AA.VV. - Jazz in Italy in The 50s
The Rise of Dolce Vita - Roman New Orleans Jazz Band, Benny
Goodman Sextet, Sistina Street Swingers, Bricktop
Riviera Jazz Records
RJR CD 016
Roman New Orleans Jazz Band
Giovanni Borghi, tp; Luciano Fineschi, tbn; Marcello Riccio,
cl; Ivan Vandor, ss; Giorgio Zinzi, p; Bruno Perris, bj; Pino Liberati, tu; Peppino
D'Intino, dr.
Rome, March 9, 1950
1. Canal Street Blues (Joe Oliver) 155700 Ja-Da (Bob Carleton)
2. Baby Won't You Please Come Home? (CharleWarfield-Clarence Williams)
3. Royal Garden Blues (Spencer Williams)
4. Sergio's Blues (Luciano Fineschi)
Benny Goodman Sextet
Roy Eldridge, tp; Zoot Sims, tens; Benny Goodman, cl; Dick Hyman,
p; Jean "Toots" Thielemans, g, mouth arpa; Charlie Short, sb; Ed Shaughnessy, dr;
Nancy Reed, voc
Rome, May 6, 1950
5. Air Mail Special (Good Enough to Keep) (Benny Goodman)
6. Body And Soul (Johnny Green- Ed Heyman-Robert Sauer-Frank Heyton)
7. After You've Gone (Turner Layton- Henry Creamer)
8. Rockin' Chair (Hoagy Carmichael)
9. I Would Do Anything For You (Claude Hopkins-Alex Hill) NR, voc
Sistina Street Swingers
Ettore Crisostomi, p-arr; Carlo Loffredo, sb; Gilberto Cuppini,
dr.
Milan, July 8, 1952
10. Blue Moon (Richard Rodgers-Lorenz Hart)
11. Don't Blame Me (Jimmy McHugh-Dorothy Fields)
12. Out of Nowhere (Johnny Green- Ed Heyman)
13. Ballin' the Jack (Chris Smith – Jim Burris)
14. I Can't Get Started (Vernon Duke – Ira Gershwin)
15. The Blacksmith Blues (Jimmy Holmes)
Bricktop
voc with piano acc.
Rome, 1955
16. I'm a Little Blackbird Looking For a Blue Bird (George Meyer
- Arthur Johnston)
17. September Song (Kurt Weill – Maxwell Anderson)
18. Just One of those Things (Cole Porter)
19. All Right Baby With Me (Traditional)
20. Where or When (Richard Rodgers-Lorenz Hart)
21. Miss Otis Regrets (Cole Porter)
Per il jazz gli ultimi anni hanno segnato il trionfo del made in Italy.
Un edifico, quello del jazz italiano, che posa su solide basi, avviate decenni fa
con l'opera spesso eroica di pionieri oggi totalmente dimenticati. La collana
Jazz in Italy della Riviera Jazz Records si dedica alla ripubblicazione filologica
del jazz italiano di quel periodo.
Si tratta di un'opera meritoria, che riveste un alto
interesse storico e musicale. L'originalità dei solisti di oggi riposa su queste
incisioni che documentano la via italiana al jazz; con artisti, episodi, luoghi
di una storia che va riscritta e grazie a Riviera Jazz può essere riascoltata su
Cd. Anzi, spesso le incisioni sono costituite da inediti di ottima fattura, per
la qualità della musica proposta e per la registrazione. Per l'appunto questo
The Rise of Dolce Vita presenta splendidi inediti di
Benny Goodman, dal vivo con il suo sestetto e una unica "prova d'autore"
di Ada Smith, la ballerina, cantante, intrattenitrice meglio nota come Bricktop.
Anima imprescindibile delle notti parigine dagli anni Trenta tramite il suo locale
alla moda, nel dopo guerra ne aprì uno anche a Roma, nella centralissima via Veneto.
Erano davvero gli albori di quella Roma felliniana, aperta, internazionale
popolata di gente dello spettacolo, nobili decaduti, paparazzi, perditempo, intellettuali
e…musicisti. Il libretto allegato è prodigo di aneddoti e informazioni che rendono
l'ascolto piacevole e dipingono bene il periodo storico.
Tra i jazzisti italiani che operano a Roma in questo periodo vi sono i solisti
della Roman New Orleans Jazz Band (che in una occasione ebbero anche l'onore
di ospitare in jam session Louis Armstrong) ed i Sistina Street Swingers,
un trio con
Carlo Loffredo, Gil Cuppini ed Ettore Crisostomi.
Si parte quindi con il divertente dixieland proposto dalla Roman, ben suonato
e con alcuni solisti in ottima forma (Giovanni Borghi alla tromba, Ivan
Vandor al soprano e Luciano Fineschi al trombone), in una selezione ad
alto tasso blues. Apre Canal street blues di King Oliver che ci porta
immediatamente nei territori del primo jazz, in Louisiana. Seguono i cinque brani
di un concerto che Benny Goodman diede a Roma nel
1950. Un gruppo interessante, con ottimi solisti
sia americani che europei: Roy Eldridge alla tromba, Zoot Sims al
tenore (senza grandi spazi, purtroppo) e
Toots
Thielemans all'armonica a bocca e chitarra. Il clarinetto del leader
si lascia apprezzare sulle languide armonie di Body and soul, spalleggiato
dal romantico pianoforte di un giovane Dick Hyman (futuro autore di molte
colonne sonore per Woody Allen) mentre Eldridge scalda la platea in un lento ma
volitivo Rockin' Chair.
I Sistina Street Swingers, presentano poi una autentica sorpresa: il pianoforte
di Ettore Crisostomi, dal limpido tocco classicheggiante, qui impegnato in
una selezione di standard da I Can't get started a Out of nowhere.
Si sentono l'influenza di Bud Powell e del bop, l'impostazione di Art Tatum nelle
variazioni sulla melodia, ma anche una ottima personalità.
Chiudono i sei brani interpretati da Bricktop. Un originale salto all'indietro
nel repertorio classico della canzone americana di Broadway da Kurt Weill a Cole
Porter, interpretati con un verseggiare enfatico, cabarettistico più che jazzistico.
Per rendersi conto di quanta acqua è passata sotto i ponti della musica afroamericana
basta confrontare la versione di Just one of those things cantata da Bricktop
con quella classicissima di Ella Fitzgerald: un paragone illuminante e (sicuramente)
un modo diverso di ascoltare questo immortale standard.
Franco Bergoglio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/04/2010
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