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Henghel Gualdi
4 luglio 1924 - 16 giugno 2005
Il ricordo dei "Grandi" sconfigge la loro Morte


Giovedì 4 settembre 2003, Due Laghi Jazz fest, Avigliana, Piazza Conte Rosso


Il ricordo di:

Renzo ArborePupi AvatiLuigi Barion (discografico)Gianni BassoFranco CerriTeo Ciavarella, Lele barbieri, Felice Del GaudioNando Giardina (Doctor Dixie Jazz Band)Gianni GiudiciMarcello RosaAnnibale ModoniJimmy Villotti

File Audio e Video
La Doctor Dixie Jazz band

Meno male che esiste il ricordo...meno male che esiste la possibilità di farsi ricordare. Purtroppo, però, ricordare non è sempre così automatico, spontaneo, a volte va "stimolato" e allora capita che il tempo scorra, inesorabile, e così i ricordi finiscono col dileguarsi rischiando anche di affievolirsi. E' ciò che è capitato e capita nei confronti di molti artisti che se da un lato hanno la fortuna di fare un mestiere che offre loro l'opportunità di essere ricordati, dall'altro rischiano di finire, spesso per indolenza culturale, in un dimenticatoio mortificante. Henghel Gualdi è stato un clarinettista di rilievo nel panorama jazzistico italiano, il numero uno, all'unanimità, da sempre ha rappresentato l'icona del clarinetto e troviamo quindi giusto, doveroso, ricordarlo attraverso delle testimonianze che si arricchiranno del contributo di coloro che vi hanno collaborato, lo hanno conosciuto, ne hanno condiviso dei momenti artistici e umani e che sentiranno la voglia di lasciare qui il loro ricordo, quel ricordo che, come hanno ben scritto Giovanni Masciolini e Ivana Ruzickova, sconfigge la Morte, colma l'assenza, ravviva uno spirito artistico che deve andare avanti, passare di generazione in generazione evolvendosi e trasformandosi secondo i tempi riconoscendone però, sempre, le origini che sono poi uno degli elementi che ci permette di pensare al domani.

Henghel Gualdi, al contrario di quanto si possa immaginare, era una persona molto allegra e nel suo libro "Poteva andare meglio" (Guaraldi) sono raccolti tutti i momenti salienti della sua vita sempre sotto forma di aneddoti. Da quando da bambino iniziava a studiare clarinetto, ai primi concerti, dalle prime orchestre a suo nome all'incontro con Armstrong e poi Benny Goodman, il suo idolo, Hemingway, Orson Welles, il tour con Pavarotti, Gillespie oltre a delinearsi uno spaccato di vita che inevitabilmente ripercorre buona parte della storia d'Italia.

Il nostro intento è quello di omaggiare questo nostro Artista e di far sì che lo si possa ricordare come merita. Il brano che lo ricorda più di ogni altro è Stardust, che suonava sempre con grande intensità quindi gli dedichiamo il testo che riteniamo sia più che adeguato.

Nella vita di Gualdi hanno gravitato moltissimi personaggi pertanto ci scusiamo se non siamo riusciti a raggiungerli tutti. Ma questo spazio sarà dinamico e si arricchirà ulteriormente di altri contributi.

Ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno voluto rilasciarci una loro testimonianza. Lo hanno fatto senza indugio alcuno, con vero affetto e sentita stima.
Marco Losavio

Stardust (Hoagy Carmichael)
And now the purple dusk of twilight time
Steals across the meadows of my heart
High up in the sky the little stars climb
Always reminding me that were apart
You wander down the lane and far away
Leaving me a song that will not die
Love is now the stardust
Of yesterday
The music
Of the years
Gone by

Sometimes I wonder why I spend
The lonely nights
Dreaming of a song.
The melody haunts my reverie
And I am once again with you.
When our love was new, and each kiss an inspiration.
But that was long ago, and now my consolation
Is in the stardust of a song.
Beside the garden wall, when stars are bright
You are in my arms
The nightingale tells his fairy tale
Of paradise where roses grew.
Though I dream in vain, in my heart you will remain
My stardust melody
The memory of loves refrain.

File Audio e Video

Intervista a Nando Giardina - Doctor Dixie


Il ricordo di:
Renzo Arbore
Pupi Avati
Luigi Barion
Gianni Basso
Franco Cerri
Teo Ciavarella, Lele Barbieri
 
  Felice Del Gaudio, Annibale Modoni

Gianni Giudici
Marcello Rosa

Jimmy Villotti

La Doctor Dixie Jazz band


Henghel Gualdi durante uno dei suoi ultimi concerti
presso la Cantina Bentivoglio di Bologna

Henghel Gualdi, 81 anni, di Correggio, si iscrisse al conservatorio Achille Peri di Reggio Emilia dove si diplomò in clarinetto. Durante la guerra, affascinato dalle grandi orchestre americane di Glenn Miller e Tommy Dorsey, si avvicinò alla musica Jazz e all'improvvisazione. La popolarità di Gualdi oltrepassò l'Italia. In America collaborò con i più grandi musicisti come Bill Coleman, Chet Baker, Count Basie, Gerry Mulligan, Paquito D'Rivera, Sidney Bechet, Albert Nichols, suonò con Louis Armstrong e con Lionel Hampton, Teddy Wilson e Joe Venuti. Celebre una sua tournee negli Stati Uniti con Luciano Pavarotti.
Ha scritto oltre 1000 brani musicali, inciso 20 album discografici e 5 colonne sonore di film per il regista Pupi Avati, continuando la sua attività di solista in Italia e all'estero con grandi musicisti come Andrea Griminelli e Romeo Tudorache, collaborando inoltre con la C.B. Band Orchestra. Nel dicembre 2004, Gualdi aveva ricevuto la cittadinanza onoraria a San Martino in Rio. Il grande M° Giora Feidman dopo avere ascoltato il suo CD "
America", gli fece la seguente dedica: "You are an angel who shares his soul with the clarinet" (sei un angelo la cui anima è una cosa sola con il clarinetto).

 






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COMMENTI
Inserito il 25/2/2007 alle 1.57.46 da "saverio.mercurio"
Commento:
Conobbi Henghel Gualdi circa 27 anni fa durante una sua serata a Montecatini, ero ancora un ragazzo e non potro' mai dimenticare l'emozione che provai. Conservo ancora gli spartiti che mi donò in quell'occasione ed ho una tremenda nostalgia di quel periodo e di tanti altri anni passati a suonare. Grazie, Maestro, per il segno che hai lasciato nella mia vita.
 
Inserito il 11/12/2007 alle 16.25.01 da "ettorezaccari"
Commento:
Ho conosciuto Henghel Gualdi negli anni 70 quando suonava al Trianon e alla Punta dell' Est di Milano. Ricordo la sua simpatia, ma soprattutto la sua grande abilità nel suonare il clarinetto. Quando suonava Stardust non ballava nessuno, eravamo tutti seduti ein silenzio ad ascoltarlo. Sono molto dispiaciuto per la sua scomparsa.
Ing. E. Zaccari, Milano
 
Inserito il 22/7/2008 alle 11.08.30 da "684nmagirus"
Commento:
veramente molto esauriente come quadro anche se non ho trovato traccia di un ricordo tracciato da oliviero ciamaroni, sua spalla sul palco per molti anni e suo grandissimo amico nella vita fino all'ultimo. distinti saluti.
 
Inserito il 24/12/2009 alle 17.15.48 da "luigi-pinardi"
Commento:
Un grande che fra tanti grandi NON ha avuto il successo che si meritava, anche se qui a bologna gli hanno dedicato una via.
 
Inserito il 4/2/2011 alle 13.43.47 da "sergioenr55"
Commento:
L'ho sentito suonare la prima volta quando ero un ragazzo e non ho potuto non innamorarmi del suono che riusciva a far uscire dal suo clarinetto. Grazie di essere esistito, Henghel Gualdi...il più grande clarinettista di tutti i tempi
 
Inserito il 27/3/2012 alle 19.01.17 da "gibafa"
Commento:
Salve, mi chiamo Giovanni Favata, sto frequentando il settimo anno di clarinetto nel conservatorio di Caltanissetta. Sono un fan sfegatato della musica di Gualdi e vorrei chiederle se potreste mandarmi un pò di spartiti perchè ho intenzione di costruire una BIG BAND con gente preparata e suonare molti dei suoi brani! GRAZIE... ( anche solamente la parte di clarinetto, alla partitura ci penso io) ...GRAZIE INFINITE
 
Inserito il 17/1/2013 alle 19.31.57 da "terranovap"
Commento:
Ho avuto il piacere di conoscere Gualdi un'estate a Rimini, la cittadina emiliana sfavillante di luci e di musica. Hengel suonava in un locale. Il suo clarino era udibile da fuori ,tale la potenza della sonorità, la carica di swing che riusciva a sprigionare dallo strumento. Un invito irrinunciabile per continuarlo ad ascoltare... Ne conserverò un ricordo indelebile, per la generosità con la quale suonava per il suo pubblico, la forza e la smagliante tecnica di cui privilegiava, la sensibilità artistica del jazzista di classe che ha dato all'Italia prestigio fama nel mondo. Gualdi fu un ghiandolare goodmaniano per scelta, ma il suo jazz sanguigno, personale non conobbe etichette, viceversa, come tutti i grandi musicisti di jazz, si articolò in ampie aree di sviluppo lessicale che lo portarono a fianco di Musicisti tradizionali e moderni da Armstrong a Baker, da Nicholas a Mulligan. Ricordarne la memoria ha l'alto valore di allontanarne l'oblìo... PIERO TERRANOVA JAZZISTA E MUSICOLOGO
 

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Data pubblicazione: 15/06/2006

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