Serie "Jazz in Italy"
RJR CD 004 |
Tullio
Mobiglia
The Complete TULLIO
MOBIGLIA
(1941 - 1946)
1 PETER, PETER, WHO WARST DU
HEUTE NACHT? (Heinrich Traxler)
2 ES WEIGT SICH EIN SCHIFF IM WIND (Sacha Von Stolberg)
3 SIE WILL NICHT BLUMEN UNO NICHT SCHOKOLADE (Hans Carste)
JOSEPH, ]OSEPH (Sammy Cahn-Saul Chaplin)
4 MELANIE (from the film "Ursula greift ein") (Michael ]ary)
5 TULLIO RHYTHMEN (Tullio Mobiglia)
6 LIEBER SONNENSCHEIN (PIPPO NON LO SA) (Gorni Kramer-Mario Panzeri)
7 KEINEN TAG OHNE LIEBE (HUER DAG TENKER JAG PA DEG) (Alfred Jack-Kurt Feltz)
8 WENN DIE LICHTER WIEDER SCHEINEN (Edmond Kitscher-Alson)
9 TAKE IT EASY BOY (SEI FROLICH, MEIN JUNGE) (Leo Mathisen - Svend Asmussen)
10 TO BE OR NOT TO BE (SEIN ODER NICHT SEIN) (Leo Mathisen - Erik Parker)
11 WAS GESCHAH IN DIESER NACHT (CE SE STALO TETO NOCI) (Michael Jary)
12 DAS MARCHEN VOM GOLDENEN STERN (LA FIABA DI BIANCA STELLA) (Luigi Alla)
13 SOGNO (TRAUM) (Vecchio)
14 CIELITO LINDO (Fernandez -Yradier)
15 ElNE SUSSE MELODIE (IL SERPENTE INNAMORATO) (Cosimo Di Ceglie-Nisa)
16 OH MARIE, OH MARIE! (0I MARI') (Cosimo Di Ceglie)
17 MELODIE IN F (Tullio Mobiglia)
18 SCHENK MIR DEIN PHOTO (LA CANZONE DEL BOSCAIOLO) (Pippo Barzizza -
Riccardo Morbelli)
19 SCHWUNG PLUS 9 (Tullio Mobiglia)
20 BARENTANZ (Tullio Mobiglia)
21 L'ORCHESTRA PAZZA (Tullio Mobiglia)
22 MEZZA BOTTIGLIA D'ARIA (Tullio Mobiglia)
23 SWING PIU NOVE (Tullio Mobiglia) |
Il
complesso che Tullio Mobiglia diresse ininterrottamente a Berlino fra
l'aprile 1941
e l'agosto
1943
fu, unitamente a quello di Kramer della seconda metà degli anni Trenta,
l'unico gruppo stabile della storia del jazz italiano fra il
1935
ed il
1943.
Musicisti di due diverse generazioni, il trombettista Alfredo
Marzaroli e il sassofonista e clarinettista Francesco Paolo Ricci che
avevano iniziato la loro carriera già negli anni Venti, e i più giovani
Tullio Mobiglia, Eraldo Romanoni, Carlo Pecori e il triestino
Angelo Bartole, formarono un gruppo estremamente omogeneo che suonò
durante la Seconda Guerra Mondiale a Berlino: al Patria Bar,
dall'aprile al dicembre del
1941
e al Rosita, un locale che
si trovava quasi di fronte, per tutto il
1942
e nei primi mesi del
'43.
In quella strada di Berlino, la Hohenstaufenstrasse, malgrado la
guerra, risuonavano ogni sera le note di almeno tre complessi jazz: quello di
Mobiglia prima al Patria Bar e poi al Rosita; quello formato
da Alfio Grasso, Italo Scotti, Baldo Maestri, Aurelio De
Carolis, Walter Ferranti, prima al Rosita e successivamente al
Patria Bar per un breve periodo ed infine quello di Django Reinhardt
al Femina Bar. Una piccola Swing Street, con la differenza che
si trovava a Berlino in piena guerra, anziché a New York nell'euforia degli anni
Trenta.
Nelle
venti incisioni che oggi vedono per la prima volta la ristampa integrale in
ordine cronologico, con la sola eccezione di
Schachmatt,
un motivo scritto da Nino Impallomeni che venne inciso ma che forse non
vide mai la pubblicazione su disco, l'orchestra affronta un repertorio europeo (il
divieto di suonare brani di autori americani era assoluto). Così si trovano
composizioni di autori tedeschi, italiani, ungheresi o dello stesso Mobiglia che
però riecheggiano, nelle strutture armoniche e nelle linee melodiche, temi
adatti all'improvvisazione ed all'esecuzione jazzistica, sui quali i musicisti
si trovano quasi sempre a loro agio. L'unico brano non europeo è una
composizione del
1938 di Sammy
Cahn e Saul Chaplin lanciata dalle Andrew Sisters ed incisa in
quello stesso anno, sempre negli Stati Uniti, dal violinista di origine
ungherese Emery Deutsch. Il titolo originale era
Joseph Joseph
che, nell'edizione tedesca, prese
il nome di Sie will
nicht Blumen und nicht Schokolade
il cui autore divenne Hans
Carste.
Mobiglia, che si ascolta in tutte le incisioni, divide gli assolo con i
suoi colleghi. Il suo stile, che si riallaccia alla linea Coleman Hawkins-Chu
Berry; le sue capacità inventive, la sua indubbia personalità, gli avrebbero
meritato una ben maggiore considerazione nell'ambito del jazz europeo.
Solo in questi ultimi anni, con la rivalutazione di questo musicista
iniziata nel 1983
con il volume "Il
Jazz in Italia" (ed. Laterza), il mondo del jazz, soprattutto europeo, si
sta accorgendo della sua esistenza. E le incisioni inserite in questo primo CD,
che coprono il periodo berlinese e che comprendono anche tre incisioni
realizzate a Milano nel
1945
e
'46,
consacreranno finalmente, l'indubbio valore di questo musicista così versatile.
Anche gli altri, con la sola eccezione di Nino Impallomeni, avevano
subito la stessa sorte. Alfredo Marzaroli, ad esempio, uno dei pionieri
del jazz italiano, suonava ancora in quel periodo in uno stile che si rifaceva
alla linea Bix Beiderbecke-Red Nichols che era stato il suo modo
di suonare quando nel
1929
faceva parte della Louisiana
Orchestra di Piero Rizza. Nino Impallomeni invece che proveniva dalla
grande esperienza con i gruppi di Kramer (vedi Riviera Jazz Records RJR
CD 002 e RJR CD 003) non nascondeva la sua grande passione per Louis
Armstrong e Roy Eldridge, anche se in queste incisioni è forse meno
brillante che in quelle precedenti realizzate con Kramer.
Geniale e inventivo era soprattutto il chitarrista Alfio Grasso
che non faceva parte dell'orchestra di Mobiglia ma che fu chiamato dal
sassofonista per prendere parte alle incisioni. Quasi del tutto sconosciuto
dalle Storie del jazz fu, per molti musicisti tedeschi dell'epoca, un vero
caposcuola: Teddy Kleindin, Benny de Weille, Helmuth Zacharias
ne subirono l'influenza. Anche Caterina Valente che all'inizio della
sua carriera era estremamente interessata al jazz tanto che negli anni Cinquanta
incise dischi con Chet Baker e Sy Oliver, fu allieva di Alfio
Grasso che le insegnò la chitarra e i presupposti dell'improvvisazione.
Nell'agosto
1943, Tullio
Mobiglia lasciò la Germania per far ritorno in Italia dove, nell'ottobre del
1945,
formò una sua grande orchestra che iniziò ad incidere per Columbia, per
poi passare alla Telefunken ed alla Cetra. Ne facevano parte
solisti come Giovanni Bocchia e Vittorio Pavone. Ma era lui,
Tullio Mobiglia la vedette. Il suo assolo in
Swing più Nove
ne è la più evidente
dimostrazione.
ADRIANO MAZZOLETTI
12/12/2018 | Addio a Carlo Loffredo, tra i padri del Jazz in Italia: "Ho suonato con Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Django Reinhardt, Stephan Grappelli, Teddy Wilson, Oscar Peterson, Bobby Hachett, Jack Teagarden, Earl "father" Hines, Albert Nicholas, Chet Baker, i Four Fresmen, i Mills Brother, e basta qui." |
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Data pubblicazione: 23/03/2002
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