La versione di "Flying Home" di cui
ci occupiamo è stata registrata, come quella di "Stardust"
precedentemente analizzata, il 2 Ottobre del 1939
nei Columbia Studios di New York. La formazione è quella ormai nota del primo sestetto
di
Goodman con Fletcher Henderson al pianoforte.
Anche "Flying Home" (che entrerà, come "Stardust",
nel repertorio di
Lionel
Hampton è uno standard AABA di trentadue battute. Si hanno notizie abbastanza
sicure sul fatto che il vero autore di questo brano sia Lesile Sheffield,
pianista e polistrumentista nero di Oklahoma City, autore di numerosi brani tra
i quali forse "Air Mail Special", eroe del jazz rimasto in ombra.
[1]
Le sezioni A sono tutte caratterizzate da un'armonia fissa di Mib7 che
viene evidenziata e trainata dalla melodia discendente del basso mib reb do sib,
che compare come primo elemento musicale nell'introduzione pianistica di Henderson.
L'andamento del tema ed in generale della sezione A ha un'accentazione ritmica in
due ed in questo caso l'andamento (in particolare del basso) in stile "New Orleans"
è certamente molto più evidente di quanto non lo fosse in "I've
Found a New Baby". L'accompagnamento del basso nella sezione A cambia
sempre alla settima ed all'ottava battuta del tema, dove ritorna in quattro per
sottolineare la diversità della frase melodica che si conclude sulla settima minore
e che conclude la sezione A. La progressione armonica della sezione B è la stessa
di "Honeysuckle Rose": I7 / IV
/ II7 / V7. L'andamento ritmico della sezione B diventa pienamente accentato su
tutti i quarti creando quel tipico senso di contrasto ritmico tra due strutture
armonicamente diverse, elemento tipico degli arrangiamenti che abbiamo affrontato.
Questa struttura ritmica retta dal basso e dal pianoforte è mantenuta per tutto
l'arrangiamento. Il tema (sezione A) è suonato all'unisono da clarinetto vibrafono
e chitarra mentre nella sezione B, come spesso accade in molti brani strumentali
durante l'era dello swing e del bebop, la parte melodica è affidata all'improvvisazione
del solista. Anche in questo arrangiamento ha una grande importanza l'elemento del
riff che oltre ad essere presente nel tema e nel riff polifonico delle ultime tre
sezioni A del brano qui trascritto
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è presente, in forme molto semplici ed elementari, nella funzione di sostegno
alla parte improvvisativa, prima di
Charlie Christian
e poi di
Lionel Hampton. Abbiamo già visto in diverse situazioni quali sono
le diverse funzioni del riff nel sestetto di
Goodman. Nel caso di questa analisi un aspetto interessante è senza
dubbio quello di approfondire gli elementi di differenza tra l'improvvisazione melodica
di
Goodman e
Christian
nella sezione B della struttura armonica di "Flying Home". Per questo motivo
ho inserito anche la trascrizione della seconda sezione B improvvisata da
Goodman.
Armonia:
Il principio fondante dell'improvvisazione della sezione B1 e
B2 di
Benny Goodman è quello dell'imitazione di ben precise e riconoscibili
cellule melodiche e della discesa della settima di dominante sulla terza dell'accordo
successivo. Nella sezione B1 l'imitazione melodica e ritmica tra le battute 17/18
e le battute 21/22 è rigorosissima, quasi matematica se si conta la specularità
intervallare tra le battute 17 e 21, a testimonianza degli approfonditi studi classici
del clarinettista ma anche del suo perfezionismo per quanto riguarda l'aspetto dell'esecuzione,
sempre curato nei dettagli.[2] Va inoltre
evidenziato il movimento melodico discendente in gran parte cromatico dalla terza
di I7 che con la settima di dominante reb risolve sulla terza di IV (sol, solb,
fa, mib, reb che risolve su do); fenomeno analogo tra battuta 21 e 23 con un cromatismo
in più: quel mi sensibile della dominante secondaria che scende sul mib (settima
della dominante secondaria) per risolvere sulla sensibile della tonalità di mib
maggiore. Sulla cadenza V7 / I
Benny Goodman utilizza sia in B1 che in B2 la pentatonica maggiore
di Sib (sib, do, re, fa, sol) mettendo l'accento sulla terza e la quinta della tonalità
di mib maggiore. Nella sezione B2 l'imitazione c'è (tra battuta 1 e 5) ma è molto
meno rigida. Anche nella sezione B2 la logica nella tensione melodica è la stessa:
uso della sensibile e della settima di dominante (esempio lampante a battuta 3)
nel modo più classico. Tra battuta 3 e 4 bisogna notare l'intervallo di sesta minore
tra sol e quel si naturale (dove è segnato quel portamento discendente) che trova
una risposta nel successivo intervallo di sesta maggiore a battuta 7.
Nell'improvvisazione della sezione B di
Charlie Christian
oltre al principio di imitazione c'è la ricerca di intervalli poco comuni come la
settima maggiore di battuta 50 e ancora di più la quinta di battuta 51. Anche l'utilizzo
sulla cadenza I7 / IV dell'arpeggio di reb minore con la settima maggiore e la sesta
maggiore (che non è altro che il tipico uso melodico del IV minore su un accordo
di settima di dominante che risolve sulla tonica) è un elemento da mettere in luce.
Sull'armonia di II7 c'è una lunga frase tipicamente cromatica di
Christian
e a battuta 55 l'utilizzo della quinta aumentata, tipicamente bebop.
Fraseggio Melodico e Ritmico:
Per quanto riguarda il fraseggio del solo di
Christian
abbiamo due diversi tipi di andamento melodico. Nella sezione A le frasi sono circoscritte
da un piccolo riff di quattro note, sono piccoli episodi costruiti sull'uso della
pentatonica maggiore con l'aggiunta della settima minore, arricchiti dall'uso dell'ottava
sulla tonica e dal bicordo di quarta aumentata (tipicamente chitarristico). Il fraseggio
della sezione B (più scorrevole e libero) entra ritmicamente in contrasto con quello
della sezione A (più orecchiabile e formato da frasi circoscritte sempre negli stessi
limiti ritmici).
[1] Peter Broadbent, Charlie Christian. Solo Flight-The Seminal
Electric Guitarist, Ashley Mark Publishing Company, Blaydon On Tyne 2003, pp. 75-77.
[2] Si veda il primo capitolo di Gunther Schuller, Jazz,
L' Era dello Swing, I Grandi Maestri, EDT, Torino 1999, pp. 1-49.
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Data pubblicazione: 15/08/2007
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