"You gotta pay the dues, if you wanna sing the
Blues"
Bessie Smith nacque a Chattanooga, nel Tennessee, molto probabilmente
il 15 aprile 1894. La sua era una famiglia povera
e numerosa, tre fratelli e tre sorelle. Rimase orfana di padre, predicatore battista,
quando era molto piccola. A nove anni perse la madre. Fu presa sotto la tutela della
sorella più grande, Viola, che si prese cura del resto della famiglia.
Nel Sud, in quegli anni, un lavoro decente per i poveri neri, non c'era.
Molti si rassegnavano a diventare braccianti, altri venivano tentati dallo show
business. Chattanooga, a più di cento miglia da Nashville, era una città che alla
fine dell'800 contava 30,000 abitanti, e più della metà erano neri.
Bessie cominciò a cantare che era ancora bambina. Si esibiva nella sua
città natale, nella via dove si svolgeva la vita notturna della comunità nera. Qualche
volta rimaneva nel suo quartiere, davanti al White Elephant Saloon e cantava per
racimolare qualche nichelino. Tutto serviva per sfamare se stessa e la sua famiglia.
Suo fratello Clarence, che aveva ambizioni artistiche, fece un provino
intorno al 1910, quando la Moses Stokes Company
venne a Chattanooga. Fu preso come comico e maestro di cerimonie. L'anno successivo
anche Bessie si presentò per un provino e venne scritturata, ma come ballerina.
La compagnia includeva i coniugi Will e Gertrude Rainey: erano
Ma e Pa Rainey.Circolava la storia che i due artisti avessero
letteralmente rapito Bessie ancora adolescente, costringendola ad esibirsi con loro
in un lungo tour, dove imparò l'arte del blues. Molti anni più tardi Bessie
e Ma Rainey risero molto di questa storia inventata.
Nel
1913, lasciata la Moses Stokes Company, Bessie
si esibì nel palco del Theatre 81 ad Atlanta, che negli anni successivi divenne
la base frequente tra una tournée l'altra. Entrò quindi nel circuito TOBA, una sorta
di associazione di agenti teatrali che lavoravano per le compagnie itineranti dei
minstrels e di blues. TOBA, che letteralmente stava per Theatre Owners' Booking
Association, era meglio conosciuta tra gli addetti ai lavori, con il nome di "Tough
On Black Asses" (Dura con i musi neri), proprio perché gli artisti che erano
ingaggiati venivano trattati piuttosto male.
Le più famose compagnie di minstrels viaggiavano nel Sud, tra le campagne
e le città e diffondevano il blues tra la gente. Cercavano di arrivare nei posti
giusti al momento giusto, quando la gente aveva più disponibilità economica e voglia
di divertirsi. Seguivano la coltivazione del tabacco in primavera e quella del cotone
in autunno. Si spingevano fino alle miniere di carbone nelle Sea's Islands, al largo
della Georgia. La gente faceva chilometri per ascoltare le grandi cantanti del momento.
Per vivere il brivido del blues, uomini e donne viaggiavano a bordo di treni stracolmi,
pigiati come sardine. Venivano da ogni parte del Sud, dagli insediamenti fluviali,
dai campi di granturco, dalle segherie. Si assiepavano nei tendoni montati per gli
spettacoli. Ma c'era la segregazione: i neri da una parte, i bianchi dall'altra.
L'atmosfera era calda, il pubblico partecipava e le cantanti del periodo classico
del blues affrontavano temi scottanti nelle loro canzoni. Spesso i testi rispecchiavano
la vita reale. Quando i blues parlavano di uomini disonesti e crudeli che abbandonavano
le famiglie, le donne tra il pubblico applaudivano ed emettevano chiare grida di
approvazione.
I blues singers, uomini o donne che fossero, erano a loro modo dei predicatori
che conoscevano bene la loro comunità, tanto da rifletterne valori, emozioni, problemi
e comportamenti. Ciò che li faceva sentire vicino alla gente è che essi non si ponevano
mai al di sopra del loro uditorio, ma ne condividevano le debolezze.
I
temi affrontati erano tanti. C'erano dei blues che raccontavano del "boll-weevil"
(il curculione), il funesto parassita del cotone che aveva ridotto alla disperazione
migliaia di contadini del Sud. C'erano i blues erotici con chiare allusioni sessuali
e doppi sensi. Ma Rainey si esibiva in una versione volgare dello "shimmy"
e le piaceva provocare il pubblico con il suo repertorio pieno di metafore riguardanti
l'anatomia maschile. Un altro tema ricorrente era quello della sbornia solitaria,
dove i protagonisti erano in preda ad una cupa nostalgia per i luoghi d'origine,
l'eterno tema del disadattamento alla vita delle grandi città.
L'elemento spettacolare aveva comunque un ruolo decisivo nello show. Un
numero importante che faceva Ma Rainey, la vedeva nascosta in uno scatolone
a forma di vitrola, uno di quei vecchi fonografi che si usavano in quegli anni.
Arrivava una ragazza che faceva l'atto di mettere su un disco e l'orchestra cominciava
a suonare. "Ma" cantava le prime battute, poi apriva una porta e usciva sul palco,
scintillante sotto i suoi gioielli d'oro che pesavano circa 10 chili.
Anche Bessie non trascurava l'aspetto spettacolare nelle sue esibizioni.
Era la sua voce possente ad emozionare il pubblico, ma anche le mises che di frequente
aveva durante gli spettacoli, avevano un che di stravagante e originale I suoi vestiti
di scena non erano particolarmente elaborati, ma esibiva spesso lunghe collane di
perle, uno scialle spagnolo e delle piume di struzzo. Uno dei suoi cappelli preferiti
aveva la strana forma di un' abat-jour. Era simile ad un casco trapuntato di perline
e lustrini, da cui si dipanavano, ai lati, due larghe ali con una lunga frangia.
Era stato ideato per lei, da una stilista che si chiamava Palamida.
Un altro classico costume era quello da "mammy" del Sud: un fazzoletto
annodato davanti, un vestito di cotone a colori sgargianti, spesso a pois, una larga
gonna che scendeva ai piedi e sopra, un grembiule. Un cuscino sul di dietro, completava
il tutto.
Il
blues intorno agli anni '20, era ancora una forma di poesia rurale, relegata agli
stati del Sud e cantata da artisti prevalentemente anonimi. Bessie, con le sue prime
registrazioni alla Columbia nel 1923, diventò
presto una figura di riferimento per questo genere musicale. Il successo arrivò
immediato, una specie di "blues gold rush". Il pezzo che vendette 780,000 copie
in meno di 7 mesi (una cifra astronomica per quei tempi), fu "Down
Hearted Blues". Non era un pezzo nuovo ma, come diremmo oggi, una cover.
Era stato, infatti, un successo discografico di Alberta Hunter, una cantante
allora molto popolare.
Bessie
si sposò due volte. Il primo marito fu probabilmente Earl Love, giovane rampollo
di una ricca famiglia del Mississippi. Non si hanno molte notizie a riguardo, ma
sembra che morì durante la Prima Guerra Mondiale. Il secondo marito, Jack Gee,
ebbe un ruolo più importante nella vita della cantante, anche se spesso in senso
negativo. La sera del loro primo appuntamento, Jack fu coinvolto in una sparatoria
e fu costretto ad un ricovero in ospedale per alcune settimane. Lei si affezionò
a lui, andandolo a trovare tutti i giorni. Dopo un periodo di convivenza, decisero
di sposarsi: era il 7 giugno del 1922. Il loro
matrimonio durò 6 anni, durante i quali frequenti furono i litigi. Jack era sospettoso
nei confronti della moglie, che non solo aveva cominciato a bere, ma lo tradiva
con ambo i sessi, con una certa disinvoltura.
Bessie scriveva anche le sue canzoni. Non era particolarmente originale
nei testi, d'altronde non lo erano i blues in genere. Era pratica comune prendere
in prestito versi da altre canzoni e crearne di nuovi attraverso un "taglia e incolla".
Il grande successo di Bessie verso la metà degli anni Venti e il conseguente miglioramento
della sua situazione economica, portarono la cantante a prendersi cura delle sorelle
che fece venire a Filadelfia e alle quali regalò un ristorante.
Nel 1925 decise di comprarsi una carrozza
ferroviaria per potersi spostare comodamente da una città all'altra, ma anche per
evitare le difficoltà nella ricerca di un alloggio, che non era facile a quei tempi
per gli artisti di colore. Il treno era bellissimo: giallo acceso con le scritte
verdi che annunciavano "The Empress is in Town". La carrozza era lunga 24
metri circa, capace di trasportare l'intera troupe e lo show. Ognuna delle sette
cuccette poteva ospitare comodamente 4 persone. In più, nel piano basso, c'erano
posti per 35 persone. La cucina era provvista di acqua corrente calda e fredda ed
era grande abbastanza da contenere tutta la troupe. Era Bessie stessa, e
sua nipote Ruby, che si occupavano dei pasti, cucinando personalmente. Tutti
collaboravano, persino i musicisti dovevano qualche volta pelare le patate. Il menù
era quello tipico del Sud: stufato di zampone, trippa fritta, riso e fagioli.
Una marching band sfilava per la città, suonando i motivi più festosi
come "St Louis Blues" oppure "There'll
Be a Hot Time in the Old Town Tonight". Gli affari andavano bene, ma
gli sperperi del marito, il vizio del bere e il mantenimento delle sorelle, la portarono
a spendere più di quanto guadagnasse. Accadeva talvolta che per riappacificarsi
con il marito dopo l'ennesimo litigio, Bessie gli regalasse qualcosa di molto costoso,
senza badare a spese.
Chris Albertson, tra i numerosi aneddoti citati nella biografia della
cantante, scrive che nel 1926Bessie
acquistò una Cadillac per il marito. Ecco come andarono le cose, secondo i ricordi
della nipote Ruby. I coniugi Gee sono davanti alla showroom e Bessie si rivolge
a Jack:
"E' una bella macchina […] ti piace?" Jack fece di sì. " Domani te la compro"
disse Bessie. Il giorno seguente, ritornò nella showroom, dove immediatamente catturò
l'attenzione del commesso […] che stava per chiederle gentilmente di uscire, quando
lei gli indico la decappottabile e disse: - "Prendo quella". Presala da parte, il
commesso spiegò a Bessie che era una macchina molto speciale e piuttosto costosa,
che era da tenere in mostra e che ne esistevano solo due esemplari. Poi, non ancora
sicuro che fosse una potenziale cliente, cercò di mostrarle dei modelli più economici,
ma Bessie aveva deciso.:-"Quella è la macchina per cui sono venuta" disse "e non
ho intenzione di comprare qualcos'altro," Il commesso fece un ultimo tentativo per
scoraggiarla: "Signora, se vuole quella macchina le costerà cinquemila dollari".
"La prendo" disse lei " e pago in contanti.[…] Bessie sollevò la gonna, infilò le
mani nel grembiule da lavoro che aveva sotto, e tirò su una grossa manciata di banconote"
E pagando in contanti, comprò la Cadillac.
Bessie frequentava i locali dove poteva bere abbondantemente e talvolta
capitava nei "buffet flats" che, negli anni '20 erano luoghi dove spassarsela senza
troppi divieti o rischi che la polizia facesse retate. Erano dei clubs privati che
offrivano di tutto: spettacolini erotici, gioco d'azzardo, liquori di contrabbando
ed altro. Erano di soliti gestiti da tenutarie che, in modo efficiente e professionale,
tenevano al sicuro i contanti che i clienti affidavano loro all'inizio della serata,
che poi venivano ritirati di volta in volta, durante la notte, in base alle esigenze
dei clienti.
Un'altra forma di divertimento molto diffusa tra la comunità nera di Harlem,
ma molto più a buon mercato, erano i "rent parties",una sorta di feste private organizzate
col fine di raccogliere il denaro per pagare l'affitto della casa in cui si teneva
la festa. Il buffet era semplice e casalingo:pesce o pollo fritto, piatti fumanti
a base di interiora e cattivo liquore a volontà. Uno dei blues più famosi di Bessie
recitava così "Gimme a reefer and a gang of gin". Non è difficile ravvisare
una tipica atmosfera da rent party. Si mangiava, si beveva, si giocava d'azzardo
fino all'alba. Un pianista o un chitarrista, fornivano la musica, ed a loro era
dispensato il costo del biglietto e quello della consumazione.
Qualche volta Bessie amava vestirsi elegantemente, pelliccia e gioielli,ma
non ostentava mai la sua nuova ricchezza. Continuò ad avere, anche nei momenti di
maggiore successo, una forte comprensione per i meno fortunati, forse perché non
dimenticava le sue origini. Odiava i parvenus neri che scimmiottavano i ricchi bianchi.
Ecco che cosa accadde un giorno, in una pausa tra uno spettacolo e l'altro.
E' Bessie che ha voglia di divagarsi
"Forza
Ruby, andiamo a divertirci un po'." Sapendo che avevano ancora un paio di spettacoli
da fare, Ruby cominciava a preoccuparsi per Bessie, ma sapeva che era meglio stare
zitta e andare. Si incamminarono verso Harlem, in una giornata splendida e voltarono
verso la Settima strada, dirigendosi verso il Lafayette.[…] Improvvisamente Bessie
si infilò nel vicolo, si sedette sul cassonetto della spazzatura, pelliccia e tutto,
e scoppiò in una risata così fragorosa, che fece voltare tutti i passanti, non si
capiva cosa fosse successo. Poi, con le gambe penzoloni sul cassonetto, cominciò
a dondolarsi avanti e indietro, schioccando le dita e muovendo le braccia, le spalle
il collo. Cercava di dare il tempo e quando le sembrò quello giusto, si volse verso
Ruby e disse:- " Forza Ruby, facciamo vedere come si fa" Poi riempì il vicolo con
la sua voce possente: " Show ‘em how they do it in Virginia, hey, hey; Virginia
do it for me…" Era una canzone di Porter, dal finale dello show, e Bessie la eseguiva
a cappella, facendo salire la sua grande voce dal cassonetto fino alla strada […]
La folla diventava sempre più grande ed alcune persone si unirono alla canzone.
Bessie aveva trasformato il vicolo in un palcoscenico molto speciale e tutti si
divertivano.[…]Più gente veniva, più Bessie cantava forte." Ma ecco che all'improvviso
arriva il marito "Senza preavviso Jack spuntò tra la folla e la buttò giù dal cassonetto.
Ci fu un forte urto appena il cassonetto cadde e rotolò per qualche metro. Jack
rimase lì, guardando con aria di sfida sua moglie che aveva ridotto un ammasso di
pelliccia ed immondizia. "Non siete che delle vagabonde, voi due!" Urlò mentre la
folla indietreggiava ad una distanza di sicurezza e cominciava a disperdersi.
La ragione ufficiale era che la gente doveva pagare il biglietto per assistere
allo spettacolo, ma come finì tra Bessie Jack non ci è dato sapere. Ruby se la filò
col primo tassì di passaggio, troppo impaurita per rimanere.
Il pubblico del blues annoverava anche dei bianchi delle aree rurali del
Sud. Negli anni '20 il Ku Klux Klan era
particolarmente pericoloso, ed in alcune comunità della campagna i membri di questa
setta erano attivi con le loro rappresaglie, approfittandosi delle paure e dei sospetti
che alcuni bianchi delle zone di campagna nutrivano per la comunità nera. Bessie
era consapevole che tra i suoi fans del Sud, quegli stessi che ridevano alle sue
battute e che applaudivano ai suoi spettacoli, potevano nascondersi degli affiliati
al Ku Klux Klan. Nonostante ciò, non dava molto peso a questi fatti quando
girava negli stati del Sud. Ma una calda notte del luglio
1927, un gruppo di incappucciati fece visita al
suo tendone.
Bessie
era appena uscita di scena ed il pubblico la stava richiamando sul palco per un
bis. Era una serata estiva caldissima ed uno dei musicisti era uscito fuori per
prendere una boccata d'aria, quando udì delle voci che venivano da lì vicino. Quello
che si presentava ai suoi occhi era terrificante: circa sei persone incappucciate
stavano armeggiando vicino alle corde che legavano le impalcature della tenda. Il
musicista si precipitò da Bessie,e riuscì a balbettare qualcosa di ciò che stava
accadendo. Bessie non perse tempo. Chiese ad alcuni ragazzi della troupe di seguirla
e si diresse verso l'esterno. Ecco come viene riportata la scena nella biografia
della cantante secondo i ricordi di Maud, la cognata.
"Bessie sembrava non aver paura mentre si dirigeva spedita verso quegli sconosciuti,
fermandosi a pochi passi da loro. Mi è stato raccontato che affrontò gli uomini
del Klan con le mani sui fianchi, come faceva di solito quando veniva infastidita
da qualcosa […] e che mostrò il pugno a tutti loro.[…] Bessie urlò "- Che cazzo
avete intenzione di fare? Toglierò le tende se proprio devo, ma voi levatevi quei
cappucci e filate!" Gli uomini del Ku KLux Klan, troppo sconvolti dall'affronto
per muoversi, rimasero lì imbambolati. Bessie gli lanciò dietro tante di quelle
parolacce che essi si voltarono e scomparvero silenziosamente nel buio. "Non ho
mai visto una stronzata del genere" disse Bessie usando una delle sue espressioni
preferite e ritornò verso i suoi ragazzi. "Quanto a voi, non siete che un mucchio
di checche". Poi ritornò nella tenda come se avesse sistemato una faccenda di tutti
i giorni.
Nel
1929 Bessie si separò definitivamente dal marito
dopo un periodo particolarmente difficile, dovuto anche all'affidamento di Jack
Gee Junior,il bambino che la coppia aveva adottato illegalmente anni prima. Inoltre
ormai da tempo, Bessie era a conoscenza della relazione che il marito aveva con
Gertrude Saunders, una cantante e ballerina, i cui spettacoli erano finanziati
da Jack, con i soldi di Bessie. Tra le due donne c'erano profonde differenze, fisiche,
artistiche e psicologiche. Bessie affrontò fisicamente la sua rivale ben due volte.
La seconda volta, dopo averla picchiata e lasciata in stato semicosciente in un
marciapiede di Harlem, all'arrivo della polizia, se la cavò con una multa da pagare.
Il
1929 è anche l'anno che vide Bessie protagonista
di un film, un cortometraggio, intitolato "St Louis Blues"
diretto da Dudley Murphy. Recitava la parte di una donna, di nome Bessie
per l'appunto, portata all'alcolismo dal suo ragazzo, Jimmy, un uomo affascinante,
ma opportunista e crudele. Una delle scene iniziali ritrae la cantante mentre scopre
il suo uomo in compagnia di un'altra donna in camera da letto. Dalle parole, si
passa allo scontro fisico e Bessie viene scaraventata a terra. Guarda caso si trova
a tiro una bottiglia di liquore che afferra e alla quale si attacca, prima di lanciarsi
in una struggente introduzione di St Louis Blues. La scena passa ad un bar affollato
con Bessie disperata al bancone del bar. Le persone che affollano il locale, non
sono altro che il coro "Hall Johnson Singers", che fanno da sottofondo con
un suggestivo accompagnamento vocale. Ad un certo momento si spalanca la porta ed
appare Jimmy. Tutti sono contenti di vederlo, compresa lei, che gli cade tra le
braccia. Fanno appena due giri di ballo, quando lui, senza farsi accorgere, le sfila
dei soldi dal vestito, poi con la stessa baldanza con cui è entrato se ne va, lasciandola
da sola con la sua disperazione e la sua birra. Bessie finisce il suo blues con
il bicchiere in mano. In questa occasione diede prova di possedere un notevole temperamento
di attrice drammatica.
La Depressione mise in seria crisi la vendita dei suoi dischi., tra il
1930 e il 1931
se ne vendettero poche migliaia Erano passati di moda i blues troppo tristi e così
anche il vaudeville di cui Bessie era stata artista incontrastata. Chiudeva i battenti
anche il Lincoln Theatre di Harlem, che veniva trasformato in una chiesa battista.
Nel
1933 Bessie entrò per l'ultima volta in uno
studio d'incisione. Ad attenderla c'erano musicisti noti come Jack Teagarden,
il trombettista Frankie Newton, il pianista Buck Washington, il tenorsassofonista
Chu Berry e qualche altro. Partecipava alla registrazione anche
Benny Goodman. Tra i pezzi, che alcuni critici considerano le sue
incisioni migliori, c'erano "Gimme a pigfoot",
"Do your Duty", "Take
me for a Buggy Ride" e "Down in the Dumps"
Dopo questa registrazione, lo studio rimase chiuso per il week-end. Si
riaprì il lunedì successivo per il debutto di una nuova cantante diciottenne. Si
chiamava Billie Holiday.
Gli anni successivi furono difficili per la cantante e per il blues. Nonostante
tutto, Bessie non si ridusse in miseria. L'uomo al quale si era legata dopo la fine
del suo matrimonio, era Richard Morgan, un gangster di Chicago che aveva
fatto i soldi con il contrabbando di alcol. Dopo anni di litigate furibonde con
il suo ex marito, Bessie sembrò trovare un po' di stabilità affettiva. Richard era
un abile uomo d'affari, non era avaro con i suoi soldi, ma non li sprecava. Secondo
i ricordi di chi lo conobbe, era anche un bell'uomo, alto affascinante ed elegante.Dalla cronaca veniamo a sapere che era lo zio di
Lionel
Hampton.
La carriera di Bessie sembrava essere ormai alla fine. Lo swing e il jazz
stavano prendendo il posto del blues. Qualche altra occasione, comunque, si presentò
ancora. Una le fu offerta nel 1936 dalla direzione
del Connie's Inn a Harlem, la seconda fu una partecipazione ad uno spettacolo musicale
che girava nel Sud, intitolato Broadway Rastus. Fu durante uno dei trasferimenti
da una città all'altra, che Bessie restò vittima di un incidente automobilistico
che le costò la vita.
Era il 26 settembre 1937. Bessie aveva
deciso di non andare in treno, ma di farsi accompagnare da Richard Morgan
con la sua vecchia Packard. Guidava lui perché Bessie non aveva la patente. Era
circa l'una di notte quando partirono da Memphis, diretti a Clarksdale, a circa
100 chilometri più a sud. La strada era buia e sembrava non finire mai. All'improvviso
si trovarono davanti un grosso camion che si era fermato a lato della strada,e che
si era appena rimesso in moto. Richard non riuscì ad evitarlo. Con l'urto l'auto
si rovesciò su un fianco. Bessie rimase gravemente ferita, un avambraccio le fu
quasi staccato dal braccio. Per caso, un medico che transitava a quell'ora di notte
con un amico, si fermò per prestare i primi soccorsi. Vista la gravità della situazione,
mandò il suo amico a chiamare un'autoambulanza. Richard era rimasto illeso. La Chevrolet
del dottore era ferma in mezzo alla strada. Sopraggiunse un'altra vettura, che andava
a circa 60 km all'ora e tamponò la macchina del medico, che a sua volta andò addosso
alla vecchia Packard. Gli occupanti dell'ultima vettura erano una coppia di bianchi,
che ritornavano da un party. Dovette essere chiamata una seconda ambulanza. Bessie
fu trasportata all'Afro American Hospital G.T.Thomas di Clarksdale, mentre gli altri
due feriti al poco lontano ospedale per bianchi. Entrambe le strutture erano piccoli
ospedali campagna, non sufficientemente attrezzati per affrontare gravi emergenze.
Bessie morì dissanguata forse prima di raggiungere l'ospedale o poco dopo.
Sulle
circostanze della morte e su tutto ciò che seguì, si sono scritte e dette molte
cose. La morte di Bessie si trasformò in una "cause celèbre", tanto che divenne
un'opera teatrale "The Death of Bessie Smith" di Edward Albee, ed
andò in scena a Berlino nel 1960. La versione
che circolò per un po' di tempo, fu che Bessie fu portata d'emergenza in un ospedale
per bianchi e che le furono negate le cure necessarie. Tutto era nato da un articolo
pubblicato per la rivista "Down Beat", scritto un po' di getto da John Hammond,
che aveva raccolto solo delle voci.
Si capì tempo dopo, fatte le dovute indagini, che Bessie fu subito portata
all'ospedale per afro americani. A quel tempo con la segregazione negli stati del
sud, nessuna persona di colore sarebbe stata affidata ad una struttura ospedaliera
per bianchi.
I funerali si svolsero a Filadelfia e parteciparono circa settemila persone.
La tomba della cantante rimase senza lapide perché il marito dichiarò di non avere
i soldi per affrontare la spesa. Fu fatta una sottoscrizione, per aiutarlo a provvedere,
ma lui spese il denaro per altro.
Nel 1970 una delle cantanti di punta
della Columbia, di nome Janis Joplin, si adoperò insieme a Juanita Green,
una donna d'affari di Filadelfia, a sostenere le spese per una lapide ed un piccolo
monumento. Ci vollero 500 dollari. Sulla lapide è scritto "The greatest blues
singer in the world will never stop singing".
Bessie Smith - St. Louis Blues
The film was shot in June of 1929 in Astoria, Long Island and
was shown between the years 1929 to
1932. It was Bessie Smith's only film appearence.
The film features a top notch Jazz band that includes, James P. Johnson on
piano, Thomas Morris and Joe Smith on cornet, as well as the Hall
Johnson Choir.
The film had an all African American cast. The co-stars were dancer/actor Jimmy
Mordecai as Bessie's good for nothing boyfriend and Isabel Washington Powell
as the other woman. http://www.redhotjazz.com/stlouisblues.html
BESSIE, Chris Albertson, Yale University Press, New Haven
and London, 2003, p. 125,126-p.156-p.176, trad. Brunella Marinelli.
JAZZ, Arrigo Polillo, Mondadori, Milano, 1988
Bessie Smith (July, 1892 – September 26, 1937), Jackie Kay, Playground, Roma 2004
JAZZ Gli uomini, gli strumenti, gli stili. N° 36, Fabbri Editori,1986
ST LOUIS BLUES, You Tube.