Henghel Gualdi Ricordo di
Gianni Basso
testimonianza a
cura di Marco Losavio
Henghel è stato il più grande clarinettista in Italia, senz'altro. Lo
ricordo con la massima stima. L'ultima volta che l'ho visto è stato in occasione
di un concerto che la mia città, Asti, mi ha dato l'opportunità di organizzare.
E' stato il 31 marzo 2005 e il concerto prevedeva
alcuni ospiti che io ritenessi importanti. Ho invitato
Dusko Goykovich,
Renato
Sellani, Piero Angela, che stimo molto come persona,
Dino Piana
e Henghel Gualdi. Credo sia stato uno dei suoi ultimi concerti. Doveva suonare
tre pezzi, dopo il primo si vedeva che era stanco. Il secondo fu il famoso
Stardust che però non riuscì
a terminare e il terzo non lo suonò. Era nel backstage, insieme al fratello, stava
male, chiese di andare via. E' l'ultima immagine che ho di Gualdi che però
anche quella sera eseguì uno Stardust
che si ascolta raramente così bene. Era il suo cavallo di battaglia, esponeva la
melodia in modo straordinario ma poi improvvisava anche, utilizzava i bisacuti,
era grandissimo.
Henghel oltre a suonare jazz ha suonato molto nei dancing room
che lo hanno reso molto popolare anche attraverso la radio e la televisione ma lo
ha sempre fatto con livelli assoluti.
Ha
dato molto alla buona musica, alla bella musica. Gualdi ha dato molto come
maestro di musica e di vita, uno che ha sempre dato un buon esempio come professionista
e anche come uomo. Con lui è finita un'epoca, uno stile, era The King. Io
so cosa significa suonare così bene il clarino, l'ho provato e poi l'ho lasciato
preferendo il sax. Conosco le difficoltà pertanto quando sento cosa era in grado
di fare, non posso non ritenerlo il migliore. Lui scelse il suo strumento almeno
40 anni fa e non lo ha mai mollato, aveva le chiavi dorate. Una reliquia. Penso
che nessuno possa riuscire a raggiungere la sua classe.
Un altro aspetto che vorrei ricordare era la sua predisposizione alle
gag. Come tutti i romagnoli aveva sempre la battuta pronta, lo scherzo, contrariamente
alla maggiorparte dei musicisti jazz, lui era scherzoso, aveva sempre battute pronte.
Una volta mi disse: "lo sai che uno mi ha chiesto il coro del Nababbo...?"
oppure "una volta uno mi ha chiesto la Contessa Ro...", ironizzando sul titolo
"Con te sarò". Mi raccontò che una volta vide salire un piccolo ragazzo di colore
sul palco che gli chiese di suonare. Inizialmente lo ignorò poi, data l'insistenza,
gli dette l'opportunità di suonare...era Johnny Griffin. Quando lo sentì
si scusò mille volte per non averlo riconosciuto...Era un personaggio fantastico.
Amava anche bere vino buono e tutte le volte che veniva da queste parti mi chiedeva
sempre una bottiglia di barbera, anche quella sera del 31 marzo
2005.
Lo vedo ancora come un personaggio "maggiore", come diciamo noi,
un umile che sapeva farsi valere. Ho suonato spesso in duo con lui, clarino e sax,
era dura. Se dovessi suonare in questo momento un pezzo per lui...credo mi chiederebbe
Body and Soul perchè a lui piaceva molto ascoltare
ciò che da uno strumento veniva al meglio e Body and Soul
è estremamente adeguata per il suono di un sax. Poi, probabilmente gli suonerei
Stardust, come omaggio.
Body and
Soul
Gianni Basso -
sax tenore
Teo Ciavarella - piano
Lele Barbieri - batteria
Felice Del Gaudio - contrabbasso
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Insieme abbiamo lavorato dappertutto. Un altro mio concittadino, Giancarlo
Pillot, stravedeva per Gualdi perchè lo faceva vivere. Gualdi
sapeva lavorare, nel senso che in qualunque ambiente si trovava lui sapeva star
bene e far star bene soprattutto chi lo accompagnava come musicista e credo che
tutti coloro che hanno lavorato con lui possano testimoniare questa cosa.
Ha scritto tanta musica, ha lasciato e lascerà soltanto bei ricordi e
spero che i giovani lo apprezzino e che lo considerino nei loro percorsi di studio.
Lo chiamavano il Benny Goodman italiano ma, guardate, io ne ho sentiti di
clarinettisti di alto livello compresi Buddy De Franco, Eddie Daniels
o gli italiani Glauco Masetti e
Attilio
Donadio, ma Gualdi faceva parte di quella piccola famiglia di
grandi clarinettisti, del gruppo di testa...senza dubbio.
Il miglior clarinettista che abbia conosciuto!! Abbiamo perso un grande
pezzo della storia musicale d'Italia.
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File Audio e Video
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- Doctor Dixie
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15/06/2006 | 16 giugno 2005: un anno fa la scomparsa di
Henghel Gualdi lasciava un grande vuoto oggi ancora più forte. Jazzitalia
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Data ultima modifica: 11/02/2008
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