "Anita", con una "cavalcata" del soprano poi doppiato
dal clarinetto. Al sempre graffiante "Gee, Baby, Ain't I Good to You" (1929)
si contrappone "Migalhas de amor", la grazia di un choro sussurrato dal clarinetto.
Ottima scioltezza per "Shine" (1910), uno dei pezzi più suonati dai grandi hero
degli anni dixie e poi swing e nel quale vanno sottolineati i soli di chitarra di
Ariodante e di clarinetto del leader che poi riprende il soprano per il trascinante
blues "Nobody knows you when you're down and out" (1923). Andamento sobriamente
swing per la title track "Moonray", e giro canonico di soli del quartet nel
fluido "Jitterbug Waltz" (1942, Fatz Waller). "Sidney & Luis" è la
dedica di Velotti a due dei suoi miti e nel quale è utilizzato il sax soprano ovviamente
in onore di Bechet con un'esposizione del tema che fa subito immaginare l'inconfondibile
voce di Armstrong a cantarlo. Chiudono il suadente "I'm in the mood for love"
(1935) e il melanconico habanera "So cool" terzo original a firma di Velotti.
Un disco di classe con un repertorio non scontato, una rimarchevole amalgama del
quartetto per un più che piacevole ascolto.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/05/2016
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